Si chiama live feeding, letteralmente vuol dire alimentazione viva: si tratta di un macabro spettacolo di intrattenimento allestito nello zoo di Harbin (Cina). Il turista entra in autobus e, con un piccolo sovraprezzo sul biglietto di ingresso, può acquistare una gallina, un agnello, un vitello o qualsiasi altro animale vivo da dare in pasto alle tigri. Su youtube sono visibili i filmati in cui sotto lo sguardo stupito di adulti e bambini, ogni giorno va in scena uno spettacolo agghiacciante e crudo, in cui è la morte stessa a divertire e ad emozionare.
E' vero che in natura i carnivori si nutrono di altri esseri viventi, ma tra la preda ed il predatore esiste un rapporto fondamentale a mantenere l’equilibrio ecologico, che regola la dinamica delle popolazioni e pone solide basi per la conservazione della specie. I predatori eliminano dalla popolazione delle loro prede gli individui meno sani e più deboli, mantenendo in vita gli individui più resistenti, i quali trasmettono le loro caratteristiche ai discendenti.
In realtà quello che vedo nel live feeding è una forzatura: una società povera nell'animo che per divertirsi ha bisogno di guardare gli altri soffrire, specie se sono animali. Si trae godimento nel vedere un animale terrorizzato, ferito, ucciso. Questa non è una prerogativa che appartiene esclusivamente al live feeding; ho letto che il team Artificial Mind and Movement, ha da poco presentato il suo nuovo gioco per console PS3 e Xbox 360, si chiama Naughty Bear: il protagonista è un orso sociopatico che manifesta il suo disagio sociale torturando gli altri orsetti e, all’invitante“divertiti anche tu a terrorizzare i tuoi amici” lo scopo del giocatore è quello di spaventare a morte gli altri orsi attraverso una serie di tattiche più o meno terroristiche.
"Vi è un progressivo adeguamento a realtà sempre più crude e crudeli: si accetta un comportamento violento come normale grazie ad una ripetuta esposizione ad esso". (Annamaria Manzoni-MECCANISMI PSICOLOGICI ALLA BASE DELLA VIOLENZA NEI CONFRONTI DEGLI ANIMALI).
Konrad Lorenz interpreta l'aggressività, come una tendenza positiva, funzionale alla sopravvivenza, che spinge gli esseri viventi alla conservazione della vita (difesa del territorio, ricerca della femmina, lotta per procurarsi il cibo).
Io non sono Lorenz, non sono neppure una psicologa, sono una semplice ragazza che vede ogni giorno promossa una violenza fine a se stessa. E' palese ormai la perdita del senso di compassione, quel moto dell’animo che ci fa dispiacere dei mali altrui quasi ne soffrissimo noi stessi.
Se la bellezza della vita, lo stupore che essa offre, il calore dei rapporti umani, le cristalline risate dei bimbi che giocano allegramente per strada preparandosi a diventare adulti...se tutto questo è destinato ad essere sostituito da immagini dai toni grigi e anonimi, per favore fermate questa giostra, io voglio scendere!
3 commenti:
Disgustoso, ho visto alcuni video integrali su youtube: non mi interessavano le fiere, quanto quei mentecatti in impermeabile che si divertivano a impacchettare e torturare quei poveri polli.
Come dice Woody Allen, la natura è un grosso ristorante - non mi scandalizza il ciclo vita-sbranamento-morte, quanto il voler esserne parte in senso del tutto artificiale.
Donare vita, dispensare morte come fossimo altro che non esseri indistinguibili l'uno dall'altro.
Caro Giò Woody Allen ha centrato in pieno. :-)
Sembra un film dell'orrore ed io odio gli horror. Preferisco le commedie a lieto fine.
Ma non è sempre così eh!?
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