Disse il Sole alla Rosa: "sei bella e profumata però, quando io voglio, sarai da me bruciata". La Rosa ribattè: "non provo soggezione perchè rifiorirò la prossima stagione". Dà il Sole gran calore ma più del Sole il cuore.
-Vecchio proverbio-
Se in questo periodo vi capita di fare delle belle passeggiate lungo i sentieri di montagna, sicuramente avrete l'opportunità di vedere siepi di rose canine in fiore. Una pianta dai ramoscelli così esili e dai fiori delicati potrebbe sembrarci così fragile e invece pensate un pò, la rosa canina ha una storia lunga 10 milioni di anni. Quando si dice la forza della natura...è da questa rosa che per evoluzioni biologiche (in gran parte volute dall'uomo) sono nate le moltissime varietà di rose che oggi acquistiamo e coltiviamo nei nostri giardini. Questa rosa cresce bene in terreni calcarei e assolati, in Italia è molto diffusa andando dalla costa fino al piano montano. La fioritura va da Maggio a Luglio. Sembra che l'aggettivo "canina" le fu dato da Plinio il Vecchio, il quale affermava che un soldato romano era guarito dalla rabbia grazie ad un decotto di radici di questa pianta. Ma ancora più curioso è il fatto che l'aggettivo "canina" voglia dire "di nessun valore". In realtà questa pianta ha delle proprietà che la rendono importante come tutte le creature di mamma Terra: ogni cosa ha un suo valore. I petali della rosa canina possono essere utlizzati nella cura di mal di gola, gastrite e diarrea. I frutti si utilizzano per preparare sciroppi come integratori alimentari e gli estratti dei frutti sono ricchissimi di vitamina C. Le foglie e i boccioli si utilizzano come blando lassativo e cicatrizzante. Nella cosmesi viene utilizzata per maschere di bellezza schiarenti, tonificanti e leviganti. In cucina si possono utlizzare i frutti per fare delle ottime marmellate e miele rosato. Se i frutti vengono essiccati e macerati in acquavite e zucchero si può fare un ottimo liquore, mentre seccati e tritati possono essere utilizzati per una tisana.
Curiosità: la simbologia legata alla rosa è molto antica. Nell'antico Egitto la rosa era il fiore consacrato ad Iside, dea della rinascita e personificazione della Natura; in Grecia e a Roma il fiore era sacro ad Afrodite-Venere dea dell'eros e della bellezza, ma anche ad Athena -Minerva, dea delle qualità intellettive e più spirituali. Dall'11 al 15 maggio ogni anno Roma festeggiava le "rosalie" festa delle rose che, incarnando la rigenerazione, venivano utilizzate per adornare le tombe. Con il Cristianesimo la rosa divenne il simbolo della passione di Cristo, sia per le spine che per la forma a calice della sua corolla. Nel Medioevo la rosa diventa simbolo di unione tra sacro e profano, tra spirituale e naturale ed è da questo momento in poi che la rosa viene associata al culto, alla preghiera e alla venerazione di Maria, madre di Gesù. La rosa diventa anche simbolo magico, infatti la disposizione circolare dei suoi petali la assimilano al cerchio, che come forma esoterica rappresenta il cielo e il sole. Nella letteratura la rosa viene celabrata da scrittori e poeti di tutti i popoli, se ne parla nei testi biblici, è citata da Omero, Virgilio, Catullo, Saffo, Ovidio e non possiamo poi dimenticare la rosa del Piccolo Principe, l'unica rosa che egli ama, l'unica al mondo perchè:..." è lei che io ho annaffiato, è lei che io ho riparato dal vento. E' di lei che ho ascoltato lamentarsi o vantarsi e a volte tacere. Perchè è la mia rosa"
Disegno di Giorgio Venturini
Fonte: Lucia Micolucci (ON-CAI Guardigrele)
Orsola Dissegna (ON- CAI Cittadella)
Disegno di Giorgio Venturini
Fonte: Lucia Micolucci (ON-CAI Guardigrele)
Orsola Dissegna (ON- CAI Cittadella)
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