"Per combattere la fame è necessario passare dalle parole ai fatti", così ha tuonato la FAO durante un meeting di alto livello delle Nazioni Unite (New York 1 luglio 2010); questo significa valorizzare la figura della donna garantendole piena ed equa partecipazione nella gestione delle risorse agricole, ma anche nei processi decisionali a tutti i livelli. Le donne coltivano più della metà del cibo prodotto nel mondo, eppure non hanno accesso a finanziamenti nè alla tecnologia, non hanno possibilità di formazione nè possono fare il loro ingresso nel mondo del Mercato. Eppure è ampiamente dimostrato che dove è la donna a gestire le situazioni le cose vanno meglio.
A sostenerlo nel corso del meeting ci sono i dati riportati dal Ministro dell'Agricoltura liberiano Florence Chenoweth: le statistiche 2009, differenziate per sesso, evidenziano che la gestione agricola da parte delle donne ha portato ad un incremento del 43% nella produzione di riso e manioca (principali colture di sussistenza del Pese).
Dall'Africa al Brasile: qui a promuovere la figura della donna ci pensa Neriede Segala Coelho, leader del movimento agricoltori e allevatori del Brasile:"L'agricoltura è produrre, e produrre è potere e il potere si può tradurre in proprietà e diritto. Finchè le donne saranno sottomesse e limitate al ruolo di semplice destinatario del prodotto agricolo, l'agricoltura continuerà ad avere un enorme divario, ma se le donne siedono al tavolo delle decisioni allora tutto assume una forma diversa".
A sostegno di questa sua tesi, Coelho riporta l'esperienza vissuta nella comunità di Pintadas, dove la partecipazione attiva delle donne nelle scelte economiche e sociali della comunità ha portato a un netto miglioramento nella qualità della vita: ogni casa ha cisterne per immagazzinare acqua e sono state introdotte tecnologie (come l'irrigazione a goccia, per citare un esempio) che hanno favorito un uso più razionale delle risorse.
A sostenerlo nel corso del meeting ci sono i dati riportati dal Ministro dell'Agricoltura liberiano Florence Chenoweth: le statistiche 2009, differenziate per sesso, evidenziano che la gestione agricola da parte delle donne ha portato ad un incremento del 43% nella produzione di riso e manioca (principali colture di sussistenza del Pese).
Dall'Africa al Brasile: qui a promuovere la figura della donna ci pensa Neriede Segala Coelho, leader del movimento agricoltori e allevatori del Brasile:"L'agricoltura è produrre, e produrre è potere e il potere si può tradurre in proprietà e diritto. Finchè le donne saranno sottomesse e limitate al ruolo di semplice destinatario del prodotto agricolo, l'agricoltura continuerà ad avere un enorme divario, ma se le donne siedono al tavolo delle decisioni allora tutto assume una forma diversa".
A sostegno di questa sua tesi, Coelho riporta l'esperienza vissuta nella comunità di Pintadas, dove la partecipazione attiva delle donne nelle scelte economiche e sociali della comunità ha portato a un netto miglioramento nella qualità della vita: ogni casa ha cisterne per immagazzinare acqua e sono state introdotte tecnologie (come l'irrigazione a goccia, per citare un esempio) che hanno favorito un uso più razionale delle risorse.
Non si tratta di super poteri, la forza delle donne sta nel loro cuore di madre. Siamo nate per dare vita, per farla crescere e nutrirla, e questo ci porta ad avere attenzioni e logiche che l'uomo non riesce a vedere. L'uomo è chiuso nel suo essere "ragione", ma la Ragione senza l'Anima ci rende imperfetti, ciechi e incompleti.
Le agenzie alimentari delle Nazioni Unite, sperano che l'emancipazione della donna nel mondo agricolo sia uno dei temi centrali del Summit che si terrà il prossimo settembre.
Nel frattempo Jim Butler, vicedirettore Generale della FAO, ci incoraggia a sostenere il progetto 1billionhungry attraverso la firma della petizione con la quale si esortano i Governi affinché la lotta alla fame diventi una priorità assoluta.
Fonte: FAO
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