Il Fucino visto dallo spazio

Un'immagine scattata dallo spazio rivela che la piana del Fucino è la valle più fertile d’IItalia.

Il caffè se inquina che piacere è?

E mentre le pubblicità ci raccontano di aromi sensuali e di luoghi di degustazione simili a boutique francesi, non ci rendiamo conto che preferendo la capsula alla moka non solo paghiamo un caffè 7 volte di più, ma contribuiamo ad inquinare l’ambiente.

La forza dell'uomo è nella verità

Alcuni vorranno toglierci la parola: il manganello può sostituire il dialogo, ma le parole non perderanno mai il loro potere, perchè esse sono il mezzo per giungere al significato e, per coloro che vorranno ascoltare, sono l'affermazione della verità.

PIL:una misura di sviluppo?

Ho sempre pensato che sviluppo e benessere inteso come qualità della vita andassero di pari passo...dunque il PIL è utile nella valutazione della qualità della vita?

martedì 10 marzo 2015

Centrale a Biomasse PowerCrop: ferma resta l'opposizione

Giovedì 5 Marzo il Comitato VIA della Regione Abruzzo ha di fatto ritenuto che la variante sull'eletrodotto dell'inceneritore a biomasse che la Powercrop vuole costruire nel Fucino, sia una variazione non sostanziale e pertanto valutabile con una semplice presa d'atto. A questa è seguita l'esultanza di coloro che da anni sperano nella realizzazione della centrale (maccaferri e RSU), un' esultanza che lascia il tempo che trova considerato che personalmente ritengo che la partita sia ancora tutta da giocare. Non sarà certo questo episodio ad indebolire la ferma opposizione a questo progetto scellerato.

Quella della riconversione del comparto bieticolo/saccarifero è una storia di speculazione bella e buona: per l’ennesima volta si assiste ad un gioco dove a farla da padrone è un sistema di imprenditoria che danneggia l’economia vera e  sana che questo Paese ha da offrire, sfruttando e impattando sulle risorse ambientali senza creare vera crescita occupazionale e benessere per i territori. E questo lo sanno bene anche le RSU che tanto sbandierano al vento la necessità della costruzione di questo impianto strumentalizzando la posizione dei cassintegrati dello zuccherificio. L’Europa Non ha mai imposto all’Italia la chiusura degli zuccherifici, eppure il nostro Paese ha ceduto oltre il 50% delle quote di produzione a favore dei Paesi cosiddetti terzi. Il risultato oggi è visibile a tutti: le grandi società come la Sadam, gruppo Maccaferri, hanno chiuso i nostri stabilimenti saccariferi e producono altrove (nei Paesi terzi per l'appunto) lo zucchero per poi rivenderlo in Europa, Italia compresa, che sostiene così costi aggiunti. A conti fatti chi ha perso veramente sono gli agricoltori, i consumatori e i lavoratori degli zuccherifici Italiani. Nella questione Marsicana, gli accordi di riconversione per lo zuccherificio di Celano prevedevano la realizzazione di una centrale ortofrutticola per lavorare i prodotti del Fucino, l’inceneritore a biomasse era una proposta in più. La multinazionale invece si è mossa solo ed esclusivamente per realizzare la tanto discussa centrale che dovrebbe bruciare biomassa in un quantitativo tale da non essere a disposizione in questo territorio, come conferma il Corpo Forestale. 

Ricordo che la centrale dovrebbe sorgere su terreni agricoli non soggetti a riconversione e appartenenti ad un territorio comunale che non è quello di Celano, dove sta il sito da riconvertire e il cui l'allora sindaco ha posto la sua firma sugli accordi, ma di  Avezzano il cui comune non è mai neppure stato preso in considerazione negli accordi firmati a suo tempo presso il MIPAAFF. Inoltre è doveroso sottolineare che da piano industriale presentato dalla stessa società PowerCrop, le unità lavorative impiegate nella centrale sarebbero circa 27,  l’agricoltura del Fucino ne impiega almeno 15mila. L’unico scopo della centrale è quello di produrre energia col beneficio dei certificati verdi, soldi presi dalle nostre tasche: finiti questi incentivi fra 15 anni la centrale non avrà più senso di esistere e a noi resteranno solo terreni fertili sottratti all’agricoltura e inquinanti immessi nell’aria e nell’acqua e 27 persone nuovamente disoccupate. Da figlia di sindacalista ormai in pensione mi è stato insegnato che il ruolo del sindacato è quello di tutelare i lavoratori ed il territorio e non prestarsi al gioco di un sistema capitalistico, che vede solo costi senza benefici. Ecco perchè mi appare tanto  singolare che le RSU continuino a voler imporre questa opera speculativa strumentalizzando la condizione dei cassintegrati di Celano. E per l’ennesima volta il Comitato Marsicano NO Powercrop si chiede come mai questi sindacati non si siano battuti con tanto ardore per la costruzione della centrale ortofrutticola, che ha sicuramente più senso collocata nella piana agricola del Fucino e necessita certamente di una mano d’opera più numerosa rispetto ad una centrale altamente automatizzata. Come mai gli stessi cassintegrati dello zuccherificio non si sono mai battuti per questo e per tutelare così il loro diritto al lavoro?   

Credo che l’intero territorio marsicano e le Istituzioni che lo governano dovrebbero adoperarsi contro tale opera in modo più fermo: forse non a tutti è chiaro che il problema non è solo Avezzanese o di Luco dei Marsi, comune limitrofo alla paventata centrale, ma di tutti i comuni Marsicani che vivono di agricoltura e che vogliono tutelare il diritto alla salute dei propri cittadini: aprire oggi a questo "investimento" vuol dire consentire alle speculazioni di ogni sorta di farla da padrone nel nostro territorio. E' vero che la Costituzione Italiana difende il diritto all’impresa, ma recita anche "purchè questa non si svolga in contrasto con l’utilità sociale e la sicurezza", e nel concetto di sicurezza implicita è la tutela ambientale e sanitaria.

Bruciare biomasse e/o bruciare monnezza, in ogni caso bruciare nel "tempio" dell'agricoltura, un paradosso che pare non voler aver fine.