Il bello di fatto comincia adesso. Perché una volta risolti i problemi tecnici, delle leggi e leggine che schiacciano la Rai dentro mille obblighi, si andrà a parlare della parte politica del contratto di servizio. Il governo punta ad una pressione sull'azienda sotto il profilo editoriale molto pesante. Perchè nel mirino non c'è solo Raitre. Ci sono anche Santoro e Travaglio.
Ma forse non Belpietro e Paragone. E figurarsi Vespa. Si tratta di mettere i nemici nelle condizioni di non nuocere, ma senza fare provvedimenti ad personam anche se ormai i tecnici che stanno lavorando agli articoli che comporranno l'affresco delle norme editoriali parlano gergalmente di "norme anti-Travaglio" e di un "comitato editoriale di controllo". Le due cose, a quanto si apprende, sarebbero le due facce di una stessa medaglia. Si vorrebbe istituire un comitato di "garanti" (composto da un rappresentante del ministero, uno dell'Agicom e uno della direzione generale Rai) con il compito di segnalare alle autorità preposte (appunto l'Agicom e anche la Vigilanza) le violazioni in cui potrebbe incorrere l'azienda in caso di messa in onda di interventi "privi del necessario contraddittorio".
Il governo cioè mirerebbe a introdurre in modo continuo quelle norme che vincolano la linea editoriale della Rai durante i periodi elettorali, quando cioè scatta la par condicio. Solo che, per rendere la questione più solida, verrebbero istituiti dei "controllori-delatori" in modo da blindare non solo l'informazione ma anche l'intrattenimento. È evidente che fino ad oggi questo schema di intervento del governo (di cui si è avuto un assaggio sul caso D'Addario ad Annozero e conseguente "processo" di Scajola ai vertici Rai) ha trovato l'azienda decisamente contraria. E da viale Mazzini hanno anche fatto sapere che un simile controllo sulla linea editoriale verrebbe in contrasto anche con i contratti che prevedono la massima autonomia dei direttori di testata sotto la cui responsabilità ricadono anche alcuni programmi (Annozero, per esempio). Il governo, però, pare intenzionato a forzare la mano il più possibile. L'importante è zittire i nemici.
Ma forse non Belpietro e Paragone. E figurarsi Vespa. Si tratta di mettere i nemici nelle condizioni di non nuocere, ma senza fare provvedimenti ad personam anche se ormai i tecnici che stanno lavorando agli articoli che comporranno l'affresco delle norme editoriali parlano gergalmente di "norme anti-Travaglio" e di un "comitato editoriale di controllo". Le due cose, a quanto si apprende, sarebbero le due facce di una stessa medaglia. Si vorrebbe istituire un comitato di "garanti" (composto da un rappresentante del ministero, uno dell'Agicom e uno della direzione generale Rai) con il compito di segnalare alle autorità preposte (appunto l'Agicom e anche la Vigilanza) le violazioni in cui potrebbe incorrere l'azienda in caso di messa in onda di interventi "privi del necessario contraddittorio".
Il governo cioè mirerebbe a introdurre in modo continuo quelle norme che vincolano la linea editoriale della Rai durante i periodi elettorali, quando cioè scatta la par condicio. Solo che, per rendere la questione più solida, verrebbero istituiti dei "controllori-delatori" in modo da blindare non solo l'informazione ma anche l'intrattenimento. È evidente che fino ad oggi questo schema di intervento del governo (di cui si è avuto un assaggio sul caso D'Addario ad Annozero e conseguente "processo" di Scajola ai vertici Rai) ha trovato l'azienda decisamente contraria. E da viale Mazzini hanno anche fatto sapere che un simile controllo sulla linea editoriale verrebbe in contrasto anche con i contratti che prevedono la massima autonomia dei direttori di testata sotto la cui responsabilità ricadono anche alcuni programmi (Annozero, per esempio). Il governo, però, pare intenzionato a forzare la mano il più possibile. L'importante è zittire i nemici.
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