Il Fucino visto dallo spazio

Un'immagine scattata dallo spazio rivela che la piana del Fucino è la valle più fertile d’IItalia.

Il caffè se inquina che piacere è?

E mentre le pubblicità ci raccontano di aromi sensuali e di luoghi di degustazione simili a boutique francesi, non ci rendiamo conto che preferendo la capsula alla moka non solo paghiamo un caffè 7 volte di più, ma contribuiamo ad inquinare l’ambiente.

La forza dell'uomo è nella verità

Alcuni vorranno toglierci la parola: il manganello può sostituire il dialogo, ma le parole non perderanno mai il loro potere, perchè esse sono il mezzo per giungere al significato e, per coloro che vorranno ascoltare, sono l'affermazione della verità.

PIL:una misura di sviluppo?

Ho sempre pensato che sviluppo e benessere inteso come qualità della vita andassero di pari passo...dunque il PIL è utile nella valutazione della qualità della vita?

venerdì 14 agosto 2009

Ecco quanto arsenico dell'Ilva finisce nel mare

Il dato sperimentale del 2007 è tre volte superiore alla dichiarazione al registro Ines 2006. I dati aziendali "superano" i dati di Arpa Puglia la quale in laboratorio riscontra... valori inferiori ai laboratori Ilva.
Il dr. Fabrizio Bianchi è l’epidemiologo dell’Istituto di fisiologia clinica del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) che ha guidato le ricerche dell’arsenico a Gela i cui risultati hanno dato lo spunto a PeaceLink per chiedere che analoghe ricerche siano fatte a Taranto, dove, per molti aspetti, la situazione dell’inquinamento ambientale è più grave di quella di Gela. Egli ritiene, d’accordo con il Direttore Generale di ARPA Puglia prof. Giorgio Assennato, che sia bene fare nuovi controlli, avendo a riferimento i dati ISPESL del 2007. Nella lunga intervista concessa alla Gazzetta del Mezzogiorno del 13 agosto, lo scienziato riconosce anche l’apporto positivo della società civile: “Le Istituzioni si stanno muovendo e lo stimolo viene dal basso. Se poi ci sono protocolli di ricerca, attivati o da attivare, per realizzare quello che gli ambientalisti e i cittadini chiedono in materia di controlli siamo, allora, sulla strada giusta”. E’ ben altra musica rispetto alle accuse di “allarmismi assolutamente ingiustificati” e di “sensazionalismo” che sono piovute addosso a PeaceLink solo perché ha “osato” rendere noti all’opinione pubblica i “dati fittizi” del registro INES (Inventario Nazionale delle Emissioni e delle Sorgenti), peraltro comunicati dalle aziende al Ministero dell’Ambiente.
Il dott. Fabrizio Bianchi ha dichiarato alla Gazzetta che i dati che le aziende comunicano al registro INES, a cui PeaceLink ha fatto riferimento per lanciare l’attenzione sull’arsenico a Taranto, in genere non sono sovrastimati. Su questo il dott. Bianchi è stato esplicito in maniera disarmante: “Sarebbe sciocco – ha dichiarato – da parte di una azienda dichiarare dati più alti rispetto alle emissioni inquinanti”.
E’ quello che tutti pensiamo. Ciò è confermato dalla vicenda diossina. Infatti l’Ilva dichiarava poco più di 90 grammi annui al registro INES mentre l’Arpa Puglia, misurazioni alla mano, ha valutato le emissioni di diossina in 172 grammi annui in condizioni di normale conduzione degli impianti.
Quindi PeaceLink ha fondati motivi di ritenere che in taluni casi i dati reali degli inquinanti immessi nell’aria e nelle acque di Taranto siano ancora più importanti dei dati di stima comunicati dall’Ilva al registro INES.
Facciamo proprio il caso dell’arsenico di cui si discute in questi giorni che preoccupa noi, il Sindaco e il Segretario generale di UILM Taranto ma che non sembra allarmare né Ilva, né Confindustria. Bene. I dati INES, frutto di stime dell'Ilva, sono 1116 chili all'anno di arsenico Ilva per il 2006 (ultimo dato disponibile).
I dati dell’Arpa Puglia, frutto di misurazioni relative all’arsenico Ilva, sono questi per il 2007: 2650 chili all’anno.
Noi sappiamo che a ciascuna analisi eseguita dal laboratorio del Dipartimento di Taranto di ARPA Puglia corrisponde l’analisi fatta da Ilva nei propri laboratori accreditati.
Le analisi di verifica dell’Ilva, sempre del 2007, rivelano dati ancora più consistenti. Le analisi Ilva forniscono infatti valori di concentrazione lievemente inferiori per il canale 1 (0,0028 mg/litro) e più che doppi per il canale 2 (0,0022 mg/litro).
L'Arpa fornisce come portata oraria dei due canali i seguenti dati: 100.000.000 di litri/ora per il canale 1 e 45.000.000 di litri/ora per il canale 2.
Il che dà come valore complessivo di scarico annuo una quantità di 3320 chili di arsenico in mare (2453 kg per il canale 1 più 867 kg per il canale 2). Questo è il valore in kg/anno ricavato con i dati di laboratorio (rapporti di prova) dell'Ilva stessa.
E’ mai possibile che le Autorità sanitarie, dal Sindaco, agli Assessori comunale, provinciale e regionale, all’Istituto Superiore di Sanità, al Ministro e al Ministero della salute continuino ad accettare come unico limite di emissione di elementi cancerogeni quello della “concentrazione” (milligrammi per litro) mentre la salute dei cittadini è compromessa dai quantitativi reali di veleni immessi nell’aria e nel mare, quantitativi direttamente correlati con i reali enormi flussi di massa annuali?
Usque tandem …?

Articolo preso da : Associazione PeaceLink


lunedì 10 agosto 2009

Le stelle innamorate

10 agosto: notte di San Lorenzo, la notte in cui cadono le stelle. Paolo Ferro, nel suo libro "io mi ricordo" parla di una storia che le antiche genti narravano. E quale occasione migliore di questa per farvela conoscere?

"Dammi la tua mano e vieni via con me" un giorno disse il vento rivolto ad una stella; la stella gli rispose: "Non ho tanto calore per riscaldare il cuore di un tipo come te". Ma il vento riprese: "Ti prenderò per mano, ti porterò lontano, sulle mie ali tu sarai regina dell'amore; nel cielo tra le stelle, sorelle della notte, io ti farò la corte finchè non dici si".

Passarono altri giorni e tornarono altre notti, la stella si nascose e il vento spazientì; le nubi la celavano dietro un oscuro velo ma passò un raggio di luna e, distratto, la tradì. E il vento che la scorse divenne più impetuoso, disse alle nubi nere: "Andate via da qui." La spinse via lontano con un soffio e, impietoso, strinse la stella al fianco e infine la rapì.

Planarono per cieli, volarono su terre: tutte le cose belle del mondo le mostrò; la strinse al suo fianco per non farla cadere e, pian piano, anche la stella di lui si innamorò.
Furono notti calde le notti d'estate; tutto per amore il vento osò: sfiorò le cime ai monti, quasi toccò le strade; finché una notte stanco nel cielo si posò. E la stella che teneva tra le braccia scivolò; cadde nel buio vuoto, verso la strada andò. Ma prima di smorzarsi espresse un desiderio: "Voglio che il mondo ricordi questo amore sincero." Ecco perché le notti d'estate, cadono sulla terra le stelle innamorate.

Secondo le antiche genti fu così che la terra conobbe l'amore.

venerdì 7 agosto 2009

Polistirolo city

Copio e incollo l'articolo di Fabrizio Gatti, da qui si capisce qual'è la situazione degli Aquilani. Non credete a quello che la tv o i giornali di parte scrivono: all'Aquila non c'è nulla di risolto. Se volete davvero sapere cosa sta succedendo e vedere con gli occhi di chi questa tragedia la sta vivendo sulla propria pelle , allora vi consiglio di leggere questo Blog, Miss Kappa.

Spese folli per tirare su in tutta fretta case in cartongesso. Mentre l'Esercito ha migliaia di alloggi-container inutilizzati. Dopo tante promesse è questa la ricostruzione di Berlusconi e Bertolaso


Il piccolo climatizzatore gira al massimo. Ma il termometro è implacabile. Dentro la tenda segna 37 gradi. Fuori, sullo zerbino arroventato dal sole, 46 virgola due. È un pomeriggio qualunque per Lorenzo, 30 anni, tecnico informatico di Villa Sant'Angelo, cuore dell'Abruzzo dove, come a L'Aquila e nei paesi della provincia, il tempo è fermo alla prima settimana dopo il terremoto. Sono 25.815 le persone costrette da quattro mesi a vivere nelle tendopoli. E 28.400 quelle sparse tra gli alberghi e i residence della costa. Un totale di 54.215 donne, uomini, anziani, bambini prigionieri di un esperimento imposto dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e dal capo della Protezione civile, Guido Bertolaso. È il modello B&B, la ricostruzione show: passare dalla distruzione alla rinascita saltando la fase intermedia degli alloggi temporanei. Mentre a Capua, in provincia di Caserta, migliaia di case mobili che potrebbero servire in Abruzzo stanno marcendo in un deposito dell'Esercito.

Il risultato è un carosello di opere di facciata che solo per L'Aquila città ha già bruciato 500 milioni di euro sottraendoli alla vera ricostruzione. Queste che stanno tirando su in fretta e furia sono case imbottite con largo impiego di legno pressato, cartongesso e polistirolo. Quanti anni dureranno? E ora che i lavori della Protezione civile sono cominciati, si scopre che forse hanno sbagliato i conti. Secondo il Comune della città, i progetti voluti dal governo lasciano senza tetto almeno 5 mila famiglie. E altre 8 mila persone entreranno negli alloggi temporanei in costruzione soltanto tra ottobre e dicembre. Significa costringere la maggior parte dei sopravvissuti ad affrontare in tenda, dopo il caldo, anche il freddo e il maltempo che qui cominciano a fine settembre.

L'incertezza sta spingendo alcuni proprietari di case danneggiate a vendere. Soprattutto i più anziani. Da Roma si sono fatti avanti costruttori e immobiliaristi per rilevare al 10-15 per cento del valore di superficie i negozi, le palazzine gravemente danneggiate o i volumi di quelle da demolire. È l'ombra di una speculazione colossale. "Quando tra dieci anni L'Aquila tornerà a rivivere, nel centro storico gli appartamenti ristrutturati o nuovi riavranno il loro valore di quattro o 5 mila euro al metro", sostiene un costruttore romano che chiede l'anonimato: "Chi ha denaro liquido a disposizione ne approfitta. Per gli anziani è l'occasione per raccogliere qualche soldo e andare altrove o rimanere nelle case costruite dal governo. Anche perché non è risolta la questione dei proprietari di più appartamenti. Lo Stato per ora risarcisce i danni della prima casa. Rimettere a posto il resto richiede milioni di euro".


Il numero degli abitanti che a L'Aquila avranno un tetto prima dell'arrivo del freddo lo si ricava dallo scadenziario delle opere, stabilito dal bando della gara d'appalto. Appena 4.480: entreranno nelle case dopo il 26 settembre. Altri 4.480 andranno dopo il 16 ottobre, 3.840 dopo il 7 novembre. E senza case per tutti, è stata inventata la protezione civile a punti. Un bambino fino a 5 anni vale 4 punti. Dai 6 ai 16 anni, 3 punti. Un nonno tra i 75 e gli 84 anni, 1,5 punti. Sopra gli 85 anni, 2 punti. Ogni vittima in famiglia, 5 punti. Il problema sarà la gestione della graduatoria tra persone già esasperate da quattro mesi di attesa. Anche perché non sono ancora cominciate le riparazioni delle case danneggiate. Nemmeno quelle di categoria A con preventivi sotto i 10 mila euro. Un po' perché la terra continua a tremare, ma soprattutto perché su norme e risarcimenti è il caos. "In questa situazione", dichiara Paolo De Santis, presidente dell'Ordine degli ingegneri de L'Aquila, "neppure a Natale partirà la ricostruzione. La gente è confusa e impaurita perché deve anticipare i soldi. Anche i professionisti hanno molti dubbi sulle ordinanze. E le imprese, in questo clima di incertezza, vogliono prima i soldi, poi cominciano i lavori. Ma le istituzioni, a partire dalla Protezione civile, rifiutano ogni tipo di confronto".

Fonte: L'Espresso

Nucleare? Il futuro sono le rinnovabili

Secondo Luigi Sertorio le esigenze energetiche della società moderna, figlia del consumismo, sono lievitate a circa 1000 watt per persona, una potenza questa che varia e aumenta se si considerano i trasporti e lo Stato in esame. In Italia ad esempio il fabbisogno procapite è stato stimato essere pari a circa 5 chilovattora. Bastano pochi calcoli per quantificare il 25% del fabbisogno interno in circa 72 Gigawatt, questo cosa significa? Significa dover mettere in opera 24 grosse centrali nucleari da 3 Gigawatt l'una. Dove prendiamo l'acqua neccessaria la raffreddamento di tali centrali? BOH!!!
Interessante poi l'analisi che il prof Federico Valerio riporta nel suo blog: "E' vero che la produzione di energia nucleare non produce direttamente anidride carbonica, ma la produzione di anidride carbonica è inevitabile durante l'estrazione e la purificazione dell'uranio, durante la costruzione del reattore, per neutralizzare, trasportare e stoccare le scorie radioattive e durante la demolizione di un vecchio reattore giunto alla fine dei suoi giorni e per la bonifica del sito". Il nostro scenziato preoccupato cita uno studio (2006) condotto da U.R. Fritsche dell' Oeko Institute di Darmstadt. Attraverso il programma GEMIS, l'istituto tedesco ha condotto un' analisi del ciclo di vita (LCA) dei sistemi produttivi: è stato stimato che una centrale nucleare tedesca provoca l'emissioni in atmosfera di 31 grammi di CO2 per ogni chilowattore prodotto. Per altri impianti nucleari, l emissioni aumentano da 30 a 60 grammi per chilowattora, quindi una centrale nuclare da 1250 Megawatt (la taglia dei reattori nuclari tedeschi) indirettamente, emette 250.000 tonnellate di anidride carbonica per ogni anno di funzionamento. Nel confronto escono vincitori gli impianti idroelettrici, generatori eolici a terra e sul mare, impianti di cogenerazione a gas, infatti a parità di chilowattora prodotti una centrale nucleare emette più anidride carbonica. Il nucleare conviene?

Fonte: Georgia Schiavon ("Gaia" rivista ecositituto del Veneto) - Federico Valerio

lunedì 3 agosto 2009

Abruzzo: la mia terra

"Sopra quei monti ho imparato a guardare oltre il dono, la mano. E' salendo che ho toccato il cielo. Salendo che mi sono calato dentro. Si sale per contemplare e per scendere migliorati, pronti a portare il meglio fino a valle, fino al punto più basso, per donargli un pezzetto del cielo lontano e farlo fiorire. Le mie gambe hanno imparato il passo di montagna. I miei piedi, i sentieri tra i boschi. I miei occhi ad lazarsi verso una cima e a scrutare in basso la pianura. Il mio cuore, la frequenza del respiro. Le mie spalle a fare da contrappeso. Le mie mani ad aprirsi e a chiudersi. La mia anima a volare.
Le nubi bianche al sopraggiungere di ogni sera, inghiottono il verde delle alture, in un silenzio ancora più intenso che penetra nelle profondità dell'anima. La gratuità della vita è riversata dentro ogni attimo. La si ricambia con l'amore".

L'Aquila: vietato manifestare

Questo è quello che succede a L'Aquila; questo è quello che la Tv non mostra; questo è quello che viene nascosto agli occhi degli Italiani....come potete vedere a L'Aquila il peggio è passato, tutti sono felici, tutti hanno una casa, tutti si tengono per mano e acclamano al presidente dai super poteri: colui che "basta un poco di zucchero e la pillola va giù"! colui che (riporto paroli testuali da il sito forzasilvio.it) "ha tolto la munnezza da Napoli, tiene fede ai patti, è l'unico che può fare le riforme, è l'unico che può ridurre gli sprechi e offrire servizi più efficienti, colui che sta governando bene in tempi difficili" Colui che "meno male che Silvio c'è!". Vorrei farvi una proposta: spegnete per un giorno la tv, quella specie di scatola che racconta in modo distorto i fatti e ci fa vivere l'illusione di un paese ricco e senza problemi , quella che racconta di un governo che come una madre amorosa ci protegge e ci guida.............fate un giro all'Aquila, parlate con gli aquilani............BEN VENUTI NEL MONDO REALE!!!!
Raccontare fandonie agli italiani e al mondo intero non ha prezzo, per tutto il resto c'è " San Massimo pensaci tu!"