Il Fucino visto dallo spazio

Un'immagine scattata dallo spazio rivela che la piana del Fucino è la valle più fertile d’IItalia.

Il caffè se inquina che piacere è?

E mentre le pubblicità ci raccontano di aromi sensuali e di luoghi di degustazione simili a boutique francesi, non ci rendiamo conto che preferendo la capsula alla moka non solo paghiamo un caffè 7 volte di più, ma contribuiamo ad inquinare l’ambiente.

La forza dell'uomo è nella verità

Alcuni vorranno toglierci la parola: il manganello può sostituire il dialogo, ma le parole non perderanno mai il loro potere, perchè esse sono il mezzo per giungere al significato e, per coloro che vorranno ascoltare, sono l'affermazione della verità.

PIL:una misura di sviluppo?

Ho sempre pensato che sviluppo e benessere inteso come qualità della vita andassero di pari passo...dunque il PIL è utile nella valutazione della qualità della vita?

lunedì 17 dicembre 2012

Discarica: maggiori benefici per il comprensorio marsicano?



Ho appreso dai giornali locali della nomina dell’Avv. Roberto Verdecchia ad assessore all’ambiente per il  comune di Avezzano e sempre sugli stessi giornali ho avuto modo di leggere il testo integrale delle “linee guida” fissate dal neo assessore per sviluppare – e cito testualmente - maggiori benefici per la città di Avezzano e per il bene del comprensorio marsicano, (potete leggerle anche voi a questo link).
Pur congratulandomi con l'avvocato Verdecchia per la sua nomina, mi trovo, dopo attenta lettura (ripetuta più e più volte), a dover constatare con sommo sgomento  che  l’analisi costi- benefici (benefici per chi? Se è lecito chiedere)  fatta dal neo-assessore, mettendo in relazione la mancata realizzazione della  tanto discussa discarica di Valle dei Fiori e la raccolta differenziata partita con ritardo nel comune di Avezzano, rappresenti ancora una volta la fallimentare idea di gestione di un territorio: il nostro.

Secondo il neo assessore all'ambiente “Se da una parte con la percentuale della differenziata del porta a porta si abbatterebbe l’ecotassa (che i cittadini pagano per il mancato raggiungimento della percentuale di rifiuti differenziati), con la mancata realizzazione della discarica di Valle dei Fiori si ritornerebbe indietro, visto che i conferimenti finali di stoccaggio dei prodotti lavorati, rimarrebbero inalterati quale sede finale, stante l’esistenza delle discariche ove oggi conferiamo e con la loro prossima chiusura si rischierebbe nuovamente l’aumento della tarsu futura tares nei confronti dei cittadini in modo deleterio per le loro tasche..

Partendo dal presupposto che il sistema di raccolta differenziata ad Avezzano così come concepito e attualmente messo in atto, (ma questo è solo un mio modesto parere), rappresenta una sconfitta sia sul piano economico che su quello ambientale, oserei sottolineare che esso non incarna assolutamente l’idea di benessere di un territorio.
Lo scopo principale di una raccolta differenziata è quello di avere quali conferimenti finali di stoccaggio non la discarica, ma bensì altre e più idonee tipologie impiantistiche: l’umido presso impianti di compostaggio, la carta presso le cartiere, la plastica, il vetro e l’alluminio presso impianti di selezione e trasformazione e così via. E’ chiaro che tutto ciò che di “non riciclabile” resta rappresenta la percentuale minima di rifiuto e certamente si potrebbe arrivare a parlare di un idoneo sito di stoccaggio (dopo opportuno trattamento), sito che ahimè non è di certo rappresentato dalla discarica di Valle dei fiori né tanto meno da qualsiasi proposta fin’ora fatta su questo territorio marsicano.

Mi rendo conto che investire in centri di raccolta, recupero e riciclo è troppo complicato, creare occupazione è troppo complicato, così come troppo complicato è premiare moralmente ed economicamente  il cittadino virtuoso che differenzia il suo rifiuto, o ancora più complicato è pensare che i soldi guadagnati dalla differenziata possano appartenere ad un comune e su quel comune essere reinvestiti…certo questa è davvero fantascienza! Molto più semplice continuare con la cara, vecchia e fallimentare gestione.

Lo scrissi in un precedente post e qui lo ripeto, c’è chi trae profitto da ogni singolo sacchetto di immondizia che noi produciamo e ha tutto l'interesse a lasciare le cose così come stanno.
E intanto nell’attesa che qualcuno abbia davvero intenzione di proporre azioni concrete, durature a favore del territorio marsicano, che aiutino a debellare anche la piaga delle discariche abusive nelle strade e nei campi concludo il mio post: c’è Benigni in tv.

domenica 2 dicembre 2012

Centrali a biomasse: NO se l'aria è ai limiti


Di Melissa Di Sano

No alla centrale a biomasse in una zona dove la qualità dell’aria è «quasi ai limiti». Lo dice il Tar del Piemonte con la sentenza 219 del 2011, con cui boccia il ricorso di una società contro gli enti che gli hanno bocciato il progetto. I giudici, affermando l’incompatibilità dell’opera con la qualità dell’aria, chiariscono un punto importante riferendosi alla conferenza regionale dei servizi che autorizza nuovi insediamenti e concede i rinnovi delle autorizzazioni ambientali. La questione investe da vicino la città di Pescara. È appena stata avviata infatti la centrale a biomasse Fater. Un impianto di potenza pari a circa 9 megawatt, autorizzato dalla conferenza regionale dei servizi nel 2009, con il benestare di 13 enti tra cui Comune di Pescara, Asl e Arta. E poi, nell’ottobre del 2010 è arrivata la seconda autorizzazione per consentire un aumento di megawatt. Una doppia autorizzazione concessa quando Pescara era già considerata area di risanamento per la cattiva qualità dell’aria.

Proprio in questi giorni, sul tavolo della conferenza dei servizi c’è un altro caso da valutare. Si tratta della richiesta di rinnovo dell’autorizzazione ambientale integrata (AIA) presentata dalla società Sacci, proprietaria del cementificio di via Raiale. Secondo la sentenza del Tar piemontese, è stato corretto l’atteggiamento della conferenza dei servizi che ha bocciato la realizzazione della centrale nel comune di Castagnole delle Lanze. «La valutazione del progetto di un impianto di produzione di energia elettrica da fonti di energia rinnovabile», si legge nella sentenza, «in sede di conferenza dei servizi, correttamente non tiene in unica e unilaterale considerazione la promozione dello sfruttamento delle fonti di energia rinnovabile avulsa da ogni altro aspetto, dovendosi necessariamente far carico», continuano i giudici del Tar, «in un’ottica di bilancio ambientale positivo della complessiva compatibilità dell’opera con plurime esigenze quali ad esempio quella di tutela della qualità dell’aria. Ciò tanto più, là dove l’area liberamente prescelta dall’interessato, ricade in una zona caratterizzata da valori al limite rispetto agli obiettivi di qualità dell’aria fissati proprio dall’Unione Europea». I magistrati del tribunale amministrativo hanno dato un’indicazione precisa che a Pescara è stata disattesa, visto che l’autorizzazione alla Fater è stata data in una zona definita dalla stessa Regione “rossa” per cattiva qualità dell’aria, con i valori delle polveri sottili ampiamente fuori dalla legge.

«Rimaniamo sconcertati», afferma Augusto De Sanctis del Wwf, «dalla facilità con cui, al contrario di quanto è accaduto col Tar del Piemonte, la Regione Abruzzo non ha tenuto conto, autorizzando la centrale Fater, che a Pescara e dintorni l’aria non è “ai limiti”, ma questi limiti li ha di gran lunga superati: a Santa Teresa di Spoltore addirittura di tre volte. Eppure sono concetti di buon senso», continua De Sanctis, «gli obiettivi legittimi imprenditoriali devono venire meno di fronte all’interesse della comunità. È ora che inizino ad emergere responsabilità sulla mancanza del raggiungimento degli obiettivi imposti dall’Europa sulla qualità dell’aria e sul monitoraggio di alcune sostanze che non lo sono ancora, o i cui dati non vengono pubblicati, come il Pm2,5».