"Una zappa ci salverà", è il meraviglioso monologo con cui l'attore Alberto Santucci del Teatro Lanciavicchio ha aperto l'inaugurazione del progetto "Tasche vuote".
Nasce a San Sebastiano dei Marsi il primo orto sinergico all’interno dell’area del Parco Nazionale D’Abruzzo, Lazio e Molise. Si tratta del Progetto “Tasche vuote” portato avanti dalla giovane associazione “La Terra di Loe”, un'associazione culturale nata con l'obiettivo di intervenire attivamente nella costruzione di un nuovo sistema sociale, fondato sulla cooperazione, sulla solidarietà, sulla condivisione di obiettivi, saperi ed esperienze.
Per chi se lo stesse chiedendo l' orto sinergico nasce dall’esigenza di creare una coltura permanente, eterna, equilibrata, inesauribile, non consumistica, il cui motore è la biodiversità. Portare avanti questa pratica agricola vuol dire concepire la vita in termini di reti, flussi e cicli naturali, concetti questi che hanno sempre fatto parte dell’uomo, dell’antica saggezza, della sapienza di tradizioni spirituali come quelle dei nativi d’America, della tradizione buddista e di quella cristiana.
Purtroppo gran parte di questa saggezza l’abbiamo persa durante il recente periodo dell’era industriale, nel quale assistiamo continuamente al conflitto tra ecologia e sistemi economici dell’industria del consumo. La radice del problema è la nostra ossessione per una crescita economica senza limiti e per questo abbiamo iniziato a fagocitare i sistemi naturali convinti che questi fossero eterni e sempre disponibili e pensando di creare benessere stiamo invece lentamente andando verso la povertà: economica, ecologica, morale e sociale.
Purtroppo gran parte di questa saggezza l’abbiamo persa durante il recente periodo dell’era industriale, nel quale assistiamo continuamente al conflitto tra ecologia e sistemi economici dell’industria del consumo. La radice del problema è la nostra ossessione per una crescita economica senza limiti e per questo abbiamo iniziato a fagocitare i sistemi naturali convinti che questi fossero eterni e sempre disponibili e pensando di creare benessere stiamo invece lentamente andando verso la povertà: economica, ecologica, morale e sociale.
Nonostante il mercato tenti di nasconderlo è sempre più evidente che ci troviamo di fronte alla sfida di creare comunità ecologicamente sostenibili, e devo dire che visitando l’Orto della Terra di Loe i ragazzi hanno raccolto la sfida in modo profondo e consapevole. A loro appartiene la consapevolezza che ogni organismo, pianta, microrganismo e anche l’essere umano fanno parte di quella rete di relazioni che continuamente supporta la vita e data l’importanza basilare del terreno vivo, è fondamentale conservare l’integrità dei grandi cicli ecologici nelle nostre pratiche agricole.
E c’è un altro aspetto da considerare, non meno importante, lo facevo notare proprio ieri lì nella terra di Loe: la natura è un enorme e complesso sistema cooperante, l’orto sinergico è un sistema cooperante dove ogni organismo ha la sua funzione, il suo ruolo ecologico, così come i ragazzi della terra di Loe nel portare avanti questo progetto hanno cooperato insieme ognuno con il proprio compito, ognuno con la propria abilità, ognuno con le proprie energie, ognuno con un suo ruolo ben definito, scoprendo il senso di comunità e di appartenenza ad un luogo. "I luoghi"- scrive David W. Orr - "sono laboratori di diversità e complessità dove si mescolano funzioni sociali e processi naturali".
Ieri alcuni bambini hanno piantato pomodori, mais, peperoni nella terra di Loe; sono convinta che giocare con la Terra e stare nell'orto per i piccoli sia qualcosa di magico: li ho osservati e ho pensato che la scuola italiana dovrebbe svecchiarsi e introdurre gli "orti scolastici" fra i propri percorsi educativi, sarebbe l'occasione per i bambini di imparare la scienza direttamente sul campo, e il modo migliore per diventare ecologicamente formati e quindi in grado di contribuire a costruire un futuro sostenibile.
info: La terra di Loe (pagina facebook) tel 393 709 6041
0 commenti:
Posta un commento