Il Fucino visto dallo spazio

Un'immagine scattata dallo spazio rivela che la piana del Fucino è la valle più fertile d’IItalia.

Il caffè se inquina che piacere è?

E mentre le pubblicità ci raccontano di aromi sensuali e di luoghi di degustazione simili a boutique francesi, non ci rendiamo conto che preferendo la capsula alla moka non solo paghiamo un caffè 7 volte di più, ma contribuiamo ad inquinare l’ambiente.

La forza dell'uomo è nella verità

Alcuni vorranno toglierci la parola: il manganello può sostituire il dialogo, ma le parole non perderanno mai il loro potere, perchè esse sono il mezzo per giungere al significato e, per coloro che vorranno ascoltare, sono l'affermazione della verità.

PIL:una misura di sviluppo?

Ho sempre pensato che sviluppo e benessere inteso come qualità della vita andassero di pari passo...dunque il PIL è utile nella valutazione della qualità della vita?

mercoledì 27 gennaio 2010

La denuncia di Enel

Questa mattina stavo sfogliando AltraEconomia e molto velocemente mi cade l'occhio su "Enel denuncia Greenpeace". Chiaramente l'articolo coglie la mia attenzione e stimola la mia curiosità, così inizio a leggerlo. Alla vigilia della Conferenza sul clima di Copenhagen, l'Enel (quotata in Borsa, ma controllata dal Ministero dell'Economia) chiede a Greenpeace la bellezza di 1,6 milioni di euro. Il motivo? Le azioni di protesta che l'organizzazione ambientalista ha effettuato a partire dal 2006 presso le centrali a carbone di proprietà della multinazionale (Centrali di Brindisi, Genova, Civitavecchia e Porto Tolle).

Voglio saperne di più e così vado dritta dritta al sito di Greenpeace...Urca è proprio vero!
"Se Enel pensa di intimidirci o mettere pressione perchè abbassiamo il tono della nostra campagna su quella che è la principale questione ambientale globale, i cambiamenti del clima, si sbaglia di grosso"- dichiara Giuseppe Onufrio, direttore di Greenpeace Italia, e prosegue-Chiedere soldi a Greenpeace per aver protestato è come chiedere soldi al sindacato quando c’è uno sciopero, abbiamo il diritto di protestare, a maggior ragione quando chiediamo misure per proteggere il pianeta, che è di tutti“.

Questa notizia non dovrebbe sorprendermi più di tanto, dopotutto vivo in Italia, il Paese in cui vengono fatte leggi contro il diritto a manifestare la propria contrarietà a ciò che si ritiene dannoso (inceneritori, centrali nucelari), eppure mi turba...ho nuovamente conferma che andiamo incontro a giorni scuri e neppure ce ne rendiamo conto.

Speriamo che dopo questo post, l'Enel non denunci anche me con l'accusa di essere solidale con Greenpeace...mica per altro: dove li prendo 1,6 milioni di euro? Male che va istituisco un fondo, da cui attingere, ho già in mente il nome "vittime del libero pensiero".

Fonte: AltraEconomia, Greenpeace

martedì 26 gennaio 2010

Addio all'addio al nucleare

Spesso, in tema di nucleare, ho guardato con favore alla Germania: il Governo 'rossoverde (socialdemocrazia ed ecologisti) al potere tra il 1998 e il 2005 con il cancelliere Gerhard Schroeder e il suo vice Joschka Fischer, aveva decretato l'addio all'uso civile dell'energia atomica, fissando le date di chiusura dei 17 reattori ancora in servizio. Ora un'altra Germania fa un passo indietro: dopo negoziati con i produttori di energia, il governo Merkel ha deciso - scrive l'autorevole quotidiano conservatore Die Welt, molto vicino all'esecutivo - che per il momento tutti i 17 reattori nucleari resteranno in esercizio.

La decisione finale verrà presa in autunno ed insieme verrà presentata la strategia energetica che il Paese intende adottare, ma la strada che si è scelto di percorre è già ben definita e a conferma di ciò arriva silenziosa la decisione di lasciare accesi i due reattori, Biblis A e Neckarwestersheim I, che dovevano esser spenti ad aprile e maggio 2010.

E così, come in tutte le battaglie, da una parte si hanno i vinti e dall'altra i vincitori, in questo caso i vincitori si chiamano Eon, Rwe, Vattenfall, EnBW, grossi produttori di energia e Siemens, primo tra i colossi industriale del Paese che sembrano avere un punto di forza nella produzione, fornitura ed esportazione di centrali nucleari della nuova generazione.

Fonte: Repubblica.it

domenica 24 gennaio 2010

Chi vuole un pezzo di Amazzonia?

L'ONU ha dichiarato il 2010 anno della biodiversità..... mentre ci si prepara a spendere "fior fior di quattrini" in conferenze, seminari e iniziative di vario genere volte a sensibilizzare riguardo a questa tematica, la biodiversità, quella vera, quella reale, quella a cui dedichiamo l'anno 2010, continua a scomparire a poco a poco.
In un post precedente vi ho parlato di Grand Inga una seria minaccia per la foresta congolese, ora invece vi racconto cosa accadrà il 9 aprile del 2010, anno della biodiversità: il governo del Perù aprirà un'asta. Oggetto della vendita? Amazzonia!
L'asta è stata annunciata da Daniel Saba, direttore della compagnia petrolifera Perupetro dopo diversi mesi di rimando. Lo scorso maggio in Perù gli indigeni amazzonici erano insorti contro una legge che permetteva di cedere le loro terre alle compagnie minerarie e petrolifere. Anche Survival ha lanciato l'allarme: le nuove operazioni petrolifere in foresta rischiano di scacciare e uccidere gli ultimi indios rimasti incontaminati.

Vi segnalo un meraviglioso dicumentario della durata di 50 minuti: GREEN-Il respiro della foresta. Il film è diretto dal regista del regista Moez, e racconta, attraverso i ricordi di un orango in fin di vita, l'eccezionale vitalità delle foreste pluviali dell'Indonesia, e l'avanzare della loro distruzione per fare spazio alle piantagioni di acacia e palma da olio, per la produzione di carta e biodiesel. Immagini forti e poetiche di una tragedia dimenticata.

Il film è disponibile, gratuitamente sul sito
 http://www.greenthefilm.com/
BUONA VISIONE A TUTTI

Fonte: (salvaleforeste.it)

venerdì 22 gennaio 2010

2010: anno della biodiversità



L'ONU ha dichiarato il 2010 anno internazionale della biodiversità. Lo fa 'per aumentare la consapevolezza delle molte funzioni che la biodiversita' svolge per assicurare la vita sulla Terra'.
 
Un bambino mi ha chiesto "cos'è la biodiversità?" ho risposto "la varietà di specie vegetali e animali presenti sul nostro pianeta", ma è una risposta che non mi soddisfa è incompleta e ridotta alla semplicità, tuttavia come faccio a spiegare a un bimbo cos'è la biodiversità? Essa è qualcosa di profondo in cui io stessa a volte sento di perdermi, in un certo senso la considero il "motore" del pianeta. Noi abbiamo la presunzione di pensare che l'ambiente sia qualcosa di amorfo che circonda l'uomo, in realtà così come il motore di una macchina, l'ambiente è un sistema complesso il cui funzionamento è garantito dalle sue diverse componenti, dai diversi processi ciclici portati avanti dai sistemi viventi, uomo incluso. E' grazie all'esistenza di tanti sottosistemi (biodiversità) che l'ecosistema funziona: se un impatto esterno blocca la funzione di un sottosistema, gli altri intervengono con funzioni ausiliari. Ma se il sistema ha una bassa diversità, può essere facilmente destabilizzato. Questo è il motivo per cui la biodiversità va protetta, la biodiversità è la vita che che muove la vita stessa.

L'ONU ha dichiarato il 2010 anno della biodiversità;...rubo ora una frase dal sito criticamente.it "anche l'ONU come molti altri organismi internazionali sembra avere una testa pensante e un corpo governato da istinti economici". Mi piace molto questa frase, è' schietta, è vera.

Nell'anno della biodiversità nella Repubblica Democratica del Congo si vuole compiere uno scempio ambientale di nome "Grand Inga", una diga alta 150 metri, con 50 turbine in grado di produrre 40 mila MW di energia. In Congo esistono già due grandi dighe, Inga I e Inga II, in realtà non hanno mai funzionato a piena capacità, poichè nel Paese manca un sistema di distribuzione dell'energia a bassa tensione che possa garantire l'accesso all'energia della popolazione congolese, (solo il 6% accede al servizio), il resto viene trasferita verso il Katanga. Con Grand Inga la situazione non cambierà, infatti questo nuovo progetto non prevede un piano di distribuzione alla popolazione congolose. La diga sembra pensata per distribuire energia ad altri Paesi, come Egitto, Italia, Turchia ed infatti dietro il finanziamento del progetto (80 miliardi di dollari) ci sono le grandi multinazionali con la Banca Mondiale in testa. L'opera viene proposta come fonte di energia pulita, per la cui costruzione le imprese puntano ad ottenere i certificati per la riduzione di CO2 grazie al meccanismo dei CDM del protocollo di Kyoto. A noi energia e crediti di carbonio, ai cittadini del Congo costi ambientali e sociali (esternalità). La linea di trasmissione dell'elettricità che dovrà raggiungere le coste del Mediterraneo attraverserà la foresta tropicale del Congo, seconda al mondo per estensione e biodiversità e grande serbatotio di contenimento delle emissioni di CO2 mondiali; qui vivono l'okapi, l'elefante della foresta, il pavone congolese, l'antilope bongo e almeno 10 mila specie di piante. Ad esser minacciate saranno anche tutte le popolazioni locali e i popoli indigeni come i pigmei, che dipendono dalla foresta per la propria sopravvivenza, saranno ancora una volta lesi i diritti umani economici e sociali delle popolazioni coinvolte. Secondo diversi esperti i rischi ambientali, e le perdite hanno un costo superiore ai profitti economici che si potrebero ottenere dalla realizzazione del progetto.

Gli economisti definiscono il capitale come la ricchezza usata per sostenere il commercio e creare nuova ricchezza, ma la nostra esistenza, e la nostra economia dipendono totalmente dal capitale naturale: sole, aria, acqua, suolo, animali, minerali processo di purificazione naturale, varietà culturale....

Come si può difendere la biodiversità se i Governi e i mercati non sanno fare una scelta morale tra oggetti e politiche?

Fonte: I cinque progetti che devasteranno il pianeta-altraeconomia

mercoledì 20 gennaio 2010

Il vero affare sta nel costruirle

Ieri il tg trasmetteva un servizio in cui alla domanda "perchè è necessario il nucleare in Italia?" la Marcegaglia rispondeva: "E' necessario per affrontare la crisi economica; circa il 70% dei fondi stanziati può andare alle imprese per la costruzione delle centrali nucleari". Bhè, da una che costruisce inceneritori non potevo aspettarmi altro, se non una risposta insoddisfacente ma allo stesso tempo illuminante per chi sa leggere fra le righe.
Effettivamente l'unica argomentazione a favore del nucleare sono i soldi che "qualcuno" deve prendere; il giro d' affari viene ben celato dalle parole "zero emissioni di CO2", "minori costi della corrente elettrica", "fabbisogno di energia", tutte argomentazioni che rendono il nucleare socialmente accetabile. Ma quanto c'è di vero in tutto questo?

Innanzi tutto vorrei invitarvi a non confondere energia con energia elettrica: quest'ultima è solo una piccolissima quota dell'energia che noi utilizziamo. La maggior parte di energia che consumiamo non è elettrica (pensamo ai trasporti) e il nucleare affronta solo tale questione (pari al 12% del problema totale).

Inoltre non è vero che il nucleare non produce CO2; questa affermazione fuorviante è valida solo se si considera la centrale isolata dall'intero contesto del ciclo di vita. Se si vanno a considerare le varie fasi, dall'estrazione dell'uranio alla produzione di energia fino al deposito dei rifiuti radioattivi (dalla culla alla tomba), si vedrà che è falso affermare che la centrale nucleare produce il 50% in meno di emissioni rispetto ad una centrale a fonti fossili; e il bilancio è negativo anche in termini di energia. Estrarre uranio consuma energia (e vita aggiungerei io, pensiamo a quello che sta succedendo in Nigeria o in Congo), trasportare l'uranio fino alla centrale consuma energia, stoccare i rifuti consuma energia, costruire una centrale consuma energia...per costruire una centrale e metterla in funzione, ci voglioni dai 12 ai 15 anni, in tutta questa fase usiamo energia fossile che produce CO2. Secondo quanto scrive il Prof. Tamino per ammortizzare l'emissione di Co2 ci vorranno almeno 35 anni, troppo tempo, il problema dei cambiamenti climatici deve essere affrontato prima.

In molti sanno che quello del nucleare è un fallimento sanitario, ambientale, energetico ed economico; la Germania ha deciso che le centrali nucleari che si esauriscono non veranno sostituite; in America non si propongono nuove centrali dal 1979, Bush aveva provato a dare degli incentivi a chi voleva costuirne, ma Obama li ha aboliti, i costi del deposito rifiuti nucleari sono troppo grandi.

Allora perchè qualcuno le vuole? Involontariamente la Marcegaglia ci ha dato la risposta: il vero affare sta nel costruirle!

Fonte: Gianni Tamino - Tera e Acqua

lunedì 18 gennaio 2010

I consumi divorano il pianeta

Riporto di seguito un articolo di Antonio Ciaciullo:

I bambini inglesi riconoscono più facilmente i diversi Pokémon che le specie di fauna selvatica; i bambini americani di due anni non sono in grado di leggere la lettera M, ma molti riconoscono gli archi a forma di M dei ristoranti McDonald's; due cani pastore tedeschi consumano più risorse in un anno di un abitante medio del Bangladesh. E un dato d'assieme: i 500 milioni di individui più ricchi del mondo (circa il 7 per cento della popolazione globale) sono responsabili del 50 per cento delle emissioni globali di anidride carbonica, mentre i 3 miliardi più poveri sono responsabili di appena il 6 per cento delle emissioni di CO2.

Sono alcune delle cifre contenute nello State of the World 2010, il rapporto del Worldwatch Institute (appena uscito negli Stati Uniti, in Italia sarà pubblicato da Edizioni Ambiente) dedicato quest'anno soprattutto a un'analisi dei consumi. Ingozzarsi di cibo e di merci non fa bene né ai singoli né all'ambiente. Dal punto di vista della salute individuale c'è da notare che molti degli individui più longevi consumano 1.800-1.900 calorie al giorno, cibi poco trattati e pochissimi alimenti animali, mentre l'americano medio consuma 3.830 calorie al giorno. Dal punto di vista della salute globale c'è da rilevare che tra il 1950 e il 2005 la produzione di metalli è sestuplicata, il consumo di petrolio è aumentato di otto volte e quello di gas naturale di quattordici; un europeo medio usa 43 chilogrammi di risorse e un americano 88; a livello globale ogni giorno si prelevano risorse con le quali si potrebbero costruire 112 Empire State Building. Circa il 60 per cento dei servizi offerti gratuitamente dagli ecosistemi - regolazione climatica, fornitura di acqua dolce, smaltimento dei rifiuti, risorse ittiche - si sta impoverendo.

E la corsa a divorare il pianeta diventa sempre più veloce: negli ultimi cinque anni i consumi sono saliti del 28 per cento. Nel 2008, globalmente, si sono acquistati 68 milioni di veicoli, 85 milioni di frigoriferi, 297 milioni di computer e 1,2 miliardi di telefoni cellulari. Non sono aumenti dovuti solo all'incremento demografico: tra il 1960 e il 2006 la popolazione globale è cresciuta di un fattore 2,2, mentre la spesa pro capite in beni di consumo è quasi triplicata.

Non mancano comunque segnali positivi che mostrano l'irrobustirsi di fenomeni di controtendenza. Il rapporto americano cita, tra gli altri, due casi italiani. Il primo è il "piedibus", un sistema per mandare i bambini a scuola con accompagnatori che organizzano un percorso a piedi, con "fermate" per far aggregare al gruppo altri studenti. A Lecco ogni giorno 450 alunni delle scuole elementari raggiungono a piedi le classi seguendo 17 percorsi, accompagnati da un "conducente" e genitori volontari. Dalla loro creazione, nel 2003, questi "piedibus" hanno evitato circa 160 mila chilometri di spostamenti con veicoli a motore. Oltre a ridurre l'impatto ecologico, questo modo di andare a scuola insegna la sicurezza stradale e favorisce l'esercizio fisico.

Il secondo segnale positivo italiano segnalato dal Wordlwatch Institute riguarda le scuole romane. Il 67,5 per cento del cibo servito nelle scuole della capitale è biologico e in buona parte proviene da catene specializzate in prodotti del territorio o ha un certificato "equosolidale" o è stato prodotto da cooperative sociali che lavorano terra confiscata alla mafia.

Voglio segnalarvi questo bellissimo POST dal blog Ecomondo dell'amico MAX T

Scopri la differenza

venerdì 15 gennaio 2010

C'era una volta una pandemia...

...o forse non c'è mai stata.

A distanza di alcuni mesi dalla "apocalittica" dichiarazione da parte della OMS riguardo ad un'imminente pandemia pronta ad abbattersi sulle nostre vite come una delle sette piaghe d'Egitto, trovano conferma i dubbi che in molti hanno e abbiamo manifestato (vedi sezione liberi di informare), tuttavia il terrore mediatico a servizio del potere economico e politico delle case farmaceutiche ha avuto la meglio sul buon senso di chi invece doveva fare scelte giuste e ben ponderate per il benessere del popolo.
Con una spesa di circa 184 milioni di euro in Italia sono state acquistate 48 milioni di dosi di vaccino antinfluenzale H1N1: l'obiettivo era vaccinare il 40% della popolazione, ma ad oggi le dosi effettivamente utilizzate sono state solo 840 mila. Nel nostro paese le vittime, calcolate dall'inizio della pandemia fino al 3 gennaio 2010, sono state 200 su 4.019.000 , (ovvero lo 0,005% sul totale dei malati).
La stagione influenzale sta passando e al Paese cosa resta? Restano persone disorientate, deluse, che ancora oggi si chiedono se ha ragione "quel blog" oppure quel medico che invece ti ha spinto a vaccinarti, ma poi avrà conseguenze negative questo vaccino? Ma soprattutto cos'è questo vaccino? Non so dove sta la verità!
Resta un Paese che ha speso soldi pubblici destinati alla sanità, per correre dietro a profezie di morte e distruzione (vi faccio presente che solo in Inghilterra sulla base di non so quale validità scientifica avevano stimato 65000 vittime)...E ora? Ora per correre ai ripari e recuperare un pò di denaro ci siamo ridotti a vendere, a saldo, i vaccini ai Paesi Poveri, ecco a cosa serve il famoso "terzo mondo" per fortuna ci sono loro a darci la possibilità di espiare "i nostri peccati".

La situazione dell'Italia non è unica nel suo genere, così come noi anche gli altri Paesi europei si ritrovano ad avere milioni di dosi di vaccino inutilizzate e a non avere soldi che ora si trovano nelle tasche della Novartis, della GlaxoSmithKline e altre case farmaceutiche.

Il presidente tedesco della commissione Sanità del Consiglio d'Europa, Wolfang Wodarg, medico ed epidemiologo, denuncia il caso dell'influenza suina come uno dei più grandi scandali sanitari del secolo. Wodarg dichiara - L'influenza A, le cui conseguenze per settimane hanno tenuto in allarme milioni di persone, in realtà era una "falsa pandemia" orchestrata dalle case farmaceutiche pronte a fare miliardi di euro con la vendita del vaccino- sempre secondo Wodarg queste, sono riuscite a piazzare "i propri uomini" negli "ingranaggi" dell'Oms e di altre influenti organizzazioni; e in tal modo potrebbero aver persino convinto l'organizzazione Onu ad ammorbidire la definizione di pandemia, il che poi portò, nel giugno scorso, alla dichiarazione di pandemia in tutto il mondo.
Per aver chiarezza Wodarg ha fatto approvare una risoluzione nel Consiglio d'Europa che chiede un'inchiesta sul ruolo delle case farmaceutiche, e sulla questione il Consiglio d'Europa terrà un dibattito a fine mese.

Vi saluto invitandovi (pandemia si o pandemia no), a seguire i cari consigli di topo Gigio, (cari nel senso di "chissà quanto CI è costato dover vedere un topo che ci insegna le buone pratiche di igene) quindi ricordatevi di lavare sempre bene le mani! Della serie proviamo almeno a dare un senso ai nostri soldi mal-spesi!

Fonti: bollettino Ministero della salute (8 gennaio 2010)
AGI

mercoledì 13 gennaio 2010

Avatar: metafora del nostro tempo

Il 15 gennaio uscirà nelle sale cinematografiche d'Italia Avatar, il film capolavoro del regista James Cameron (Titanic). Il copione del film fu scritto circa 12 anni fa, e solo ora finalmente prende forma, presentandosi a noi come un colossal dalla grafica e dagli effetti 3D sorprendenti. Forte e quanto mai attuale è la tematica che viene presentata: l'ambiente diviene protagonista.

La storia narra di Pandora, un fantomatico pianeta i cui abitanti sono alieni blu che vivono in equilibrio e in armonia con la natura, una natura che non fa mancare loro nulla. Questo equilibrio verrà stravolto da una spedizione giunta dalla Terra: una volta scoperte le enormi risorse energetiche del pianeta Pandora, gli uomini proveranno ad impossessarsene per risolvere i problemi energetici della Terra.

Questo film è una metafora della società attuale, quella che il mercato del consumismo sostenuto da politica ed economia stanno costruendo per noi, quella da cui ci lasciamo trasportare, dimenticando i principi della sobrietà e della necessità.
Buona visone a tutti, con la speranza che anche un film possa aiutare a sensibilizzare lo spettatore e ci aiuti a crescere nella consapevolezza che è giunto il momento di porre un freno alla nostra cultura del "consumare".

Gaia, la casa amica di mamma Terra

"E' fondamentale conoscere il passato, per capire il presente e progettare il futuro"

Con questa filosofia l'Architetto Laila Filippi ha progettato Gaia, la prima casa ecosostenibile di Rimini. L'Architetto spiega: "per questo progetto ho pensato alle case che costruivano i nostri contadini e che ancora si vedono come ruderi sulle nostre colline. Erano orientate a sud, avevano grandi alberi di fronte alla facciata e un porticato per avere ombra d’estate e protezione dal freddo in inverno. Avevano muri in pietra di fiume e mattoni, di largo spessore, per fermare all’interno il calore del camino. Le facciate erano intonacate a calce, che aveva anche una funzione igienica. Pochi, semplici materiali naturali e l’osservazione attenta del luogo, del ciclo del sole e dell’alternarsi delle stagioni, così è nato il progetto di GAIA, un edificio di forme moderne, ma concepito secondo una antica sapienza, una casa che vive sfruttando il calore del sole e le brezze stagionali e che respira attraverso un involucro naturale, ove ogni dettaglio risponde alla logica della sostenibilità. E’ un piccolo contributo per un mondo più vivibile”.

Ecco dunque che Gaia nasce dopo uno studio scrupoloso delle caratteristiche ambientali del luogo: il lotto scelto ha un' esposizione nord-sud che permette di sfruttare al meglio le risorse naturali, come sole e vento, che giocano un ruolo fondamentale nella creazione del microclima dell'appartamento. Ad esempio: la giusta esposizione, consente all'edificio di avere un irraggiamento costante durante l'anno e di assorbire così il calore del sole-, lo studio dei venti e della loro intensità durante l’anno ha determinato la creazione di porte e finestre progettate in modo tale da consentire una ventilazione naturale per il riciclo dell'aria interna. Per la finitura dei muri verranno ultizzati intonaci traspiranti e materiali naturali. Un rivestimento vegetale contribuisce all’isolamento termico della facciata orientata a sud assieme alla creazione di una struttura ventilata in pannelli di fibra di legno colorati. Le alberature a foglia caduca favoriscono l’ombra d’estate e la luce d’inverno.

Pannelli termosolari saranno impiegati per produrre acqua calda sanitaria, mentre ai pannelli fotovoltaici è affidato il compito di produrre energia elettrica.
Trovo particolarmente interessante la progettazione dell'impiantistica elettrica, poichè si da massima attenzione al problema "campi magnetici": questi veranno infatti, limitati con schermature dei cavi nelle colonne montanti di potenza, e con l’utilizzo di impianto domotico in modo da utilizzare al meglio le nuove tecnologie.

Ma una casa deve avere anche un'area verde in cui poter grantire un pò di sano relax ai propri abitanti. L'architetto Filippi non ha trascurato neppure questo aspetto e ha dedicato attenzione e cura anche nella progettazione di questo spazio: ad esempio, l'irrigazione del verde è affidata ad un sistema di recupereo dell'acqua piovana, della serie "non buttiamo via nulla", filosofia che apprezzo sempre di più.

Questa in linea generale è la casa sostenibile, a limitate emissioni di CO2. A costruirla sarà la Gecos, un'azienda che vanta di prestare molta attenzione ai problemi ambientali programmando attività a "impatto zero".

Fonte: RomagnaNOI

giovedì 7 gennaio 2010

La torcia su Roma

Per fortuna i tempi cambiano e così , se nel 1922 l'Italia fu testimone della "marcia su Roma", oggi nel 2010 l'Italia è testimone di un evento ben più luminoso: "la Torcia su Roma". Si tratta di una iniziativa legata al noto evento "mi illumino di meno" a cui tutti siamo affezionati da 6 anni. La torcia è partita da Milano il 4 gennaio: è stata accesa all'insegna di "meglio Sole che male illuminati", dall'attrice Marina Senesi, inviata speciale della trasmissione radiofonica Caterpillar di radio 2 promotrice della manifestazione. Sono previste diverse tappe in diverse città e il 12 febbraio giungerà a Roma dove i Mercati Traianei si illumineranno con una coreografia di luci pulite per la festa del risparmio energetico.
Nel rinnovare il suo appello a favore della sostenibilità dei consumi, per il 2010 Caterpillar proporrà a istituzioni, scuole, associazioni e aziende di accendere luci pulite e spegnere quelle tradizionali.

mercoledì 6 gennaio 2010

La centrale elettrica a carbone di Porto Romano

Da anni l'Albania vive una profonda crisi energetica. Il 98% della produzione nazionale deriva da impianti idrolettrici, ma ciò non è sufficiente a soddisfare il crescente fabbisogno del Paese. Nel dicembre 2007 Fulvio Conti, amministratore delegato dell'ENEL, firma con il Ministero dell'Economia, del Commercio e dell'energia albanese un memorandum of understanding per lo sviluppo del settore energetico dell'Albania.

Uno dei punti chiave dell'accordo è la costruzione di una centrale elettrica a carbone (1600 MW) nell'area di Porto Romano nei pressi di Durazzo. La centrale verebbe alimentata da circa 4 milioni di tonnellate annue di carbone importato dal sud Africa. Inoltre tale progetto prevede la realizzazione di una linea sottomarina lunga 210 km che attraverserà l'Adriatico in modo tale che l'85% dell'energia prodotta dalla centrale venga trasferita in Italia.

Mi piacerebbe capire come mai, nonstante l'interessamento da parte di altre imprese, come la greca Titan o la tedesca RWE, l'ENEL si sia aggiudicata l'opera senza neppure che sia stata indetta una gara d'appalto internazionale; ma passando oltre e soffermandomi su aspetti puramente ambientali riporto i dati di uno studio congiunto della Ong albanese Eden e del network europeo CEE Bankwatch. Secondo tale studio con la realizzazione dell'impianto le emissioni di CO2 dell'Albania passeranno dalle attuali 5,5 milioni di tonnellate anno a ben 14 milioni di tonnellate. La media di emissioni per persona salirà a 4,6 tonnellate ogni anno, ovvero più di un punto dei valori previsti dal Protocollo di Kyoto per i Paesi non allegati
E' dunque il caso di dire che il nostro Paese invece di aiutare una realtà in via di sviluppo a ridurre le sue emissioni, nel pieno spirito del protocollo di Kyoto, riesce a farle aumentare.

Secondo le osservazioni mosse allo studio di impatto ambientale fornito da ENEL, non solo non si sono prese in considerazione altre fonti energetiche alternative al carbone, ma lo studio stesso non valuta neppure in maniera adeguata le emissioni legate al progetto. Senza contare che solo il 6% della popolazione interessata è al corrente della eventuale realizzazione della centrale ( mi ricorda una storia familiare avvenuta qui nella Marsica, solo che in questo caso l'impresa si chiama PowerCrop).
Allo stato attuale nessuna istituzione finanziaria internazionale sta prendendo in considerazione un possibile prestito per la centrale di Porto Romano sebbene in Albania già esistono attività estrattive finanziate da banche di sviluppo. Il timore resta alto perchè quando si tratta di produrre energia (specie se da rivendere all'estero) le normative ambientali e gli standard internazionali vengono facilmente aggirati anche da quelle istituzioni come la Banca Mondiale che dovrebbero operare nel rispetto dei diritti umani, evitando di contribuire all'ulteriore degrado ambientale del pianeta. Il Parco Vlora, sempre in Albania, ne è un esempio.

In attesa di avere notizie riguardo al futuro di Porto Romano, vi comunico che l'ENEL ha riservato lo stesso destino anche all' Italia: due saranno le centrali elettriche a carbone, quella di Porto Tolle (Veneto) e quella di Torrevaldaliga (Civitavecchia).

Fonte: tratto dall'allegato di altraeconomia "i cinque progetti che devasteranno il pianeta" di Luca Manes

lunedì 4 gennaio 2010

L'era dei muscoli

Il 2010 è arrivato, e con esso arriveranno a poco a poco mille novità in campo tecnlogico, ambientale, medico...perchè i tempi vanno avanti e con essi l'ingegno umano.
A soli quattro giorni dall'inizio del nuovo anno ecco arrivare la prima rivoluzione tecnologica. Ricordate i vecchi e cari joystick? Bhè sta arrivando per loro il momento di andare definitivamente in pensione: Microsoft ha registrato il brevetto di un nuovo sistema di controllo per gli apparecchi elettronici: usando l'elettromiografia (EMG), un esame medico per le patologie neurologiche, l'attività muscolare viene registrata e trasferita elettricamente al controller. L'EMG è già usata in ambito militare e nello sviluppo di protesi di nuova generazione, ma il nuovo sistema potrebbe essere applicato a molti altri settori. Il primo è ovviamente quello dei videogiochi, ma tra le altre applicazioni possibili c'è l'attivazione di strumenti anche con le mani impegnate, ad esempio controllare l'autoradio senza togliere le mani dal volante.




Fonte: La Repubblica.it