Purtroppo gran parte di questa saggezza l’abbiamo persa durante il recente periodo dell’era industriale, nel quale assistiamo continuamente al conflitto tra ecologia e sistemi economici dell’industria del consumo. La radice del problema è la nostra ossessione per una crescita economica senza limiti e per questo abbiamo iniziato a fagocitare i sistemi naturali convinti che questi fossero eterni e sempre disponibili e pensando di creare benessere stiamo invece lentamente andando verso la povertà: economica, ecologica, morale e sociale.
Nonostante il mercato tenti di nasconderlo è sempre più evidente che ci troviamo di fronte alla sfida di creare comunità ecologicamente sostenibili, e devo dire che visitando l’Orto della Terra di Loe i ragazzi hanno raccolto la sfida in modo profondo e consapevole. A loro appartiene la consapevolezza che ogni organismo, pianta, microrganismo e anche l’essere umano fanno parte di quella rete di relazioni che continuamente supporta la vita e data l’importanza basilare del terreno vivo, è fondamentale conservare l’integrità dei grandi cicli ecologici nelle nostre pratiche agricole.
E c’è un altro aspetto da considerare, non meno importante, lo facevo notare proprio ieri lì nella terra di Loe: la natura è un enorme e complesso sistema cooperante, l’orto sinergico è un sistema cooperante dove ogni organismo ha la sua funzione, il suo ruolo ecologico, così come i ragazzi della terra di Loe nel portare avanti questo progetto hanno cooperato insieme ognuno con il proprio compito, ognuno con la propria abilità, ognuno con le proprie energie, ognuno con un suo ruolo ben definito, scoprendo il senso di comunità e di appartenenza ad un luogo. "I luoghi"- scrive David W. Orr - "sono laboratori di diversità e complessità dove si mescolano funzioni sociali e processi naturali".