giovedì 23 settembre 2010

Non ci resta che piangere?

L'arte della politica. Il segreto di fare i propri affari e di impedire agli altri di fare i loro.
G. Courtilz de Sandras


Il protagonista del mio post è sempre lui, Il Senatore Filippo Piccone e a fare da scenografia indovinate un pò chi c'è? L'impianto a biomasse della Sadam PowerCrop che deve nascere a Borgo Incile (Avezzano), contro il quale stiamo combattendo da tre anni e che qualche giorno fa ha ottenuto il parere favorevole della Commissione VIA della Regione Abruzzo. Un parere sconcertante, inaspettato e sopraggiunto in anticipo rispetto a quelle che erano le scadenze fissate (ottobre 2010), un parere favorevole che ancora una volta mostra in maniera palese quanto in realtà i cittadini non vengono in alcun modo tutelati da chi invece dovrebbe e come invece a farla da padrone siano sempre gli interessi dei "Potenti".

Ci siamo chiesti come sia possibile che un organo come quello della Commissione VIA che al di sopra delle parti dovrebbe valutare un' opera sulla base di considerazioni oggettive di tipo tecnico scientifico abbia potuto dire si ad un impianto che va contro ogni logica tecnica e scientifica di sviluppo, promozione e tutela di un territorio e di chi lo abita. Noi ci siamo fatti la domanda, ma in verità la risposta la conosciamo bene tutti e da circa tre anni la denunciamo. A questo proposito sento il dovere di riportare parte dell' articolo di Alessandro Biancardi pubblicato sul quotidiano online Prima da noi.it.

23/09/2010- RIFIUTOPOLI. [...] Si sono, dunque, «scatenati gli appetiti» di un gruppo all'interno del centrodestra che fa capo al senatore e sindaco di Celano, Filippo Piccone, che secondo gli inquirenti «intravede un'enorme opportunità di arricchimento e non un'esigenza pubblica».

Il tutto si evincerebbe chiaramente dalle conversazioni che intrattiene lo stesso Rodolfo Valentino Di Zio, preoccupato per un eventuale concorrente. Così parlando con il rappresentante della Ecodeco, la ditta di Milano che doveva partecipare all’affare con i Di Zio dice:
DI ZIO RODOLFO: «siccome questi vogliono fare due impianti in Abruzzo, va bene?»
VERCESI ANTONIO: «e perché due?»
DI ZIO RODOLFO: «è perché, perché... lo puoi immaginare no? Perché, magari, vogliono accontentare altri…»
DI ZIO: «ci sta il coordinatore (Piccone, ndr) che non è niente stupido, è un ex commerciale con i coglioni... capisci? Quello lì è quello che vuole un altro inceneritore».
Insomma un problema non secondario visto che un solo inceneritore potrebbe essere sovradimensionato per l'intera regione che di fatto non riesce a produrre un volume di pattume sufficiente. Figuriamoci poi due impianti, si sarebbe aperta sicuramente la strada all’arrivo di immondizia da altre regioni da bruciare nella regione verde ma destinata a diventare sempre più grigia.
«Questo fa capire quanto si sia lontani dagli interessi della collettività», annota il giudice Guido Campli, «al punto da accettare di trasformare radicalmente la destinazione del territorio di una regione verde pur di portare a termine gli affari».
Gli inquirenti poi hanno potuto accertare che lo stesso assessore all'ambiente, Daniela Stati, avesse ricevuto notevoli pressioni proprio dal senatore Filippo Piccone. Stati, infatti, parlando con l'assessore Mauro Febbo, afferma chiaramente che il senatore Piccone avrebbe promesso al sindaco di Avezzano, Antonio Floris, di candidare il figlio in cambio dell'autorizzazione all'impianto per le biomasse.
La delibera frutto dello scambio viene individuata dalla procura di Pescara nella numero 74 del 9 settembre 2009 [...]
In questo groviglio di interessi pressoché privati si inserisce la preziosa mediazione di Venturoni che giorno dopo giorno tiene informato quello che la procura ritiene essere suo socio in affari, Di Zio. Dunque, l'assessore alla sanità conferma di aver incontrato a Roma i due parlamentari Piccone e Tancredi e parlato della costruzione dell'inceneritore dicendo chiaramente che quello che «loro vogliono costruire (ovvero quello di Venturoni e Di Zio) renderà inutile e antieconomica la costruzione del secondo inceneritore» (quello di Piccone noto come impianto a biomasse di Borgo Incile) salvo che la concorrenza non si voglia «sfracellare» [...]

Non vi sembra tutto più chiaro? A me si e lo si capisce da quanto riporta l'articolo citato. Tuttavia su una cosa si sbaglia Venturoni: in questa gara "al chi arriva primo" sembra proprio che a sfracellarsi non sia stato il sindaco Filippo Piccone...Vero Regione Abruzzo?

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