Il Ministro Claudio Scajola torna a parlare di nucleare in Italia e stavolta lo fa "armato" delle parole del presidente americano: dopo tutto si sa l'Italia sogna l'America!
Il 28 gennaio 2010, nel discorso sullo Stato dell’Unione, Obama riconosce al nucleare un ruolo fondamentale nel " grande gioco" dell’economia verde: "[...]Per creare un numero di posti di lavoro maggiore nel campo delle energie pulite, ci occorrono maggiore produzione, maggiore efficienza, maggiori incentivi. Ciò significa costruire una nuova generazione di impianti nucleari puliti e sicuri in questo Paese.[...]". Così per la prima volta dal 1979 l’America avvia la costruzione di due nuove centrali nucleari nello Stato della Georgia. Questo è Obama oggi.
Facciamo un salto indietro nel tempo. Nel suo discorso di presentazione della legge finanziaria 2010, Obama esaltava un futuro verde in cui le fonti rinnovabili come sole e vento rappresentano l’unica possibile via da seguire al fine di salvaguardare non solo le sorti ambientali del pianeta, ma anche quelle economiche. In tutto questo non si accenna minimamente al nucleare, eppure a un anno di distanza da questo bel discorso qualcosa è cambiato. Così come è avvenuto in Germania, anche l'America sembra ripensarci.
Caludio Scajola, invece, passi indietro non ne fa: invita gli ambientalisti a non demonizzare il nucleare e ad affrontarlo senza strumentalizzazioni di tipo ideologico. Ancora una volta ci si ritrova a ridurre le questioni ambientali a “questioni ideologiche”!
Il prof. Gianni Tamino, scienziato e non "ideologo", con un suo articolo pubblicato su Tera e Acqua (bimestrale dell'Ecoistituto del Veneto, Alex Langer) evidenzia un errore, voluto o meno non sta a noi giudicare, in cui troppo spesso si cade quando si parla di nucleare. Non è vero che questo non produce CO2. Se si considera l'intero ciclo di vita dell'uranio i conti non tornano. Estrarre uranio produce CO2, consuma energia, ruba biodiversità e vite umane (quello che accade attualmente in Nigeria e Congo). Trasportare l'uranio fino alle centrali di produzione di energia produce CO2 e consuma energia, stoccare i rifiuti radioattivi consuma energia.
Come si può parlare di nucleare associandolo alla salvaguardia dell'ambiente e dei cittadini quando studi scientifici dicono l'esatto contrario e quando sono i rifiuti che esso produce a rappresentare il principale fattore di rischio per ambiente e cittadini?
C'è una sola ideologia a guidare le scelte dei Grandi della Terra ed è quella del Mercato. Forse è questo a rappresentare il fallimento del Summit di Copenaghen e dello stesso Protocollo di Kyoto.
Articolo pubblicato anche su EcoWiki
Il 28 gennaio 2010, nel discorso sullo Stato dell’Unione, Obama riconosce al nucleare un ruolo fondamentale nel " grande gioco" dell’economia verde: "[...]Per creare un numero di posti di lavoro maggiore nel campo delle energie pulite, ci occorrono maggiore produzione, maggiore efficienza, maggiori incentivi. Ciò significa costruire una nuova generazione di impianti nucleari puliti e sicuri in questo Paese.[...]". Così per la prima volta dal 1979 l’America avvia la costruzione di due nuove centrali nucleari nello Stato della Georgia. Questo è Obama oggi.
Facciamo un salto indietro nel tempo. Nel suo discorso di presentazione della legge finanziaria 2010, Obama esaltava un futuro verde in cui le fonti rinnovabili come sole e vento rappresentano l’unica possibile via da seguire al fine di salvaguardare non solo le sorti ambientali del pianeta, ma anche quelle economiche. In tutto questo non si accenna minimamente al nucleare, eppure a un anno di distanza da questo bel discorso qualcosa è cambiato. Così come è avvenuto in Germania, anche l'America sembra ripensarci.
Caludio Scajola, invece, passi indietro non ne fa: invita gli ambientalisti a non demonizzare il nucleare e ad affrontarlo senza strumentalizzazioni di tipo ideologico. Ancora una volta ci si ritrova a ridurre le questioni ambientali a “questioni ideologiche”!
Il prof. Gianni Tamino, scienziato e non "ideologo", con un suo articolo pubblicato su Tera e Acqua (bimestrale dell'Ecoistituto del Veneto, Alex Langer) evidenzia un errore, voluto o meno non sta a noi giudicare, in cui troppo spesso si cade quando si parla di nucleare. Non è vero che questo non produce CO2. Se si considera l'intero ciclo di vita dell'uranio i conti non tornano. Estrarre uranio produce CO2, consuma energia, ruba biodiversità e vite umane (quello che accade attualmente in Nigeria e Congo). Trasportare l'uranio fino alle centrali di produzione di energia produce CO2 e consuma energia, stoccare i rifiuti radioattivi consuma energia.
Come si può parlare di nucleare associandolo alla salvaguardia dell'ambiente e dei cittadini quando studi scientifici dicono l'esatto contrario e quando sono i rifiuti che esso produce a rappresentare il principale fattore di rischio per ambiente e cittadini?
C'è una sola ideologia a guidare le scelte dei Grandi della Terra ed è quella del Mercato. Forse è questo a rappresentare il fallimento del Summit di Copenaghen e dello stesso Protocollo di Kyoto.
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1 commenti:
Sembra che il crescente ed inarrestabile bisogno di energia stia riportando il nucleare alla ribalta. Tutti si rimangiano le parole. Una nuova centrale è in costruzione in Bulgaria, l'Albania non ne esclude la possibilità ed anche in Serbia se ne riparla dopo aver abolito il nucleare per legge. La gente, invece, mi sembra terrorizzata da questa idea.
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