Negli ultimi 60 anni l'Italia ha subito un aumento del 500% delle aree urbanizzate, perdendo così milioni di ettari di superfici, sopratutto agricole, e le proiezioni per il futuro non sono certo confortanti. A dirlo è il dossier "Terra Rubata" pubblicato dal WWF e FAI in collaborazione con l'Università degli Studi de L'Aquila. Attraverso l'uso del GIS (Sitema informativo territoriale) si è fotografata la tendenza delle superfici edificate e l'immagine ottenuta prospetta scenari irreversibili se non si interviene con una idonea pianificazione territoriale che riduca lo spread fra aree verdi e aree "artificializzate".
Fino ad ora sono state analizzate 11 Regioni, tra cui l'Abruzzo, e i dati disponibili sull'intero territorio nazionale ci dicono che ogni giorno la Cementificazione "ruba" circa 75 ettari di suolo (pari a circa 100 campi da calcio per intenderci), questo vuol dire che fra 20 anni avremo 600 mila ettari di cemento in più e suolo fertile in meno.
All'inizio del post ho usato il verbo "subire", credo che si adatti perfettamente al tema dato che a causa di interessi personali, i governi si ritrovano a compiere scelte "scellerate" che inevitabilmente ricadono sulla testa dei cittadini, basti pensare alle acque che qualche tempo fa hanno inghiottito Genova, una tragedia che poteva essere evitata se invece di cementificare, canalizzare e tombare i corsi d'acqua, si fosse lasciato spazio alla loro natura.
Ma non serve guardare così lontano per rendersi conto del futuro che ci stanno rifilando; In Abruzzo il Governo Regionale sta decidendo a favore di inceneritori, di centri di estrazione petrolifera, di eliminazione e ri-perimetrazione di aree verdi come la Riserva Naturale del Borsacchio e il Parco Sirente-Velino e tutto questo perché ci sono speculazioni edilizie da favorire e speculatori da accontentare.
Ciò che dobbiamo comprendere è che l'uso irrazionale del suolo può portare a cambiamenti profondi degli equilibri instaurati in natura. Le politiche di difesa ambientale ed economiche devono tenerne conto e non possono prescindere da un'attenta gestione e tutela della risorsa suolo; nel nostro Paese non manca la legislazione in materia di tutela e pianificazione, ciò che manca è la cultura e la consapevolezza che è solo attraverso la salvaguardia ambientale che si costruiscono economie solide e benessere diffuso.
Fino ad ora sono state analizzate 11 Regioni, tra cui l'Abruzzo, e i dati disponibili sull'intero territorio nazionale ci dicono che ogni giorno la Cementificazione "ruba" circa 75 ettari di suolo (pari a circa 100 campi da calcio per intenderci), questo vuol dire che fra 20 anni avremo 600 mila ettari di cemento in più e suolo fertile in meno.
All'inizio del post ho usato il verbo "subire", credo che si adatti perfettamente al tema dato che a causa di interessi personali, i governi si ritrovano a compiere scelte "scellerate" che inevitabilmente ricadono sulla testa dei cittadini, basti pensare alle acque che qualche tempo fa hanno inghiottito Genova, una tragedia che poteva essere evitata se invece di cementificare, canalizzare e tombare i corsi d'acqua, si fosse lasciato spazio alla loro natura.
Ma non serve guardare così lontano per rendersi conto del futuro che ci stanno rifilando; In Abruzzo il Governo Regionale sta decidendo a favore di inceneritori, di centri di estrazione petrolifera, di eliminazione e ri-perimetrazione di aree verdi come la Riserva Naturale del Borsacchio e il Parco Sirente-Velino e tutto questo perché ci sono speculazioni edilizie da favorire e speculatori da accontentare.
Ciò che dobbiamo comprendere è che l'uso irrazionale del suolo può portare a cambiamenti profondi degli equilibri instaurati in natura. Le politiche di difesa ambientale ed economiche devono tenerne conto e non possono prescindere da un'attenta gestione e tutela della risorsa suolo; nel nostro Paese non manca la legislazione in materia di tutela e pianificazione, ciò che manca è la cultura e la consapevolezza che è solo attraverso la salvaguardia ambientale che si costruiscono economie solide e benessere diffuso.
7 commenti:
Si è tutto vero, concordo con tutto quello che hai scritto e aggiungo che ormai da troppo tempo si sente dire che i giovani italiani sono senza futuro. Credo che non sia del tutto esatto: il futuro c’è, prima o poi implacabilmente arriva. La questione vera semmai, "nolenti o volenti" è nascosta anche e inevitabilmente nel binomio ambiente-qualità, sia da un punto di vista dell'occupazione lavorativa, sia da un punto di vista dell'abitabilità del nostro territorio.
Io invece sono più scettico riguardo ad un futuro migliore per tutti noi, non so se può essere l'ecologia (o l'ambiente in generale) a fornire una via d'uscita alla crisi del nostro sistema di vita attuale, e se lo è purchè si prenda atto della situazione e ci sia una reale volontà di cambiamento serio (concretamente non vedo come, con quali risorse?) ma attualmente mi sembra che i problemi prioritari siano altri, tutto questo, fermo restando e ribadendo che il problema dell'ambiente rimane fondamentale per la sopravvivenza della specie uomo.
Anonimo napoletano
...caro "anonimo napoletano", mi sembra che più o meno abbiamo detto la stessa cosa! Ho parlato di futuro, non di "futuro migliore"! Mi sembra che siamo entrambi d'accordo sul "nodo" ambiente, a prescindere che venga preso in considerazione oppure no!
A coppa 'a mano!
“il vecchio mondo brucerà tra le fiamme dell’industria, le foreste cadranno, un nuovo ordine sorgerà…”
...ma il Signore degli Anelli finisce bene!
http://www.youtube.com/watch?v=3C2wipFnrmA
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