Secondo Luigi Sertorio le esigenze energetiche della società moderna, figlia del consumismo, sono lievitate a circa 1000 watt per persona, una potenza questa che varia e aumenta se si considerano i trasporti e lo Stato in esame. In Italia ad esempio il fabbisogno procapite è stato stimato essere pari a circa 5 chilovattora. Bastano pochi calcoli per quantificare il 25% del fabbisogno interno in circa 72 Gigawatt, questo cosa significa? Significa dover mettere in opera 24 grosse centrali nucleari da 3 Gigawatt l'una. Dove prendiamo l'acqua neccessaria la raffreddamento di tali centrali? BOH!!!
Interessante poi l'analisi che il prof Federico Valerio riporta nel suo blog: "E' vero che la produzione di energia nucleare non produce direttamente anidride carbonica, ma la produzione di anidride carbonica è inevitabile durante l'estrazione e la purificazione dell'uranio, durante la costruzione del reattore, per neutralizzare, trasportare e stoccare le scorie radioattive e durante la demolizione di un vecchio reattore giunto alla fine dei suoi giorni e per la bonifica del sito". Il nostro scenziato preoccupato cita uno studio (2006) condotto da U.R. Fritsche dell' Oeko Institute di Darmstadt. Attraverso il programma GEMIS, l'istituto tedesco ha condotto un' analisi del ciclo di vita (LCA) dei sistemi produttivi: è stato stimato che una centrale nucleare tedesca provoca l'emissioni in atmosfera di 31 grammi di CO2 per ogni chilowattore prodotto. Per altri impianti nucleari, l emissioni aumentano da 30 a 60 grammi per chilowattora, quindi una centrale nuclare da 1250 Megawatt (la taglia dei reattori nuclari tedeschi) indirettamente, emette 250.000 tonnellate di anidride carbonica per ogni anno di funzionamento. Nel confronto escono vincitori gli impianti idroelettrici, generatori eolici a terra e sul mare, impianti di cogenerazione a gas, infatti a parità di chilowattora prodotti una centrale nucleare emette più anidride carbonica. Il nucleare conviene?
Fonte: Georgia Schiavon ("Gaia" rivista ecositituto del Veneto) - Federico Valerio
Interessante poi l'analisi che il prof Federico Valerio riporta nel suo blog: "E' vero che la produzione di energia nucleare non produce direttamente anidride carbonica, ma la produzione di anidride carbonica è inevitabile durante l'estrazione e la purificazione dell'uranio, durante la costruzione del reattore, per neutralizzare, trasportare e stoccare le scorie radioattive e durante la demolizione di un vecchio reattore giunto alla fine dei suoi giorni e per la bonifica del sito". Il nostro scenziato preoccupato cita uno studio (2006) condotto da U.R. Fritsche dell' Oeko Institute di Darmstadt. Attraverso il programma GEMIS, l'istituto tedesco ha condotto un' analisi del ciclo di vita (LCA) dei sistemi produttivi: è stato stimato che una centrale nucleare tedesca provoca l'emissioni in atmosfera di 31 grammi di CO2 per ogni chilowattore prodotto. Per altri impianti nucleari, l emissioni aumentano da 30 a 60 grammi per chilowattora, quindi una centrale nuclare da 1250 Megawatt (la taglia dei reattori nuclari tedeschi) indirettamente, emette 250.000 tonnellate di anidride carbonica per ogni anno di funzionamento. Nel confronto escono vincitori gli impianti idroelettrici, generatori eolici a terra e sul mare, impianti di cogenerazione a gas, infatti a parità di chilowattora prodotti una centrale nucleare emette più anidride carbonica. Il nucleare conviene?
Fonte: Georgia Schiavon ("Gaia" rivista ecositituto del Veneto) - Federico Valerio
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