AREVA è una multinazionale francese che opera nel campo dell'energia, in particolare quella nucleare (lo stato francese possiede più del 90% del capitale azionario) e di fatto è la società che progetta e costruisce l'impianto nucleare di terza generazione EPR. Il reattore EPR potrebbe essere la soluzione scelta dall'Italia per un eventuale ritorno al nucleare. Il 24 febbraio 2009 un memorandum di intesa firmato tra ENEL ed EdF (la ENEL Francese, per intenderci) prevede la costruzione di 4 centrali nucleari EPR in Italia, operative tra il 2020 e il 2023, per un totale di 6600 MW. L'ENEL ha finora acquistato una partecipazione del 12.5% negli impianti EPR di Flamanville e Penly. Gli accordi ricadono nel quadro più ampio di una collaborazione di lungo periodo tra Francia e Italia che coinvolga tutta la filiera del nucleare, dalla ricerca alla costruzione (Protocollo di Intesa italo francese per la cooperazione energetica). Tuttavia sarebbe bene che il Governo Italiano e i nuclearisti prendessero in consierazioni alcuni aspetti non di poco conto.
Facciamo un pò di storia: Nel 2001 il Parlamento approvò la costruzione dell'EPR finlandese, i lavori sarebbero dovuti terminare nel 2009 e il tutto avrebbe richiesto una spesa complessiva di 3.2 miliardi di euro. In realtà la costruzione è inziata nel 2005, e dopo oltre 200 difetti rilevati ancora oggi AREVA non è in grado di prevedere quando si inizierà a produrre energia con quel reattore. I costi sono arrivati a circa 5 miliardi di euro e si prevede che saliranno fino a 6 miliardi. La base di calcestruzzo dell'impianto è risultata, secondo l'Autorità per la sicurezza nucleare finlandese, troppo porosa e sensibile alla corrosione e lo scorso dicembre l'Autorità ha inviato una lettera ufficiale in cui si accusa la AREVA di utilizzare personale non professionalmente adeguato, sollevando seri dubbi sui sistemi di sicurezza ed ipotizzando il blocco delle attività.
Quello che sta succendeno al reattore EPR in costruzione in Finlandia si sta ripetendo anche in Francia; la costruzione del reattore di Flamanville è protagonista di molte irregolarità: sforamento dei costi, ritardi, crepe nella base di calcestruzzo, rinforzi nel contenitore di acciaio del reattore realizzati in punti sbagliati, tecnici saldatori non qualificati per tale lavoro....
A tutto questo vorrei anche aggiungere che nel 2006 Greenpeace ha trovato un rapporto militare segreto del governo francese datato 2003, secondo il quale il reattore EPR non sarebbe in grado di resistere all'impatto causato da un aereo di linea.
E l'America che tutti ammiriamo e sognamo? Bhè è ora il caso di dire che finalmente questo Paese merita davvero l'appellativo di "Nuovo Mondo": a maggio 2009 l'amminsitrazione Obama ha negato all'industria nucleare americana il finanziamento pubblico di 50 miliardi dollari.
Inoltre i dubbi sono così tanti che la Nuclear Regulatory Commission degli USA non ha ancora approvato tale tecnologia (quella dell'EPR) per il mercato americano.
L'Italia? L'Italia firma accordi e la storia del Bel Paese non è altro che una ruota che gira, non c'è innovazione, ma sempre e solo un nostalgico bisogno di ripetere gli errori: inceneritori, nucleare, ronde cittadine...Ho sempre l'impressione che ci stiano rifilando un passato travestito da futuro.
Quello che sta succendeno al reattore EPR in costruzione in Finlandia si sta ripetendo anche in Francia; la costruzione del reattore di Flamanville è protagonista di molte irregolarità: sforamento dei costi, ritardi, crepe nella base di calcestruzzo, rinforzi nel contenitore di acciaio del reattore realizzati in punti sbagliati, tecnici saldatori non qualificati per tale lavoro....
A tutto questo vorrei anche aggiungere che nel 2006 Greenpeace ha trovato un rapporto militare segreto del governo francese datato 2003, secondo il quale il reattore EPR non sarebbe in grado di resistere all'impatto causato da un aereo di linea.
E l'America che tutti ammiriamo e sognamo? Bhè è ora il caso di dire che finalmente questo Paese merita davvero l'appellativo di "Nuovo Mondo": a maggio 2009 l'amminsitrazione Obama ha negato all'industria nucleare americana il finanziamento pubblico di 50 miliardi dollari.
Inoltre i dubbi sono così tanti che la Nuclear Regulatory Commission degli USA non ha ancora approvato tale tecnologia (quella dell'EPR) per il mercato americano.
L'Italia? L'Italia firma accordi e la storia del Bel Paese non è altro che una ruota che gira, non c'è innovazione, ma sempre e solo un nostalgico bisogno di ripetere gli errori: inceneritori, nucleare, ronde cittadine...Ho sempre l'impressione che ci stiano rifilando un passato travestito da futuro.
Fonti: New York Times; Gaia- rivista dell'Ecoistituto del Veneto
Immagine: matrablog
2 commenti:
L’80% dell’energia elettrica in Italia si fa con il gas ed il carbone. Come uscirne fuori? Lo sostituiamo tutto con il solare e l’eolico? Riguardo agli USA, hanno appena autorizzato la costruzione di 7 nuove centrali nuclearii e Obama sostiene, come Blair, come Sarkozy e tutti i leader dei maggiori paesi che per battere l’effetto serra bisogna investire nell’efficienza, nelle rinovabili e nel nucleare. Qui si possono trovare info molto interessanti: http://newclear.it/
Signor/a Anonimo/a, grazie per il commento. La mia posizione riguardo al discorso energetico è ben salda: il nucleare non serve a risolvere il problema energetico; 1) potrebbe risolvere il problema dell'energia elettrica ( ho detto potrebbe, infatti anche qui ho seri dubbi) ma di certo non risolve il problema dell'energia da destinare ai trasporti (grande fonte di CO2 e grande problema da risolvere);
Una centrale nucleare richiede un enorme quantitativo di energia per poter funzionare non è che si alimenta di aria;
3) una centrale nucleare richiede acqua a volontà per il raffreddamento...e l'acqua, si sa, è il nuovo "oro blu";
4) è meraviglioso vedere come chi difende il nucleare sia sempre in grado di parlare solo di "riduzione di CO2", come se le scorie radiotattive fossero nulla, in fin dei conti cosa vuoi che siano, l'importante è non emettere CO2! però mi piacerebbe capire e conoscere quali soluzioni adottare, dove stoccare questo rifiuto radioattivo: immagino che i fondali marini o le vecchie miniere e perchè no anche l'Africa vadano bene giusto? Dopotutto che importa, l'importante è non averli vicino casa giusto? Peccato Signor anonimo che siamo tutti sulla stessa barca, "non si può cogliere un fiore senza turbare una stella", non è mia questa frase, ma di qualcuno che ha ben capito come ogni cosa su questa pianeta sia ben regolata da meccanismi che interagendo fra loro riescono a mantenere una certa omeostasi, che però l'uomo sta compromettendo.
Si è mai chiesto chi ci obbliga a dover produrre di più? Non ho mai sentito parlare di ridurre i consumi, gli sprechi....solo produrre produrre produrre. Ci hanno avvelenato il cervello e le coscenze e per cosa? Ci siamo fatti abbindolare, il sistema, le multinazionali, le imprese si fanno ricche grazie ai nostri consumi, la pubblicità ci frega ogni giorno, perchè la parola d'ordine è consumare....
Luigi Sertori è docente di ecofisica a Torino e ricercatore del CERN, collaboratore della NATO e consulente esterno del Los Alamos Laboratory, sostiene che per soddisfare le esigenze artefatte della società di oggi, il fabbisogno italiano sale fino a 72 GW, pertanto servirebbero 24 centrali nucelari da 3 GW ciascuna. Ma ci sarebbe moltissimo da dire .....insomma le 4 centrali proposte dal gioverno italiano non mis embrano davvero la salvezza! IL discorso è ampio, profonda e lungo. Mi fermo qui. Saluti
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