C'è stato un bellissimo incontro ieri pomeriggio a Trasacco: l'associazione Aravinda coinvolgendo il il WWF Marsica e il Comitato Marsicano NO PowerCrop, ha aderito al progetto "Sporchi da morire" invitando il dott. Stefano Montanari qui nella nostra bella Marsica e proiettando il suo film a cui è seguito un dialogo profondo e illuminante tra il dott. Montanari e i presenti in sala.
L'evento ha visto la partecipazione di molti cittadini e anche di alcuni amministratori locali, pochi a dire il vero, ma confido che almeno loro abbiano recepito e imparato che tanto c'è da lavorare e che nulla è impossibile, ci vuole solo la voglia di fare e fare bene perchè occorre consapevolezza nell'amministrare un territorio.
La crisi ambientale che stiamo vivendo rivela un modello di gestione economica ed ambientale fallimentare sotto ogni punto di vista. Una delle principali minacce ambientali con cui da sempre ci si "scontra" è la quantità di rifiuti che continuamente produciamo ed emettiamo nell'ambiente.
"Dove mettiamo tutti questi rifiuti?". Bhè dopo aver visto Sporchi da morire posso dirvi con fermezza e profonda convinzione che la risposta non esiste, per il semplice fatto che è la domanda ad essere sbagliata!
"Dove mettiamo tutti questi rifiuti?". Bhè dopo aver visto Sporchi da morire posso dirvi con fermezza e profonda convinzione che la risposta non esiste, per il semplice fatto che è la domanda ad essere sbagliata!
Per anni abbiamo provato a nascondere i rifiuti sotto terra, ad affondarli negli oceani o a bruciarli negli inceneritori e cosa abbiamo ottenuto? Niente, se non di avvelenare l'acqua che beviamo, l'aria che respiriamo e il cibo che mangiamo. Praticamente abbiamo trasformato un problema in un altro....letale oserei dire, è come se fossimo sul Titanic inconsapevoli (o forse si) che l'iceberg è vicino!
Le questioni legate ai rifiuti non sono solo ambientali, ma anche economiche; si perché è chiaro a tutti che c'è Qualcuno che trae profitto da ogni singolo sacchetto di immondizia che noi produciamo e ha tutto l'interesse a lasciare le cose così come stanno; chiamatelo Politica, Mercato, Mafia, dategli il nome che più vi piace perchè in ogni caso ciascuno di essi rivela che la nostra società è governata solo da decisioni basate sui soldi e sul potere.
Ma noi possiamo fare molto: possiamo indurre la Politica e il Mercato a cambiare iniziando noi per primi a reinventare il nostro stile di vita trasformandoci da consumatori a consumatori critici, acquistando prodotti locali, (magari aderendo ad un gruppo d'acquisto solidale), acquistando beni durevoli e non usa e getta, preferendo prodotti biologici e riciclabili a prodotti che non lo sono, premiando le industrie virtuose a quelle di stampo coloniale che strozzano i Paesi poveri produttori di materie prime...e questi sono solo alcuni esempi, ma molto altro si può e si deve fare per scendere dal Titanic.
Perché produciamo tanti rifiuti? Perché abbiamo bisogno di prodotti e servizi che a loro volta producono sostanze nocive? Perché l'Industria non può cambiare i metodi di produzione in modo da produrre meno rifiuti? Perché la Politica non interviene? Queste sono le domande giuste da fare, e solo quando inizieremo a porcele avremo le risposte che portano alla prevenzione anziché al controllo dell'inquinamento, alla riduzione invece che alla gestione dei rifiuti.
Perché produciamo tanti rifiuti? Perché abbiamo bisogno di prodotti e servizi che a loro volta producono sostanze nocive? Perché l'Industria non può cambiare i metodi di produzione in modo da produrre meno rifiuti? Perché la Politica non interviene? Queste sono le domande giuste da fare, e solo quando inizieremo a porcele avremo le risposte che portano alla prevenzione anziché al controllo dell'inquinamento, alla riduzione invece che alla gestione dei rifiuti.
Concludo citando Lois Marie Gibbs, una casalinga che nel 1977 insieme con i suoi due figli viveva vicino la discarica del Canale di Love , uno tra i più gravi disastri ambientali degli anni 70.
Se davvero volete capire cosa c'è dietro ogni decisione su questioni
ambientali, la prima domanda che dovete porvi è "Chi trae profitto da
ciò?". In secondo luogo "Chi pagherà?". Solo a questo punto avrete
identificato entrambi i lati della questione e potrete decidere se essere parte del problema o della soluzione.
1 commenti:
N.B.: Attenzione ai ... venditori di "fumo"!
Scorrendo le motivazioni sull'argomento rifiuti ed inceneritori (o termovalorizzatori, come sarebbe opportuno chiamarli), si rimane colpiti e forse sconcertati. Per esempio si dice:
- Perché in Italia si continuano a costruire questi impianti mentre nel resto del mondo si stanno smantellando?
Ma siete proprio sicuri di questo? Che approfondimento è stato fatto per arrivare a questa affermazione?
In tutti i Paesi più avanzati del nostro, la termovalorizzazione dei rifiuti è una realtà consolidata ed almeno il 50% dei locali rifiuti (oltre a quelli che importano da Paesi "seri" come il nostro) sono eliminati con questi impianti, ottenendo un valido ed interessante ritorno energetico tra cui spesso l'opportunità di realizzare impianti di teleriscaldamento che consentono peraltro un interessantissimo ritorno anche in termini di minore inquinamento invece prodotto dagli impianti che in precedenza producevano il calore necessario al riscaldamento civile.
Per chi non avesse avuto l'opportunità di consultarlo, suggerisco di esaminare un interessante studio fatto realizzare da: Federambiente nel 2009 dal titolo "Emissioni di Polveri Fini e Ultrafini
da impianti di combustione".
Offre una visione certo molto meno speculata e catastrofista sull'argomento.
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