domenica 25 ottobre 2009

Risposta numero 1: paghi per quanto butti via

Qualche giorno fa un lettore del blog ha lasciato un commento sul mio post "l'ambiente è una questione di ideologia", con il quale, attraverso tre punti, mi spiegava il suo parere riguardo ad alcune questioni poste nel mio articolo. Ho deciso di rispondere al suo commento, non con un altro, ma ribattendo punto per punto (per un totale di tre post).

Commento del lettore Punto 1) : " i materiali differenziati se ben differenziati, sono risorse è vero, ma il loro valore non costituisce un ricavo così elevato da permettere l'abbatimento della tarsu... il servizio ha comunque un costo molto superiore ed il porta a porta anche di più. Quello che è invece considerevole è il risparmio dei costi di smaltimento in discarica, che da soli, dopo qualche anno di avviamento, darebbero davvero al comune la possibilità di ridurre le tasse [...]"

La TARSU è una tassa che noi paghiamo per il servizio di smaltimento rifiuti, questa comprende varie voci, come costo del personale, acquisto beni, conferimento in discarica, ma ci troviamo anche la famosa Ecomulta qualora il comune non raggiunga la percentuale di differenziato prevista per legge (attualmente nel mio comune questa multa è di circa 700 mila euro). Perchè credo che la raccolta differenziata porta a porta sia un'ottima soluzione?
Ci si preoccupa di sensibilizzare la popolazione in modo che anche i più pigri si avviino ad un virtuoso processo di raccolta differenziata, nel mio comune ho sentito assessori proporre che proprio a tal fine si può stampare un piccolo manuale da inviare ai cittadini: "della serie altro spreco di denaro e materia!"

In realtà uno dei migliori sistemi di incentivo è il programma "paghi per quanto butti via", ovvero si fa pagare come tariffa solo gli svuotamenti del rifiuto non riciclabile, in modo da incentivare il massimo del riciclo e della riduzione dei rifiuti. Proprio per dimostrare che ho i piedi per terra e non sono una sognatrice, sono andata alla ricerca di dati e numeri. Nel trevigiano esiste il consorzio Priula (23 comuni per un totale di 205 mila abitanti) che nel 2004 è riuscito a differenziare circa il 73% dei rifiuti. Quanto pagano i cittadini per questo servizio? Per le utenze domestiche esiste una quota fissa (canone uguale per tutte le famiglie) di circa 85,08 € + una quota variabile (scontata del 30% per quelle famiglie che praticano il compostaggio domestico), che viene determinata dal numero degli svuotamenti dei contenitori del rifiuto secco non riciclabile. Cosa significa? L'innovazione riguarda proprio la lettura del numero degli svuotamenti di matariale secco non riciclabile, che è affidata ad un "trasponder"applicato sul contenitore. Se in media una famiglia svuota tale contenitore 11 volte in un anno, si trova a pagare una tassa rifiuti di circa 100 €. (dati 2009).Non male vero? Una famiglia molto virtuosa può dunque pagare anche meno. Meno secco NON riciclabile si produce e meno si paga; ecco dunque che conviene:
* evitare di acquistare oggetti che diventano subito rifiuti;
* evitare di acquistare contenitori fatti di materiale non riciclabile;
* differenziare i rifiuti con cura, mettendo nel contenitore verde ciò che davvero non è riciclabile.

Possiamo intraprendere anche un'altra strategia: il comune stipula una convenzione con una società, o consorzio o cooperativa (chiamiamola "PINCOPALLINO). La convenzione stabilisce che tutte le fasi di raccolta, svuotamento dei contenitori, trasporto, trattamento, selezione e recupero finalizzato al riciclaggio sono a totale carico della Pincopallino (non del comune e dei cittadini) che diviene proprietaria dei materiali all’atto della raccolta, e che utilizza quei materiali rivendedoli sul mercato di carta, alluminio, vetro, palstica. Ecco dunque che Vorrei precisare che i materiali ben differenziati sono più puri e pertanto acquistano un valore sul mercato molto elevato, per cui non è vero che vengono pagati poco.

Potrei parlare anche di un'altra strategia per ridurre non solo la quantità di rifuti, ma anche la spesa che i cittadini si trovano a dover sostenere per lo smaltimento, ma mi rendo conto che mi sto dilungando. Comuque ritengo che già con i due esempi sopra citati sia ben chiaro come la gestione dei rifiuti nella moderna visione della RD porta a porta rappresenti davvero un successo economico, ambientale e sociale, ecco perchè non condivido quando mi si dice che la raccolta porta a porta costa molto di più del normale e obsoleto servizio rifiuti, che purtroppo esiste ancora nella mia città. Tanto per darvi un'idea, la mia famiglia ha sempre pagato circa 250 euro di immondizia, quest'anno senza porta a porta, nè differenziata, la bolletta è arrivata è 500 euro....se continua così mi toccherà fare le valigie ed emigrare a Treviso.

QUI il sistema di tariffazione del consorzio Priula

Fonte: Consorzio Priula - Marcello Volpato: Gaia, Ecoistituto del Veneto.

2 commenti:

Antorio ha detto...

Interessantissimo blog, credo che lo visiterò spesso.

Sefora ha detto...

sei molto gentile, grazie