Il Fucino visto dallo spazio

Un'immagine scattata dallo spazio rivela che la piana del Fucino è la valle più fertile d’IItalia.

Il caffè se inquina che piacere è?

E mentre le pubblicità ci raccontano di aromi sensuali e di luoghi di degustazione simili a boutique francesi, non ci rendiamo conto che preferendo la capsula alla moka non solo paghiamo un caffè 7 volte di più, ma contribuiamo ad inquinare l’ambiente.

La forza dell'uomo è nella verità

Alcuni vorranno toglierci la parola: il manganello può sostituire il dialogo, ma le parole non perderanno mai il loro potere, perchè esse sono il mezzo per giungere al significato e, per coloro che vorranno ascoltare, sono l'affermazione della verità.

PIL:una misura di sviluppo?

Ho sempre pensato che sviluppo e benessere inteso come qualità della vita andassero di pari passo...dunque il PIL è utile nella valutazione della qualità della vita?

lunedì 26 maggio 2008

Non toccate i cuccioli!

Estate tempo di gite ed escursioni. Utilizzo ora un disegno fatto da Enzo Cerasani (blog dell'Orso bruno) su richiesta della Riserva del Monte Genzana, per dare anche a voi qualche indicazione utile a proteggere gli animali di mamma Terra.

Se percorrendo un sentiero di montagna, vi capita di trovare in mezzo all'erba alta dei cuccioli di cervo o di capriolo da soli, non avvicinatevi, non toccateli e lasciateli lì. A voi sembrerà che siano stati abbandonati, ma in realtà non è così: la mamma è andata in cerca di cibo. Se vi avvicinate o li toccate, cosa succede quando mamma torna? Semplice, sentendo il vostro odore, lei non li riconosce più e li abbandona, destinandoli così a morte certa. Quindi se amate mamma Terra e gli animali, "GUARDARE E NON TOCCARE " deve diventare il vostro motto numero 1!!!
PS= imparate a camminare in silenzio lungo i sentieri della montagna e la natura vi regalerà delle visioni magnifiche

Se tu lo scarti, lo prendo io

Ecco quello che secondo me è un esempio di come le industrie possono approntare piani di sviluppo utili ad aiutare mamma Terra. Questa notizia risale a qualche mese fa, fu pubblicata sul quotidiano “il Centro”, ho conservato la pagina del giornale perché credo che questo sia un progetto promettente e molto attuale soprattutto in un momento come questo in cui la questione dello smaltimento dei rifiuti civili ed industriali sta praticamente monopolizzando le nostre preoccupazioni e paure. Questo studio, sostenuto dalla Provincia di Pescara e dall’Ipi (istituto per la produzione industriale del governo) è condotto dalla Facoltà di Economia dell’Università D’annunzio ed ha come oggetto la realizzazione di un Parco eco-industriale. Il principio su cui si basa è che “ gli scarti di una fabbrica non andranno più in discarica o in impianti di trattamento speciali, ma saranno utilizzati come materia prima, a basso costo, da un’altra industria. Praticamente una specie di catena ecologica il cui obiettivo è quello di minimizzare al massimo l’inquinamento industriale. L’area industriale di Bussi è stata scelta come sito di studio: il primo passo è stato quello di avviare l’analisi dei processi produttivi delle aziende presenti in quest’area, questi processi sono stati messi in relazione con quelli delle altre industrie abruzzesi arrivando così ad una prima ipotesi di scambio.

Esempio: il fango derivante dal ciclo produttivo della MEGA, diventa materia prima per la Orim che ne estrae metalli che utilizza o vende alla Honda. A loro volta i fanghi della Honda diveranno materia prima per il cementificio di Pescara. O ancora il cloro, altro scarto di produzione industriale, una volta trattato potrebbe essere utilizzato da un’azienda che si occupa di rifornire le piscine.

Anna Morgante, Preside della facoltà che sta conducendo lo studio, ha evidenziato quelli che sono gli ostacoli che un progetto come questo, così apparentemente semplice, logico, ma anche rivoluzionario, incontra, primo tra tutti è quello che tale studio è “scomodo” perché manda a monte quello che è il fiorente business dei rifiuti.

E’ un pensiero giusto quello della Morgante, un pensiero che però dovrebbe far suscitare la rabbia dei cittadini, perché non è possibile che si continui a parlare di sviluppo sostenibile, di carenza energetica e di materia prime e poi vedere che lo Stato preferisce utilizzare i soldi pubblici per finanziare inceneritori, torce al plasma e altri abomini che non vanno a tutelare le materie prime o a produrre energia. Vogliamo lo sviluppo sostenibile? Allora le forze economiche del nostro Paese dovrebbero sostenere progetti meritevoli come questo.

Fonte: Il Centro

mercoledì 21 maggio 2008

Con tutta l'energia possibile

"Con tutta l'energia possibile"
Leonardo Maugeri
Edizioni: Sperling & Kupfer
prezzo di copertina 20,00€

Con un linguaggio semplice e avvincente, che non va a scapito del rigore scientifico, Leonardo Maugeri illustra la difficile sfida energetica del nostro secolo, superare l'eccessiva dipendenza del pianeta dalle fonti fossili (petrolio, carbone e gas), la cui combustione, è ormai certo, causa del grande inquinamento. Maugeri riesce a trattare dell'argomento grazie ad un lavoro fondato sulla ricerca scientifica, illustrando al lettore pregi e difetti delle varie fonti di energia esprimendo anche un giudizio su ruolo che ogni fonte potrebbe giocare in futuro.
Il volume è diviso in due parti: nella prima si parla delle fonti di orgine fossile, petrolio, carbone e gas naturale, mentre nella seconda parte si tratta delle tanto declamante fonti alternative, ovvero l'eolico, la geotermia, il nucleare, l'acqua, il solare, l'idrogeno.

lunedì 12 maggio 2008

Vodafone ricicla il tuo telefonino

Riporto di seguito una notizia pubblicata da Ansa valle D'aosta.

ANSA) - AOSTA, 11 MAG - Dal riciclo dei telefonini alla realizzazione di impianti fotovoltaici per alcune scuole. E' quanto si propone la campagna, promossa da Vodafone Italia, "Il tuo telefonino ha ancora tanta energia", un tour che partirà domani da Aosta e Catania.
Il progetto, che si avvale anche del contributo di Enel e di Legambiente, si propone di raccogliere i vecchi telefonini e di utilizzare il ricavato della loro rigenerazione per il finanziamento di impianti fotovoltaici in alcune scuole del paese. I terminali saranno raccolti oltre che nel corso del recycling tour anche negli oltre 800 negozi Vodafone One. Il tour rimarrà ad Aosta, in piazza Arco d'Augusto e a Catania fino a mercoledì, successivamente, toccherà le città di Genova, Lecce, Padova, Caserta, Bergamo, Perugia, Ancona.
Gli edifici scolastici che beneficieranno dell'iniziativa - riferisce una nota di Vodafone Italia - saranno individuati insieme a Legambiente. Ogni impianto fotovoltaico installato produrrà mediamente oltre 7 mila kilowattora all'anno, consentendo quindi alla scuola di risparmiare sulla bolletta e riducendo l'emissione in atmosfera di circa 5 tonnellate di CO2 all'anno. Inoltre le scuole potranno destinare ad altre attività quanto risparmieranno in bolletta. (ANSA).

venerdì 9 maggio 2008

Si può sognare una società sostenibile?

"Quando non c'è alcun sogno, le persone deperiscono"
(Proverbi 29, 18)

Il mondo sta affrontando un cambiamento radicale, rispetto al secolo scorso la popolazione umana è aumentata di 4 volte e l’economia mondiale è 17 volte più grande. Le foreste si stanno restringendo, le falde si abbassano, i suoli vengono erosi, i pascoli si deteriorano, la pesca è fortemente danneggiata, la temperatura aumenta e piante e animali tendono a scomparire. In tutto questo possiamo dire senza timore che il degrado del pianeta sta danneggiando la salute dell’uomo. La domanda allora è: dove ci porterà il cambiamento e da chi verrà? Verrò da grandi iniziative mondiali? Dal singolo? Dal continuo degrado ambientale che porterà ad un punto di grande rovina economica e instabilità sociale?
Il Summit di Rio del 1992, ha reso popolare l’obiettivo di uno sviluppo sostenibile. I grandi capi di stato che lì si incontrarono credevano di poter perseguire questo obiettivo con lo sviluppo di una migliore tecnologia e scrivendo accordi, trattati e leggi. In realtà bisognava affrontare in altro modo il problema e comprendere la vera natura della crisi di mamma Terra. La società odierna non è in grado di trovare soluzioni perché è danneggiata dai valori che i nostri capi ci propongono: crescita economica, lavoro, consumo, competitività, potere e dominio. Come possiamo allora attuare una trasformazione verso una società sostenibile?
Io la risposta l’ho trovata leggendo una frase di Lester W. Milbrath, professore emerito di scienze politiche e sociologia alla State University di New York a Buffalo: “noi dobbiamo imparare la nostra via. La natura e gli imperativi delle sue leggi, saranno i nostri insegnati più importanti nell’imparare la nostra via verso una nuova società”.
Una società sostenibile affermerebbe l’amore come primo valore estendendolo alle persone di altri Paesi, alle generazioni future e alle altre specie. Una società sostenibile dovrebbe promuovere la collaborazione e non il dominio, la cooperazione sopra la competizione e ancora l’amore sopra il potere. Una società sostenibile dovrebbe creare prodotti a lunga durata da curare e conservare, e insegnare la bellezza della semplicità. Nel campo del commercio i mercati stessi dovrebbero fare scelte morali tra oggetti e politica, provvedere ai beni pubblici come le scuole, i parchi e alla stessa protezione ambientale, tutti beni che sono importantissimi per la qualità della vita. Si dovrebbe promuovere lo sviluppo della scienza e della tecnologia, senza però permettere lo sviluppo di tecnologie così potenti da compromettere i valori sociali. Una società che impari ad essere sostenibile dovrebbe riprogettare il governo, utilizzare i processi di cognizione del governo per promuovere la conoscenza sociale. Richiedere che la gente che governa ascolti i cittadini, non solo per mantenere vivo il processo di partecipazione pubblica, ma anche per poter coltivare uno scambio di pareri e conoscenza tra i cittadini e i funzionari. Poiché tutto è connesso, la politica dovrebbe sforzarsi di essere di tipo “planetario”, perché la nostra salute, il nostro benessere sono influenzati da come si comportano le persone, gli uomini d’affari e i governi di altri Paesi. Finché non si diventerà consapevoli della necessità di cambiare la società, non si può sperare di trovare “la nostra via” verso un futuro sostenibile. Avere una visione del futuro implica la necessità di dover prendere decisioni e queste saranno decisioni morali. Anche la decisione di non agire diventa una decisione morale. Tutte le persone che capiscono cosa sta succedendo a mamma Terra hanno la responsabilità di favorire il passaggio verso una società sostenibile.