martedì 13 ottobre 2009

La Francia radioattiva

L'emittente televisiva France 3 ha mandato in onda l'inchiesta, firmata dai giornalisti Emmanuel Amara e Romain Icard, denunciando per la prima volta pubblicamente come le scorie pericolose siano state utilizzate per realizzare opere infrastrutturali (stadi, strade, parcheggi) delle quali la Francia va fiera. Il documentario ha misurato e mostrato al pubblico un elevato livello di radioattività sia in molte zone rurali sia nelle aree urbane del Paese. I detriti cosiddetti "sterili" sono quelli a basso contenuto di uranio, scartati perché non utili all'industria nucleare, ma con l'accumulo in anni e anni di costruzioni, stanno procurando un danno sanitario che inizia ad assumere una notevole gravità. In Francia esiste un unico laboratorio indipendente che si occupa di ricerca e informazione sulla radioattività, il CRIIRAD, che ha denunciato già da un paio di anni alle autorità e all'opinione pubblica l'esistenza di aree con una radioattività anche 60-100 volte superiore a quella naturale. Nel marzo del 2007, il CRIIRAD ha pubblicato un primo rapporto, nel quale si stimava un totale di circa 225.000 tonnellate di materiali di scarto dell'industria statale Cogema (Compagnia Generale delle materie radioattive), sotterrati nell'area dello stadio nella cittadina di Gueugnon, in Borgogna. La denuncia suscitò una grande sorpresa ed un altrettanto grande allarme tra gli abitanti. L'inchiesta televisiva di Amara e Icard dimostra che di casi come questo ne esistono quasi un centinaio in tutta la Francia, con i cittadini rigorosamente all'oscuro. Ed è andata così per trent’anni. Trent’anni in cui un vero e proprio segreto di Stato ha coperto i gravi danni all'ambiente ed alla salute dei francesi. Gli unici a sapere, oltre i dirigenti statali, erano i lavoratori. A fare tutto questo sono stati in due: la CEA (Commissariato dell'energia atomica) e la Cogema, ovvero due aziende statali. La Cogema da tre anni è diventata Areva, il principale operatore nucleare francese. La denuncia che emerge dall'inchiesta di France 3 è che chi effettua i controlli dovrebbe essere invece il controllato. Ad essere particolarmente in imbarazzo è l'ASN, l'Agenzia Nucleare di Stato, che è incaricata di fare i controlli su tutti gli aspetti del nucleare, compresi la protezione della popolazione e la loro informazione. Quel che emerge dal documentario shock mandato in onda, è che in tema di nucleare i pericoli nascono dall'assenza di trasparenza. E quando si tocca questo tema, il pensiero va all'Italia, dove ci si sta imbarcando in un'avventura nucleare con un atteggiamento da sprovveduti da parte dello Stato, e dove prima ancora della costruzione della filiera già è stato imposto il segreto di Stato sui siti. Ancora sulla trasparenza, gli autori dell'inchiesta indagano su un altro tema importantissimo: in tutti questi anni, di questo modo di smaltire le sostanze radioattive, la politica francese sapeva? SI, visto che ben diciotto anni fa era stato realizzato un rapporto a cura del direttore del Consiglio per la Sicurezza delle Informazioni Nucleari, dove veniva evidenziato che il problema scorie era stato ampiamente sottovalutato, in particolare la nocività dei cosiddetti “discendenti dell'uranio”. Questo rapporto, e tutti quelli successivi, sono sempre stati accantonati e nascosti dai ministri di turno, indipendentemente dalla loro provenienza politica. Il nucleare in Francia è stato trattato come una questione riservata alle alte sfere dello Stato, ma in cima non troviamo l'Eliseo o il Parlamento, ma sempre l'Areva. Cioè, l'industria nucleare è stata trattata politicamente come qualcosa che non può avere alcun ostacolo, un terreno sostanzialmente coperto dal segreto e dagli interessi statali e delle grandi aziende energetiche. In pratica, ad essere assente, è stata la responsabilità sociale di questo settore. Questo dovrebbe far riflettere non solo i francesi, ma anche noi italiani. Magari adesso, e non tra 15 o 20 anni, quando le centrali nucleari saranno già in produzione.

Fonte: articolo di Alessandro Iacuelli, altrenotizie.org

1 commenti:

@enio ha detto...

il pericolo è che queste scorie radioattive, difficili da stoccare, vengano utilizzate in maniere poco legali come è successo in Francia. Da noi li mettevano nelle navi che poi lasciavano affondare al largo in mare ! Mala tempora currunt !