Il Fucino visto dallo spazio

Un'immagine scattata dallo spazio rivela che la piana del Fucino è la valle più fertile d’IItalia.

Il caffè se inquina che piacere è?

E mentre le pubblicità ci raccontano di aromi sensuali e di luoghi di degustazione simili a boutique francesi, non ci rendiamo conto che preferendo la capsula alla moka non solo paghiamo un caffè 7 volte di più, ma contribuiamo ad inquinare l’ambiente.

La forza dell'uomo è nella verità

Alcuni vorranno toglierci la parola: il manganello può sostituire il dialogo, ma le parole non perderanno mai il loro potere, perchè esse sono il mezzo per giungere al significato e, per coloro che vorranno ascoltare, sono l'affermazione della verità.

PIL:una misura di sviluppo?

Ho sempre pensato che sviluppo e benessere inteso come qualità della vita andassero di pari passo...dunque il PIL è utile nella valutazione della qualità della vita?

venerdì 29 febbraio 2008

Berlusconi: torneremo al nucleare

E così anche Eolo rischia lo sfratto!!! Eh si perchè se il Cavaliere vincerà le elezioni, addio energia prodotta dal vento e ben tornato nucleare!!!! La domanda che mi pongo è questa: gli italiani si faranno abbindolare da parole ben messe e ben dette o sapranno andare al di là delle apparenze e cercare di capire quanto ci sia di buono o sbagliato in questo "bizzarro" piano energetico?
E poi con quale diritto Berlusconi dice "torneremo al nucleare"? Ha forse chiesto il parere degli italiani? Non ho memoria di quei tempi, avevo solo 8 anni, e i miei pensieri erano altri, ma se non sbaglio nel 1987 ci fu un referendum popolare con il quale si determinò la fine della tecnologia nucleare in Italia. Venti anni fa gli Italiani hanno detto no al nucleare! Dunque perchè vorremmo averlo ora in un'epoca in cui le persone hanno più coscienza verso le tematiche ambientali? Con il referndum abrogativo l'Italia ha difatto abbandonato il nucleare: le quattro centrali italiane furono chiuse, determinando altri tipi di problemi: i rifiuti radiottivi sono ancora qui, custoditi in maniera non del tutto sicura; ancora oggi non sono state completate le operazioni di decommissioning (smantellamento, rimozione e decontaminazione) degli impianti nucleari italiani. Condivido il parere di esperti del mondo della fisica che sostengono che attualmente in Italia non esistono più le competenze per far rinascere il nucleare: molti degli esperti dell'epoca del nucleare italiano ormai sono andati in pensione, molti sono andati fuori dall'Italia e altri ancora hanno convertito le proprie conoscenze e approfondito nuovi campi di ricerca diversi da quello del nucleare. Per tanto il ritorno del nucleare in Italia, sarà un insieme di politiche energetiche e tecnologie importate dall'estero. Ancora una volta l'Italia è terra di conquista. Una cosa è chiara a tutti ormai: la classe dirigente italiana continua a mostrarsi sorda ed ingnorante verso i problemi scientifici e tecnologici e questo perchè come sempre chi deve prendere decisioni in campi di ricerca e innovazione in realtà non ha quasi mai tali competenze. Come pensa Berlusconi di tornare con facilità al Nucleare? Aprire una centrale nucleare costa milioni di euro, il mantenimento della stessa costa milioni di euro, tutti soldi che sottraggono a noi cittadini mediante erogazione di fondi pubblici, ma che come al solito non andranno a beneficio degli italiani, del loro benessere e di quello del loro paese. Negli anni '70 i profitti del nuclerare andavano nelle tasche dell'ENEL (allora pubblica) oggi giorno finiranno nella tasche delle multinazionali dell'energia privatizzata. Inoltre su cosa sta facendo la sua camapgna elettorale? Per progettare, costruire e avviare un impianto nucleare ci vogliono almeno 8 anni, tempi lunghi per un governo che ne dura solo 5 o mi sbaglio? Se il prossimo governo non sarà d'accordo con il nucleare che facciamo? Rismantelliamo tutto? E gli italiani pagano!!!! Mia nonna diceva sempre : "smonta e remonta, sburrita e abburrita" (dialetto di Trasacco: smonta e rimonta, riavvolgi e stravolgi).

Una cosa è certa: i soldi, il guadagno e l'arrivismo stanno portando mamma Terra al collasso: ci sarà mai un uomo che farà politica pensando veramente al benessere del nostro pianeta e dei suoi abitanti?

Fonte: Alessandro Iacuelli
Disegno:
http://www.pegli.com/disegni/index.html

mercoledì 27 febbraio 2008

Il Settimo continente

Qualcuno lo considera il settimo continente della Terra: galleggia sull’Oceano Pacifico, si invortica su se stesso e soprattutto si espande. Ed è formato da rifiuti. L’allarme è scattato dopo una foto scattata da Greenpeace Svizzera, mostra un pulcino di albatros morto di fame. Nello stomaco ha plastica, solo plastica. La foto è stata scattata in un luogo al largo delle Hawaii in cui, per il gioco delle correnti, si è formata un’enorme discarica galleggiante di plastica proveniente praticamente da tutto il mondo. Dopo l’allarme, sono iniziati gli studi. La causa dell’accumulo di rifiuti non è da ricercare solo nelle correnti oceaniche, ma anche nei venti. Normalmente i materiali scaricati in mare tendano normalmente a disperdersi, in questo caso il doppio effetto di aria ed acqua tende invece a favorire l’accumulo di questa gigantesca isola di rifiuti galleggianti. E stavolta non servono polemiche: è praticamente certo che la causa sia l’uomo, che immette nelle acque quantità di materiali non biodegradabili oltre ogni limite che il buon senso suggerisca. Il luogo sotto studio è situato ad 800 miglia marittime a nord delle Hawaii, distribuito su una superficie ampia due volte lo stato del Texas. Avvistata per la prima volta alla metà degli anni ‘90, di dimensioni molto più ridotte, è praticamente cresciuta di circa dieci volte in dieci anni. Qualche ricercatore, anche se l’isola non ha un nome ufficiale, la chiama da tempo «The Great Pacific Garbage Patch».
Sono solo rifiuti della società umana. Non c’è nulla di naturale in quella grande isola. Secondo le stime più recenti, fatte da chi la osserva e la studia, peserebbe approssimativamente 3,5 milioni di tonnellate, con una densità di 3,34 milioni di oggetti di piccole dimensioni per chilometro quadrato, di cui l’80 per cento è plastica. Non solo. Essendo localizzata nel Pacifico settentrionale, e studiata la direzione e l’intensità delle correnti, la sua crescita è garantita. Continuerà a crescere, perché le correnti marine ed i venti causano un vortice che spinge in quella zona ogni materia solida galleggiante e leggera. Secondo alcune stime, potrebbe, nel giro di pochi anni, raggiungere un’estensione confrontabile con quella dell’Africa. Pensare ad una bonifica appare per ora impossibile, poiché non si saprebbe dove mettere questa grande mole di rifiuti. La causa della tardiva scoperta dell’isola di rifiuti è da ricercare certamente nel fatto che si trova in un’area del Pacifico poco attraversata da rotte navali o di pesca. Di recente, il professor Marcus Eriksen, direttore del «Algatita Marine Research Foundation», ha dichiarato al quotidiano «San Francisco Chronicle» che: «con i venti che si abbassano di colpo, e le correnti che ruotano circolarmente, quello è l’ambiente perfetto per intrappolare i rifiuti». Tutto accade perché la plastica resiste alla biodegradazione. Con in tempo e la luce, le plastiche sottili sono infatti soggette alla fotodegradazione, le buste e le bottiglie si frantumano in pezzi molto più piccoli, che però mantengono la loro composizione molecolare originale. Che non è biodegradabile. Che non è digeribile, ma viene ovviamente ingerito dalla fauna marina, sia dai pesci sia dagli uccelli, e che come risultato ha una vera e propria strage. Strage di cui siamo tutti responsabili. Strage che può solo crescere nel tempo, se non si affermano immediatamente le bioplastiche sul mercato, e più in generale una revisione dei materiali che usiamo nella vita quotidiana.Oltre questo, che è già un disastro, c’è dell’altro, in vista per il nostro futuro.

(Fonte: Alessandro Iacuelli)

venerdì 22 febbraio 2008

L'undicesima ora

Dall'11 al 16 ottobre 2007 a Torino si è tenuta la decima edizione dell' Environmental film festival, il cinema che fa riflettere, nel corso di questo evento è stato presentato in anteprima un film scritto e narrato da Leonardo Di Caprio:l'undicesima ora.


Cambiare le sorti del nostro pianeta è ancora possibile. L’innalzamento delle temperature, l’aumento di fenomeni quali le inondazioni, gli uragani, la desertificazione, ci rivelano come l’impatto globale delle attività umane sugli ecosistemi stia minando la sopravvivenza della Terra. Aldilà di ogni previsione allarmistica, il punto di non ritorno potrebbe essere dietro l’angolo… Affidandosi al parere di personalità del calibro di Mikhail Gorbachev, Stephen Hawking, R. James Woolsey, ex capo della CIA, oltre che di numerosi esperti impegnati nel campo dello sviluppo sostenibile, L’undicesima ora, prodotto e narrato da Leonardo DiCaprio, mostra le cause, profondamente radicate nel nostro stile di vita, dell’attuale situazione ambientale, proponendo le possibili soluzioni a un sistema creato dall’uomo e che, lentamente ma inesorabilmente, gli si sta rivoltando contro.

Riscaldamento globale

LA PROVA DEL RISCALADAMENTO GLOBALE DAL DICIOTTESIMO SECOLO FINO AL 2006

giovedì 21 febbraio 2008

Pinkaro: il fumetto ecologico

Pinkaro è un mensile di giochi per bambini che sviluppa la coscienza ecologica attraverso informazioni scientifiche, oggetti da realizzare, enigmistica e proposte di socializzazione.
Fa parte di un progetto multimediale sull’educazione al comportamento consapevole che comprende anche un sito internet dove pubblicare le proprie testimonianze attraverso testi, disegni, audio, foto e video.
Il kit completo di 10 numeri di Pinkaro è disponibile al costo di 25 euro. I singoli numeri costano 3 euro cadauno.
Parte del ricavato della vendida del kit verrà devoluto per sostenere i progetti CISV.

Per maggiori informazioni consultare il link:
Pinkaro.it
Per ordinare Pinkaro: Ufficio promozione - tel.0118993823, promozione@cisvto.org

A proposito di inceneritori



Incenerire i rifiuti è la soluzione?

I rifiuti solidi sono solo materiali grezzi che non sappiamo usare per stupidità.
(Arthur C. Clarke)

Quello degli inceneritori è un argomento che mi sta molto a cuore, poichè in questo periodo io stessa ne sono coinvolta in prima persona.
Perchè non credo all'incenerimento dei rifiuti?
Innazitutto ci tengo a precisare che il termine "termovalorizzatore" è squisitamente italiano: questo termine non ha alcun riscontro nè nella legislazione europea, nè nella letteratura scientifica. Quindi nel resto del mondo si chiamano inceneritori! Molto probabilmente la parola valorizzazione serve ad indorare la pillola: noi italiani siamo un popolo di pigri, ci basta che qualcuno dica due parole messe in maniera opportuna e tutto ci sta bene, nessuno va mai ad indagare e quando lo si fa il più delle volte "la frittata è fatta".
La verità è che quello degli inceneritori è un vero e proprio bussines, non la soluzione al problema rifiuti. Ci parlano di produzione di energia, ma quanti di voi sanno che in realtà un inceneritore ha un'efficienza energetica bassissima? La maggior parte dell'energia prodotta serve allo stesso per poter funzionare. Qui sotto vi riporto un grafico molto chiaro.


Il riciclo della carta recupera 3,2 volte l'energia che deriverebbe dal suo incenerimento; per la plastica il rapporto è di 4 a 1.
Vengono a raccontarci che la raccolta differenziata può coprire fino al 40% max 50% e il resto va per forza incenerito. BUGIE: ci sono province come Treviso, Vicenza, Bergamo che hanno superato il 50%, ma alcune loro parti, come il Consorzio Priula, (provincia di Treviso- 23 comuni con circa 200 mila abitanti) nel 2004 ha differenziato il 73,8%.
Ci dicono che incenerire costa meno: BUGIA! Da un punto di vista economico questi impianti sono fallimentari, e se vanno avanti è solo perchè i governi con le loro politiche-bussines hanno fornito legalmente dei finanziamenti a questi impianti. Prima c'erano i famosi "Cip6" (prelevati dalle nostre tasche) e ora ci sono i "certificati verdi", introdotti dal decreto Bersani, che cataloga i rifiuti come "fonti rinnovabili di energia". E ancora una volta il povero reciclaggio e le vere fonti rinnovabili devono farne le spese.
Poi esiste il problema discarica: infatti poichè nulla si crea e nulla si distrugge, i rifiuti vengono trasformati in ceneri, che ahimè devono essere stoccate in discarica.
A proposito di discarica, c'è da precisare che su 1000 Kg di rifiuti inceneriti restano:
250-300 Kg di ceneri di fondo (scorie da combustione);
25-35 Kg di polveri provenienti da filtri (ceneri volanti);
30-40 Kg di fanghi dall'abbattimento dei fumi.
Nel complesso, quindi, circa il 35% in peso dei rifiuti inceneriti va portato in discarica. Non vi sembra un controsenso? Come al solito "predichiamo bene, ma razzoliamo male".
In ultimo, vogliamo parlare di Diossina? Credo che questo posso anche risparmiarvelo. Il problema diossina esiste e chi dice il contrario non è uno scienziato, ma solo un mercenario!

Allora la domanda è questa: perchè non facciamo qualcosa che aiuti davvero mamma Terra? Reciclare significa spendere meno energia e meno materia prima.
Svegliamo le nostre coscienze e non lasciamo che qualcuno venga a raccontarci delle favolette. Pretendiamo che il nostro stato attui politiche di raccolta differenziata, riciclo e riuso, educhiamoci a questo , perchè è il solo modo per arricchirci sia economicamente che a livello di salute.

Fonte: Ecoistituto del Veneto "Alex Langer"

martedì 19 febbraio 2008

Swarovski partner del WWF


"Ogni azienda responsabile ha l'obbligo di promuovere progetti sociali e ambientali"
Daniel Swarovski I (1862-1956)

Nel 2008 Swarovski perseguirà gli ideali altruistici del suo fondatore all'interno di un progetto di conservazione delle risorse idriche "SCS Water Project". L'acqua e l'energia elettrica sono da sempre la base del prodotto Swarovski, al punto che senza l'abbondanza di risorse idriche delle Alpi tirolesi il cristallo Swarovski non esisterebbe. Per il 2008 parte delle quote associative SCS (Swarovski Crystal Society) e dei prodotti riservati ai soci sarà devoluta nel progetto "The living Yangtze", iniziativa volta a migliorare la gestione delle risorse idriche in Cina e la qualità della vita della popolazione locale. Il progetto sarà gestito dalla Swarovski Water School: nata all'interno del National Park Hohe Tauern, un parco nazionale austriaco, punta ad accrescere la consapevolezza nei confronti della migliore gestione dell'acqua nei bambini e nelle comunità in cui vivono. Le risorse idriche mondiali sono nelle mani delle generazioni future, questo è il principio che guida questo pregetto.

La filiale italiana Swarovski ha deciso di collaborare con il WWF in un'iniziativa speciale, appoggiando e finanziando un progetto della durata di tre anni legato all'educazione, alla conservazione e alla corretta gestione delle acque italiane. L'italia ha un patrimonio ittico d'acqua dolce molto importante, caratterizzato dalla presenza di 22 specie endemiche e a rischio di estinzione. Il 25, 26, 27 maggio 2008 a Venezia ci sarà un' importante manifestazione a cui possono partecipare i soci SCS: verranno messi all'asta molti prodotti e il ricavato dell'asta sarà devoluto al progetto. Nell'ambito della partnership attivata, in Italia il progetto vede un percorso educativo "Classi controcorrente" volto alle classi primarie. Swarovski provvederà a fornire il materiale didattico a tutte le classi dell'ultimo triennio delle scuole primarie di Venezia e provincia per l'anno scolastico 2008/2009. Le classi coinvolte riceveranno inoltre le riviste del WWF "Panda" e "Panda junior" e potranno partecipare ad un concorso finale che prevede la realizzazione di un progetto da parte dei bambini.

In Marzo, in occasione della Giornata Mondiale dell'Acqua, il WWF, grazie alla collaborazione con Swarovski, presenterà un dossier sull'applicazione della Direttiva Quadro Acque 2000/60/CE, che avrà come obiettivo quello di richiamare l'attenzione sulla necessità di tutelare e gestire correttamente le nostre risorse idriche.


PS= E' chiaro che l'evento veneziano non è gratuito. E' riservato ai soli soci SCS e i costi vanno dai 1600€ a persona e 2000€ per coppia. In beneficienza andranno i ricavati dell'asta che si terrà nel corso di questa prima maratona benefica Swarovski.
Per info: customer_relations.it@swarovski.com

sabato 16 febbraio 2008

Il cantico delle creature

Un giorno, durante una lezione all’università un mio professore si presentò consegnando a ciascuno di noi una copia del cantico delle creature: idea bizzarra pensammo, ma degna del nostro Prof. Il cantico delle creature oltre ad un significato spirituale di lode a Dio, creatore, ha un profondo messaggio ambientale. Non è difficile capire perché San Francesco è considerato il patrono dell’ecologia!!!

Laudato sie, mi' Signore cum tucte le Tue creature,
spetialmente messor lo frate Sole,
lo qual è iorna, et allumeni noi per lui.
Et ellu è bellu e radiante cum grande splendore:
de Te, Altissimo, porta significatione.

Il Sole. Fonte primaria di vita. Tutta l’energia che muove mamma Terra viene dal sole, senza il quale non avrebbero vita le piante e senza piante non potrebbero esserci animali e uomo.

Laudato si', mi Signore, per sora Luna e le stelle:
in celu l'ài formate clarite et pretiose et belle.

Al giorno viene contrapposta la notte. Questo è il ritmo che scandisce la vita su mamma Terra, che regola i processi biologici di molte forme di vita. Inoltre le stelle in tempi antichi erano preziose, perchè usate dai marinai nella navigazione e quindi utili per non perdere la rotta, e seguire il cammino.

Laudato si', mi' Signore, per frate Vento
et per aere et nubilo et sereno et onne tempo,
per lo quale, a le Tue creature dài sustentamento.

E’ grazie al vento che le masse d’aria si spostano portando nubi e pioggia, e quindi l’acqua,un altro elemento fondamentale alla vita. Senza contare quello che è l’alternarsi del clima. Secco, umido…E poi è grazie al vento che avviene l’impollinazione di molte specie di piante e quindi ancora si mette in risalto la vita.

Laudato si', mi' Signore, per sor Aqua,
la quale è multo utile et humile et pretiosa et casta

L’acqua un elemento così umile e semplice nella sua sostanza e così indispensabile alla vita.

Laudato si', mi Signore, per frate Focu,
per lo quale ennallumini la nocte:
ed ello è bello et iocundo et robustoso et forte.

Per Francesco il fuoco è utile per scaldarsi e cuocere il cibo. A livello ecologico il fuoco è importante nel mantenimento delle foreste. Ad esempio alcune specie vegetali necessitano degli incendi per potersi sviluppare, si tratta delle pirofile. I semi di gigantesche sequoie nordamericane e di alcuni pini vengono rilasciati dai coni e germinano solo dopo essere state esposte a forte calore.

Laudato si', mi' Signore, per sora nostra matre Terra,
la quale ne sustenta et governa,
et produce diversi fructi con coloriti flori et herba.

Mamma Terra, non ci fa mancare nulla. I fiori, i frutti e l’erba. Tutto ci sostiene.

Laudato si', mi Signore, per quelli che perdonano per lo Tuo amore
et sostengono infirmitate et tribulatione.
Beati quelli ke 'l sosterranno in pace,

ka da Te, Altissimo, sirano incoronati.

L’uomo s’intona a tutta l’armonia del creato amando l’uomo: tolleranza, uguaglianza, rispetto e pace.

Laudato si' mi Signore, per sora nostra Morte corporale,
da la quale nullu homo vivente po' skappare:
guai a quelli ke morrano ne le peccata mortali;
beati quelli ke trovarà ne le Tue sanctissime voluntati,
ka la morte secunda no 'l farrà mal

A livello ecologico dalla morte rinasce la vita. Una foglia cade a terra, muore si degrada e si scompone in elementi utili a nutrire la vita di una pianta o di un minuscolo organismo.

venerdì 15 febbraio 2008

Le risposte non tardano ad arrivare

Vi riporto qui di seguito una serie di interviste. Come mai altre persone del mondo scientifico parlano diversamente da Veronesi? Come mai non inneggiano anche loro all'impatto zero derivante dai termovalorizzatori?


Federico Valerio, direttore del Dipartimento di Chimica Ambientale dell'Istituto Tumori di Genova.




Dott.ssa Patrizia Gentilini. U.O. Oncologia Medica Forlì.

Le bugie ben pagate

In questi giorni il problema rifiuti in Campagna, sta scatenando quella che è la corsa all' incenerimento. Gli inceneritori vengono presentati come l'unica via di uscita, ma in realtà incenerire vuol dire dare solo una nuova forma al problema. Affronterò un post dove spiegherò bene cos'è un inceneritore, come funziona e quale grande bufala rappresenti per l'umanità.
Ciò che invece voglio fare ora è denunciare quello che siamo costretti a vivere quotidianamente. LE MENZOGNE.
La scienza è una disciplina meravigliosa, e non può essere messa a servizio del soldo, o degli interessi, ma dovrebbe essere una speranza per l'umanità, speranza di un mondo migliore e compatibile con la vita. Come può Veronesi dire che il rischio degli inceneritori è zero?
Con quale coraggio o coscienza può parlare agli italiani in questo modo?




Benissimo andiamo a vedere chi sono gli sponsor della sua fondazione:
http://www.fondazione...
ACEA - multiutility con inceneritori
PIRELLI - (petrolio, centrali ad olio combustibile)
ENEL (Centrali a Carbone ed oli pesanti e pure nucleare)
VEOLIA Envoirment (ditta che costruisce inceneritori!!!)
http://www.e-gazette....

E' proprio vero, in Italia l'informazione non esiste e tutto è pilotato solo da CHI ci sponsorizza.

Capitalismo, Natura, Socialismo

Questo volume raccoglie una parte delle molte migliaia di pagine pubblicate dalla rivista CNS "Capitalismo Natura Socialismo" dal 1991 ad oggi. La rivista, nata nel solco dell’interesse suscitato anche in Italia dalla rivista omonima edita da James O’Connor in California, ha cercato di dare risposta alla domanda se il capitalismo sia compatibile con la difesa della natura e dell’ambiente intesi come base vivente della stessa vita degli esseri umani e se una società socialista potrebbe assicurare una maggiore attenzione a quegli stessi valori.
La natura è un bene di cui l'uomo può disporre ma non può distruggere.
Gli articoli raccolti in questo volume testimoniano che le grandi crisi ecologiche, trovano origine nel capitalismo e nelle sue leggi di accumulazione illimitata.

Capitalismo, Natura, Socialismo
a cura di Giovanna Ricoveri
Jaka Book
pp. 288 - prezzo: 18,00 €
codice ISBN: 978-88-16-40729-9

giovedì 14 febbraio 2008

Il neem

Se vi dicessi che esiste un albero dalle tante virtù, mi credereste? Ebbene si, mamma Terra pensa proprio a tutto!
Questo albero esiste e si chiama Neem (Azadirachta indica). Si tratta di una latifoglia sempre verde appartenente alla famiglia delle Meliacee, la stessa di cui fanno parte gli alberi del mogano tanto per intendrci. E' originario della Birmania, ma ha delle caratteristiche tali da renderlo ideale anche per il rimboschimento in zone tropicali relativamente aride, come i suoli delle savane, in Africa.
Le caratteristiche principali?
1) Cresce rapidamente (circa 5 anni) fornendo copertura a territori disboscati;
2) Fornisce legna da ardere e legname da costruzione nelle zone aride;
3) Fornisce una sostanza alternativa da usare come pesticida naturale; infatti le sostanze chimiche presenti nelle foglie e nei semi funzionano come repellente e insetticida contro oltre 200 specie, comprese zanzare, coleotteri, blatte, locuste.
Miscelato con acqua, in rapporto mediamente di 1:100 (1 litro olio e 99 litri acqua) può essere nebulizzato (a basso volume e a sole calato, in quanto fotosensibile) su vaste superfici (come in agricoltura biologica) e su persone, animali ed i luoghi in cui si soggiorna, anche all ’aperto (giardini, siepi, piante, orti e frutteti). e si può usare anche per proteggere meglio i bambini, gli animali domestici e le persone più sensibili, basta aggiungere qualche goccia di olio di Neem ad una crema da spalmare sulle parti scoperte del corpo.
4)Può essere usato per curare infezioni batteriche, virali e fungine. Questa pianta cura così tante malattie che è stata soprannominata "la farmacia del villaggio".
Inoltre i suoi rametti vengono utilizzati come spazzolini asettici per la pulizia dei denti e il suo olio viene utilizzato come pasta dentifricia o saponetta.
L'olio di neem potete trovarlo in qualsiasi erboristeria ben rifornita.

NB: nonostante i suoi mille benefici, è chiaro che bisogna fare attenzione alla diffusione di questa specie nel mondo al di fuori di quello che è il suo areale originario. Se introdotta in altri ecosistemi, essa potrebbe diventare una pianta infestante ed impoverire la biodiversità locale a causa della sua rapida crescita e resistenza ai parassiti.

Quindi come al solito: mamma Terra ci da tutto, ma spetta a noi saperlo gestire ed utilizzare.

Il giorno del rifiuto

Sabato 23 febbraio in piazza Dante a Napoli, dalle 12:00 a 00:00, avrà vita Il Giorno del Rifiuto!

Artisti, scienziati, cittadini si alterneranno sul palco per parlare con chiarezze e con documentazioni scientifiche della situazione dei rifiuti a Napoli e in Campania.
Sarà una giornata di pura informazione perchè scevra da ogni tipo di interesse se non quello per una vita sana, pulita e giusta per tutti ma proprio tutti.
Questo evento è stato organizzato senza sponsor di nessun tipo, è un evento finanziato da semplici e onesti cittadini di Napoli, della Campania e d'Italia che con un euro per uno hanno creato una giornata che non avrà precedenti.
Saranno con noi Beppe Grillo, Franca Rame, Alex Zanotelli, Maurizo Pallante, Dott. Gentilini, Paul Connet, Prof. Lucarelli, il dott. Comella, il dott. Marfella, il prof. Ortolani, il prof. De Medici, Alessandro Iacuelli, Edoardo Bennato, Enzo Gragnaniello, Tony Cercola, Sasà Mendoza and quartet jazz, Spakka-Neapolis 55, Nello Daniele, Polo La Famiglia, Capone & Bungt Bangt, Enzo La Gatta e le nuove nacchere rosse, Giovanni Block e Masnada, Antonio Diana, Peter's Gospel Choir, Anna Troise, Zorama, Impact e tanti altri...
Questo evento ci deve dare soprattutto speranza, quella speranza che politici, cammorristi imprenditori corrotti hanno cercato così fortemente di toglierci. Fortunatamente gli è andata male, ma proprio male!
La città di Napoli è pronta a riprendersi la speranza che gli appartine, la sua intelligenza, la sua cultura e soprattutto la sua umanità. Se le persone sono unite nella loro passione, forza e fiducia non c'è politico o ostacolo che le possa fermare.
Questi non-uomini, zombi mangia soldi e ossigeno che si fanno chiamare "politici" saranno spazzati via dalla speranza degli uomini in un sogno più alto, condiviso, giusto e felice.
Mentre noi differenziamo, riusiamo, recicliamo comprando ogni cosa con intelligenza e accortezza, mentre noi raccogliamo l'umido per fare dell'ottimo compost... gli inceneritori rimarranno delle cattedrali nel deserto attraverso le quali si potrà vedere le opere dei non-uomini politici che ci ricorderanno sempre le nostre disattenzioni di uomini affinchè ciò non avvenga mai più.
Il 23 febbraio sarà un altro giorno di libertà che tutti con fatica, impegno e divertimento ci stiamo riconquistando. Il cambiamento è già inziato...
Avanti tutta!!!



Roberto

mercoledì 13 febbraio 2008

Nelle terre selvagge

Sono stata al cinema, ho visto questo film, "into the wild", ispirato ad una storia vera.
Parla di un ragazzo di buona famiglia che vive un profondo conflitto interiore: si sente chiuso dentro gli schemi della società e sopratutto non accetta quella che è la sua storia famigliare. Dopo la laurea devolve in beneficenza i suoi risparmi e parte senza nulla, solo con uno zaino in spalla alla conquista del suo sogno: l'Alaska e le terre selvagge. Questo suo viaggio dura due anni, e sul cammino incontra difficoltà, ma anche tante persone che con le loro storie lo aiutano a maturare. In Alaska, Alexander Supertramp (così si fa chiamare) vive in solitudine, misurando le proprie paure e la propria forza fisica con la natura selvaggia e nutrendo lo spirito con ricordi, letture e pensieri, tutte cose che alla fine lo porteranno a comprendere quello che è il vero significato della vita riappacificando lo spirito con quella che è la sua storia. Il messaggio che il film lancia è che si è davvero felici solo quando la felicità viene condivisa con qualcuno.
Il finale del film??? Se volete saperlo andate al cinema a vederlo.


Posso solo dirvi che il film è molto impegnativo, a tratti drammatico, ma profondo: una cosa però ve l'assicuro non vi pentirete di guardarlo. Ultimo appunto: colonna sonora degna di nota!!!

martedì 12 febbraio 2008

Francia: ancora nucleare

Flamanville (Normandia): su una scogliera alta 70 mt e sui terreni dove da 20 anni sono già presenti altre due centrali nucleari, sono iniziati i lavori per una nuova centrale nucleare (Gruppo EDF): la più grande al mondo, con i suoi 1600 Mw può assicurare l’elettricità ad una città di un milione e mezzo di abitanti.
La centrale dovrebbe entrare in funzione nel 2012.
Gli abitanti di Flamanville guardano con positività a questo progetto, la stessa positività con cui 20 anni fa accolsero le altre due centrali, e questo perché queste opere hanno portato nel loro territorio progresso e benessere economico.

Data la notizia, andiamo avanti con la riflessione: Si può parlare realmente di benessere?
Per valutare i pro e i contro dell’energia nucleare dobbiamo innanzitutto capire come funziona un impianto come questo. La fissione nucleare è una trasformazione in cui due isotopi con grandi numeri di massa, come l’uranio-235 o il plutonio-239, vengono scissi in nuclei più leggeri quando sono colpiti da neutroni. Questo procedimento rilascia due o tre neutroni e libera energia. Ciascuno di questi neutroni a sua volta può causare ulteriore fissione. Tutto questo scatena una reazione a catena che produce un’enorme quantitativo di energia, la quale può essere convertita in calore utilizzato a sua volta per produrre vapore ad alta pressione che fa girare delle turbine e produrre così elettricità.

Vantaggi: grandi riserve di combustibile, basso impatto ambientale (senza incidenti) e rispetto al carbone emette solo 1/6 di Anidride carbonica.

Svantaggi: innanzitutto gli elevati costi di mantenimento degli impianti, la bassa produzione di energia netta; l’elevato impatto ambientale in caso di incidenti (ricordiamo Chernobyl). Secondo la stima dell’Accademia Nazionale delle Scienze, gli impianti nucleari causano 6000 morti premature e 3700 difetti genetici all’anno. Secondo gli scienziati del Department of Energy (DOE), questi impianti a partire dalla fine degli anni ’50 hanno rilasciato enormi quantità di particelle radioattive nell’aria e gettato tonnellate di rifiuti radioattivi e di sostanze tossiche nei ruscelli, nei mari, nei pozzi e tutto questo senza informare il pubblico. Ed eccoci alla situazione rifiuti: Uno dei principali problemi legati al nucleare è proprio il loro smaltimento.
Si producono due tipi di rifiuti:

1) rifiuti di basso livello, che emanano piccoli quantitativi di radiazioni e devono essere immagazzinati in modo sicuro per circa 100-500 anni affinché decadano a livelli non pericolosi;

2) rifiuti di alto livello, che emettono grandi quantità di radiazioni ionizzanti per un breve periodo di tempo e piccole quantità per un lungo periodo. Questi rifiuti devono essere immagazzinati in modo sicuro per almeno 10.000 anni

Vi siete chiesti che fine fanno quotidianamente questi rifiuti? Dove vengono portati? E come vengono smaltiti? Questo argomento lo tratteremo in maniera più approfondita in nuovo post. Ciò che posso dire, però, è che a farne le spese sono sempre le povere persone, quelle che o per ignoranza o per povertà non sono in grado di contrastare il problema.

Ciò che molti esperti chiedono, e alle cui voci unisco anche la mia è questo: sospendere i finanziamenti governativi a questi impianti e utilizzare questi fondi per lo sviluppo di tecnologie che portino a un miglioramento dell’efficienza energetica ed economica e come sempre ad un minor impatto ambientale: un esempio sarebbe la produzione di energia da gas naturale (geotermia) o altre fonti rinnovabili.

domenica 10 febbraio 2008

Marion Stoddart

All'inizio degli anni '60 Marion Stoddart si trasferì a Groton, vicino il fiume Nashua, il quale era considerato come uno dei più sporchi della nazione. Si potevano vedere i pesci morti che galleggiavano sull'acqua, la quale, a seconda dei coloranti scaricati nel fiume dalle cartiere, appariva ora rossa, ora verde, ora blu. Marion si rimoboccò le maniche e iniziò a ripulire il fiume e a creare parchi pubblici sulle sue rive. Creò un piano di risanamento che venne presentato ai funzionari statali nel 1962. All'inizio questi risero della sua iniziativa, ma Marion non si scoraggiò e andò avanti, intraprendendo una forte azione politica. Individuò i detentori del potere nelle comunità situate lungo le rive del fiume e iniziò ad educarli, attirandoli così dalla propria parte e a farli cooperare nella pulizia del fiume. Grazie alla sua caparbietà riuscì ad ottenere da parte dello Stato, il divieto di scarico nel fiume. Non solo, con 13000 firme per una petizione da indirizzare al' allora Presidente Nixon, riusci ad ottenere dei fondi federali. Coinvolse anche le scuole nella pulizia del fiume e persuase le comunità rivierasche a ricreare 2400 ettrai di parco e di bosco lungo le banchine del fiume. Adesso dopo più di 40 anni il fiume è ancora pulito , sono stati costruiti parecchi impianti di trattamento e si è costituito un gruppo di cittadini che affianco della Stoddart continuano a controllare la qualità delle acque. Nel fiume vi sono ora molti generi di pesci e di altra vita selavtica e le sue acque vengono utilizzate per il canottaggio e altri tipi di attività ricreative e turistiche.

Ecco come una comunità attraverso la valorizzazione del proprio territorio può crescere anche da un punto di vista economico. Ritengo necessario toglierci dagli occhi la benda che non ci consente di vedere quello che mamma Terra ci offre. Ci affanniamo nella disperata ricerca di ricchezza e benessere e invece non ci rendiamo conto che tutto ciò di cui abbiamo bisogno per progredire ci è già stato fornito: è lì da migliaia di anni, dobbiamo solo avere l'accortezza e l'intelligenza di saperlo vedere e valorizzare. Questo a parere mio è un bell'esempio di sviluppo sostenibile.

sabato 9 febbraio 2008

SOS PETROLIO

"il nostro liquido pianeta brilla come uno zaffiro nell'assoluta
oscurità dello spazio. Non c'è niente come lui nel sistema solare, perchè c'è l'acqua"
(Johnn Todd)
In questi giorni è avvenuto un incidente importante: un cargo turco in fiamme, diretto a Trieste con a bordo 1.000 tonnellate di greggio, sta andando alla deriva al largo della costa adriatica croata, minacciando di inquinare le spiagge. Per fortuna le persone a bordo sono state tratte in salvo, ma la situazione pur sembrando sotto controllo, potrebbe portare a conseguenze disastrose.

Il discorso sull’ecosistema marino è molto ampio, e non posso trattarlo con un solo post, tuttavia volevo soffermarmi su una questione importante. Gli incidenti delle petroliere o le esplosioni che si verificano nelle piattaforme di trivellazione, sono gli unici eventi che richiamano l’attenzione pubblica e fanno pensare al pericolo che il petrolio presenta per l’ecosistema marino. In realtà dovremmo pensare diversamente: la maggior parte del petrolio viene rilasciato normalmente durante le normali operazioni di trivellazione, dal lavaggio dei serbatoi delle petroliere stesse, e dal conseguente rilascio di acqua oleosa e dalle perdite dei serbatoi durante l’immagazzinamento. Uno studio eseguito dagli Amici Delle Terra nel 1993 mise in evidenza che ogni anno le sole compagnie petrolifere statunitensi, versano, sprecano o perdono petrolio in quantità uguale a quella trasportata da mille navi cisterna. Anche i depositi naturali rilasciano quantità di petrolio nell’oceano. Come vedete siamo continuamente bomabardati.
Gli effetti che il petrolio esercita sugli ecosistemi marini dipendono da molti fattori: tipo di petrolio (se grezzo o raffinato), la quantità rilasciata, la distanza della fuoriuscita dalla costa, il periodo dell’anno, le condizioni del tempo, la temperatura media dell’acqua e le correnti oceaniche. La maggior parte delle forme di vita marina recupera dall' esposizione a grosse quantità di petrolio nel giro di tre anni. Il recupero all’esposizione di petrolio raffinato è più lento, circa 10 anni ed è ancora più lungo se pensiamo agli estuari, ai golfi chiusi o alle baie con acque poco profonde. Le spiagge inquinate da petrolio dilavate da onde alte o dalle correnti ritornano pulite dopo un anno, ma nelle zone salmastre e negli estuari il danno permane per molto tempo. E’ chiaro che tutto questo ha delle ripercussioni profonde in quella che è l’economia legata al turismo oltre che a un impatto ambientale di notevole considerazione, tradotto in perdita di biodiversità.
Come al solito le soluzioni che vi suggerisco non sono nulla di difficile o di eclatante, ma dovrebbero essere prese realmente in considerazione nelle politiche di gestione:le parole le porta via il vento, ma i problemi rimangono. Non si vuole capire che prevenire è meglio che curare.
Le soluzioni sono molte e svariate, ma vi cito solo quelle legate al discorso petrolifero. Bisognerebbe promuovere politiche volte alla tutela delle aree costiere sensibili e di valore ecologico, proteggendole dallo sviluppo, dalle perforazioni di petrolio e dal suo trasporto via mare; bisognerebbe obbligare all'uso di doppi fondi per le petroliere; e pianificare con strumenti efficaci rotte di navigazione che non siano fonti di disturbo per l'ecositema stesso, inteso come insieme di vita e di habitat.

I pericoli del mestiere


"L'acqua può fluire in migliaia di canali, ma tutta ritorna al mare"
(Proverbio africano)

Piccola curiosità: la Baia di Santa Monica in California che è stata luogo di ripresa cinematografica per la serie televisiva Baywatch, dà l'illusione di una tipica spiaggia californiana pulita. Ciò che gli spettatori non sanno è che la baia è così altamente inquinata che gli attori prendono una paga extra ogni volta che entrano in acqua, e quando escono sono sottoposti ad una serie di trattamenti chimici per essere ripuliti.

Povera mamma Terra: ma dove andremo a finire se continua così!

venerdì 8 febbraio 2008

Eppure soffia

Stavo ascoltando questa vecchia canzone di Pierangelo Bertoli, Tra l'altro in questi giorni ho ascoltato anche l'interpretazione di Ligabue. Con tutto rispetto ma quella di Bertoli resta sempre la migliore. Comunque tornando a noi: mentre ascoltavo la canzone mi sono resa conto di come le parole decrivano bene ciò che mamma Terra vive di continuo: mamma Terra è stata offesa da guerre, inquinamento, disastri ambientali di enorme portata...eppure il vento soffia ancora, e il sole ogni giorno si alza per donarci nuova energia e mamma Terra continua a custodire la vita...

Una canzone...anche questa è educazione ambientale

E l'acqua si riempie di schiuma, il cielo di fumi
la chimica lebbra distrugge la vita nei fiumi
uccelli che volano a stento malati di morte
il freddo interesse alla vita ha sbarrato le porte

un'isola intera ha trovato nel mare una tomba
il falso progresso ha voluto provare una bomba
poi pioggia che toglie la sete alla terra che è vita
invece le porta la morte perché è radioattiva

Eppure il vento soffia ancora
spruzza l'acqua alle navi sulla prora
e sussurra canzoni tra le foglie
bacia i fiori li bacia e non li coglie

Un giorno il denaro ha scoperto la guerra mondiale
ha dato il suo putrido segno all'istinto bestiale
ha ucciso, bruciato, distrutto in un triste rosario
e tutta la terra si è avvolta di un nero sudario

e presto la chiave nascosta di nuovi segreti
così copriranno di fango persino i pianeti
vorranno inquinare le stelle la guerra tra i soli
i crimini contro la vita li chiamano errori

Eppure il vento soffia ancora
spruzza l'acqua alle navi sulla prora
e sussurra canzoni tra le foglie
bacia i fiori li bacia e non li coglie

eppure sfiora le campagne
accarezza sui fianchi le montagne
e scompiglia le donne fra i capelli
corre a gara in volo con gli uccelli

Eppure il vento soffia ancora!!!

giovedì 7 febbraio 2008

Risparmio energetico al parco d'Abruzzo

Riporto di seguito un articolo uscito sul quotidiano "il Centro":

Pescasseroli, venerdì 15 febbraio 2008, dalle ore 18.00 alle ore 19.30, blackout volontario al Parco nazionale d'Abruzzo e Molise. Anche l'ente aderirà a "M'illumino di meno" campagna di comunicazione promossa dalla trasmissione di Radio2 "Caterpillar". Quel giorno tutte le strutture del Parco spegneranno le luci e qualsiasi altra fonte di consumo, che non costituisca necessità assoluta. L'ente invita il proprio personale dipendente a fare altrettanto a casa. Il presidente del Parco, Giuseppe Rossi, invita anche i comuni, le associazioni e i cittadini dell'area protetta ad aderire all'iniziativa. " I Parchi dovrebbero rappresentare un autentico laboratorio a cielo aperto di sostenibilità -dice Rossi- e dovrebbero essere costantemente impegnati sul fronte dell'impiego di fonti rinnovabili, della riduzione dell'inquinamento luminoso e della compensazione di emissioni di gas serra"

martedì 5 febbraio 2008

Imparare dalla Terra

Io sono il desiderio dell'acqua, dell'aria, del cibo, dell'amore, del calore, della bellezza, della libertà, delle sensazioni, della vita, della comunità, dello spazio e dello spirito nel mondo naturale...Io ho due madri, una umana e il pianeta, la Terra.
(Michael J. Choen)


L'educazione ambientale di tipo convenzionale è molto importante, ma non abbastanza. Ciò a cui veramente dovremmo educarci è il riscoprire e riaccendere i sensi, in particolar modo il senso del timore, della meraviglia e dell'umiltà stando sotto il cielo stellato, camminando attraverso una foresta, stando fissi difronte all'oceano e scoprirne la grandezza e il fascino, o scoprendo un fiume o un lago...Dovremmo raccogliere una manciata di terra e cercare di immaginare come al suo interno ci sia la natura infinitamente piccola che con il suo costante lavoro ci tiene in vita. Dovremmo imparare e a guardare le montagne, le rocce, gli alberi e le api e cercare di capire e sentire che essi sono parte di noi e noi una parte di loro nei processi di riciclo della vita sostenibile su mamma Terra.
L'educazione nei confronti della Terra non è una cosa difficile da imparare, basta avere in testa e nel cuore alcuni dei principoi più importanti:
- Sviluppare il rispetto per tutte le forme di vita;
- Capire come funziona mamma Terra, in che modo sostenerla e utilizzare questa visione per guidare le nostre azioni;
- Comprendere le complesse interazioni che esitono tra uomo e natura, tra persone con credi e culture differenti, tra le generazioni, tra i problemi che si incontrano e le loro soluzioni;
- Pensare in maniera critica, al fine di diventare saggi ricercatori e non sterili mezzi di informazione;
- Valutare le conseguenza buone e non buone di un certo stile di vita e della propria professione su mamma Terra, ora e nel futuro;
- Nutrire il desiderio di fare del mondo un mondo migliore e agire secondo il deisderio.

lunedì 4 febbraio 2008

Mamma Terra cerca un aiuto per gli orsi del Tirolo

Enzo (blog dell'orso bruno mi ha inviato questa mail: ve la segnalo qui nel mio Blog e se avete idee (sperando che ne abbiate tantissime) potete contattare me o direttamente l'orso Bruno.

Care amiche e cari amici
scrivo per mettervi al corrente di una iniziativa che da ieri mi frulla nel cervello. Tutti siamo gestori di associazioni, blog, siti o forum dedicati alla natura e agli animali e sicuramente molti di voi avranno appreso la sconcertante notizia di questi giorni sulla decisione del governo regionale tirolese di abbattere gli orsi "potenzialmente pericolosi" che verranno trovati in Tirolo. (Per i particolari: http://blogorsobruno.blogspot.com/2008/01/in-tirolo-gli-orsi-vaganti-potranno.html).
Ora, o lasciamo cadere nel silenzio questa dichiarazione di barbarie come la maggior parte dei media hanno fatto o ci rimbocchiamo le maniche e facciamo qualcosa. Non voglio vedere altri Bruno sulle pagine dei giornali per l'idiozia di chi non capisce che questi animali (a differenza nostra) non sono vincolati da confini e vedere annullati gli sforzi che finora sono stati fatti per conservare e recuperare il re dei nostri boschi.
L'ENPA si sta già muovendo con un'appello al Ministero dell'Ambiente e all'UE per fermare questo sicuro eccidio (http://blogorsobruno.blogspot.com/2008/01/tirolo-orsi-sconfinanti-lenpa-si.html) e proprio per questo ho chiesto questa mattina il loro sostegno in quanto ente nazionale per un'ipotetica iniziativa per aiutare i notri orsi. Attendo una loro risposta. Chiedo quindi a voi se avete idee per intraprendere un'azione da fare tutti insieme e in sinergia. Avevo pensato ad un bombardamento di email al governo regionale Tirolese, cercando di contattare anche i nostri amici d'oltralpe. Che ne dite? Io sto già cercando qualche contatto, ma il tedesco non è il mio forte (!!!). Logicamente una volta decisa l'azione ognuno di noi dovrà cercare di diffondere il più possibile l'iniziativa, con qualunque mezzo (legale) a vostra disposizione. Fatemi sapere se siete con me e se avete qualche proposta in merito.
Cerchiamo di fare qualcosa.
Enzo


Ragazzi iniziamo a spremere le meningi per aiutare i fratelli orsi del Tirolo!!!