giovedì 28 ottobre 2010

Biomasse: questioni di teoria

Nella mia carriera da studentessa universitaria mi è capitato a volte di notare come la teoria e la pratica non sempre vadano di pari passo e non sempre siano perfettamente concordanti. In questo caso però (quello che sto per esporvi) mi sia consentito dire che siamo a livelli in cui la teoria e la pratica viaggiano su binari distanti anni luce l'uno dall'altro.

Non so come la pensiate voi, ma personalmente fa un certo effetto (negativo si intende) leggere l'Accordo di programma (protocollo tecnico aggiuntivo approvato dalla Regione Abruzzo con DGR n100 del  2007) tra Ministero e Regione Abruzzo riguardo la valorizzazione energetica delle biomasse.
 A pag. 5 di questo protocollo si legge quanto segue:

"...Negli ultimi anni l’impiego energetico delle biomasse non ha potuto esprimere tutte le sue potenzialità soprattutto perché l’attenzione era stata posta alla realizzazione di centrali per la produzione di energia elettrica di grande potenza, quasi ovunque realizzati prima di verificare le reali possibilità (nel medio-lungo periodo) di trovare a livello locale il materiale legnoso necessario per alimentarle, e conseguentemente a ciò, in taluni casi, si è passati presto dal legno ai rifiuti.
Diversamente, gli impianti di piccola e media scala (potenze comprese fra i 30 e i 1000 kW) richiedono quantitativi di biomassa legnosa reperibile in volumi adeguati e costanti su scala locale. I piccoli e medi impianti consentono di massimizzare l’efficienza di impiego della biomassa legnosa e l’efficacia degli investimenti per la loro realizzazione. Infatti, rispetto agli impianti di grande potenza, essi garantiscono un’elevata efficienza termodinamica, possono essere realizzate con investimenti e tempi di ammortamento contenuti e consentono la piena e costante valorizzazione delle risorse locali..."

Ma a dispetto di quanto scritto nell'accordo che vi ho appena citato, il 7 settembre 2010 la Commissione V.I.A. della Regione Abruzzo ha approvato l'impianto a biomasse della PowerCrop che è completamente diverso ed enormemente sovradimensionato rispetto a quella che è la reale disponibilità di biomassa nel territorio. Bene vi ho appena illustrato il classico esempio in cui celebre diviene il detto "la teoria è una cosa e la pratica è un'altra"

I conti non tornano vero? Beh se ci si volesse soffermare ad un primo sguardo superficiale, mi verrebbe da dire che i conti tornano eccome, specie se si tiene conto degli ultimi fatti di cronaca: prima lo scandalo rifiuti dove Venturoni chiama in causa anche il sen. Filippo Piccone (sindaco di Celano) e il suo inceneritore di Avezzano, ovvero l'impianto a biomasse della PowerCrop (dove il Comune di Celano risulta tra i firmatari), ora esce fuori che Antonio Sorgi, dirigente della Regione Abruzzo, è attualmente indagato per lo scempio paesaggistico noto come statale 17 di Navelli (L'Aquila); Antonio Sorgi è tra coloro che hanno approvato il V.I.A. della centrale a biomasse PowerCrop.

Ora come dicevo non si vuole essere superficiali e fare di tutta l'erba un fascio, inoltre fare l'investigatrice non è  certo il mio mestiere, ma dato come funziona il mondo e il potere politico oggi, vorrei suggerire a chi di dovere di indagare anche sulla vicenda che vede approvato l'impianto a biomasse della PowerCrop. Sarebbe molto conveniente che eventuali magagne venissero alla luce prima della realizzazione dell'opera, e non quando  l'integrità di un territorio è stata compromessa.

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