domenica 10 agosto 2014

Buon viaggio Gigi.

E' scritto che c'è un tempo per ogni cosa, dopo il tempo dei saluti ora c'è quello per la memoria.





Venerdì 8 agosto tra bandiere rosse e bandiere con i colori della pace abbiamo salutato il nostro amico e compagno Luigi Presutti, ma per la maggior parte di noi lui era (e sempre sarà) Gigi. E’ difficile trattenere il pianto e reggere l’emozione, ma desidero che il suo ricordo resti impresso qui sulle pagine di questo blog, quasi fosse una piccola stanza della memoria e del tempo. Il saluto laico si è svolto nel piazzale di Borgo Incile, un piazzale affollato e gremito di persone, amici e compagni che Gigi ha saputo conquistare nella sua vita grazie al suo impegno, alla sua passione e alla sua coerenza.

Fino a 8 anni fa Gigi era per me un semplice vicino di casa, ma poi quando questo nostro meraviglioso lembo di terra è stato preso di mira dai grandi interessi dell’energia, con la Torcia al plasma della Micron prima e con la mega centrale a biomasse della Powercrop dopo, Gigi è diventato per me un amico, un compagno nella difesa di questo territorio dalle speculazioni e un maestro.
Credeva in una società giusta ed equa e ha sempre inseguito con costanza questo sogno. Gigi era un sognatore, un ribelle uno di quelli a cui si augura una lunga vita, perchè sai che il mondo ha bisogno di uomini con questa tempra.

Spesso lo sentivo raccontare di rivolte del proletariato, di lotte contadine, di lotte di classe e di pace sociale, era appassionato e mite allo stesso tempo e allo stesso tempo quando parlava sapeva infiammare gli animi e infondere energia. Aspettava la rivoluzione, me lo diceva di continuo, ma era un pacifico,  mi diceva che la vera rivoluzione nasce dentro di noi, e che quando si è nel giusto bisogna lottare senza timore perché la vera crescita e la vera libertà  sta nel combattere tutto ciò che rende un uomo schiavo e oppresso: analfabetismo, illegalità, degrado ambientale, sfruttamento dei lavoratori e delle classi sociali più deboli. Mi ha insegnato che difendere la vita vuol dire ribellarsi contro tutto ciò che calpesta la vita stessa e la dignità di un uomo e di un territorio. 

Gigione era come una spiga di grano, può far sorridere lo so, ma non so descriverlo diversamente. Il grano è forza, è vita, è energia, il grano è espressione della fatica e del lavoro dell’uomo e Gigi è sempre stato un grande lavoratore, non si è mai risparmiato. Ha avuto la forza e l’intelligenza per coltivare il mondo e custodirlo. Credo che Gigione ci ha lasciato in eredità questo compito. 

E guardando le nostre montagne, quelle montagne che Gigi amava tanto, mi viene in mente quanto scritto in Io mi ricordo” il libro di Paolo Ferro, un libro che non smetterò mai di amare esattamente come amo questa mia terra:
"Si cerca sempre qualcosa che si porta dentro, che si ha in cuore, che è scesa prima di noi per la lunga scala del silenzio, raggiungendo un luogo profondo in cui ha preso dimora permanente. Salire è contemplare. Scendere è pregare. Che cosa c’è sopra un monte? Ciò che non si può vedere dal basso. Il cielo, la terra, lo spazio, l’amore e la pace. Un grandangolo che fotografa l’infinito e regala l’immagine di chi si è veramente".

Che la terra ti sia lieve amico Gigi!

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