Nel suo libro “Io mi ricordo” lo scrittore avezzanese Paolo Ferro parlando del Fucino scrive: “La mia terra è una conca. L’ha plasmata la punta di Dio: con una leggera pressione ha sollevato i monti tutt’intorno e ha donato forza vitale al terreno toccato, graziato, immediatamente fertile, fertilissimo”.
Ed ora questa terra, la nostra terra, si trova a dover subire continuamente la minaccia di “invasioni barbariche”, di uno sfruttamento che le ruba memoria, storia, cultura e poesia. Oggi la minaccia si chiama Centrale a Biomasse Power Crop.
Ama la Terra come te stesso è un invito agli uomini di buona volontà, a coloro i quali questa terra è stata donata e che hanno il diritto di governarla, ma soprattutto il dovere di preservarla. La nostra è un’epoca caotica fatta di grandi opportunità mescolate a crisi di tipo economico, ambientale, politico, sociale. Diventa sempre più difficile distinguere ciò che è bene da ciò che è male; le nostre coscienze sono sopite al punto tale che ci trasciniamo in questa vita senza vederla, senza assaporarla e senza viverla. Il Fucino è una risorsa e una ricchezza insostituibile per noi marsicani, non si può tacere di fronte ad atti di sciacallaggio che non portano alcun beneficio, neppure a livello occupazionale.
Mi capita di girare per le strade della nostra conca e la vedo ferita, violentata. Discariche abusive, falde idriche inquinate, fossi abbandonati e offesi da ogni genere di rifiuto e ora proprio nel cuore del Fucino una centrale che deve bruciare piante appositamente coltivate. A volte ho l’impressione che in nome dello sviluppo, noi facciamo delle scelte che invece di farci camminare in avanti ci riportano indietro.
Oggi le Rappresentanze Unitarie Sindacali attraverso un comunicato stampa attaccano il Comitato Marsicano No alla Centrale a biomasse Power Crop, ricattando la popolazione marsicana con la scusa dei posti di lavoro. Scrivono nel loro comunicato: “In momenti di crisi come quelli che stiamo vivendo, non si può rinunciare a cuor leggero a 100 milioni di euro di investimenti sul territorio e a decine di posti di lavoro in un settore come quello della produzione di energie da fonti rinnovabili che è di grande prospettiva, solo per soddisfare le aspettative di qualche comitato di quartiere o di ambientalisti dell’ultima ora”.
A questi rispondo che nessuno sputa sopra a 100 milioni di euro investiti per creare posti di lavoro, specie in un momento di crisi, allora se credete almeno a una delle parole che avete scritto datevi a fare, lasciamo stare l'inceneritore a biomasse che di posti di lavoro ne porta si e no una ventina (è scritto sul progetto) e lottiamo per avere ciò che di diritto ci spetta: un impianto per la lavorazione dei prodotti agricoli del Fucino a Celano. Se non siete in grado di lottare per questo e per i vostri lavoratori, se non siete in grado di lottare per una soluzione produttiva adeguata alla realtà territoriale che crei un vero sviluppo economico e veri posti di lavoro allora forse il problema non è un “qualche comitato di quartiere” né sono gli “ambientalisti dell'ultima ora”.
Ci illudiamo di aver creato il meglio e non ci accorgiamo che invece abbiamo finito col rovinare quel poco che di buono ci è rimasto.
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