
Sul quotidiano il Messaggero, Paolo Mastri, autore dell'articolo da cui riprendo alcune di queste informazioni scrive: " dieci anni fa all'Aquila l'imperativo politico era non terrorizzare le imprese e i costruttori con i costi della prevenzione sismica. Ne va della vita della città, dicevano". Peccato che dopo 10 anni proprio per quella mancanza di prevenzione e di sicurezza la città è stata piegata, 300 vite spezzate e l'economia messa in ginocchio. Si è vero ne è proprio andata della vita della città!
A tutto questo vorrei aggiungere che nel 1998 l'INGV intraprende una classificazione dei territori italiani a rischio sismico, il colore rosso indica la zona in cui il rischio è massimo. Il lavoro viene conseganto al Ministero dei lavori Pubblici, che evidentemente ritiene doveroso dimenticarlo in un cassetto, così fa anche il Governo di allora. Tutto dimenticato fino al terremoto di San Giuliano, nel 2002 dove muoiono 26 bambini. Incredibile ma vero, l'anno successivo Silvio Berlusconi firma il provvedimento 3274/2003 in cui L'Aquila da zona a "rischio 1" viene declassata a "rischio 2". Tuttavia viene lasciato ad ogni Regione il compito di recepire il provevdimento e le mappe. Perchè allora la Regione Abruzzo rimane tra quelle che non modificano il testo del provvedimento del Governo Berlusconi?Tuttavia il 28 Aprile 2006, il Governo emana una nuova ordinanza (n°3519) che recepisce una nuova mappatura del rischio sismico effettuata sempre dal INGV nel 2004: stavolta il Governo ritiene opportuno seguire le indicazioni date e far rientrare la provincia de L'Aquila nella categoria "rischio 1". Il problema però è che la Regione Abruzzo non ci pensa a modificare la situazione e mantiene valido il provvedimento del 2003, ovvero L'Aquila= rischio2.
La domanda: PERCHÉ'?
Sempre di soldi bisogna parlare, maledetto dio denaro che annebbia la mente e la coscienza e miete molte vittime. Modificare il grado di rischio sismico, significa appesantire i costi dell'edilizia, significa più spese per la costruzione, più spese per il ferro, più spese per il cemento e criteri di costruzione più restrittivi. Aumentare il rischio sismico significa anche dover abbassare i prezzi a mq degli immobili non costruiti a norma. Il mercato, la corruzione, l'illegalità, il silenzio e la mancanza di una coscienza politica (destra e sinistra ugualmente coinvolte) sono i responsabili delle 300 vittime che oggi L'Aquila piange.
Faremo chiarezza? Indagheremo? O è solo tempo di ricostruire, ma sopratutto come si ricostruirà?
Fonti: quotidiano "il Messaggero"
http://italianspot.wordpress.com/2009/02/
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