A tutti quelli che sostengono che il nucleare non sia dannoso, pulito e che possa servire a risolvere i problemi , Amory Lovins risponde: "e chi lo paga il nucelare? Nessun privato al mondo è disposto a tirare fuori soldi per questa fonte, che tra le tante si è rivelata la più costosa. Persino Wall Street non si è mai interessata al nucelare, e questo perchè costruire gli impianti, metterli in funzione e mantenerli richiede un enorme sforzo economico" -Amory aggiunge-"dei 132 impianti realizzati negli USA, il 48% è stato chiuso da tempo per problemi di costi o di funzionamento. Anche quelli attualmente in funzione ogni 17 mesi chiudono per circa 40 giorni sia per manutenzione che per ricaricarsi di carburante (uranio). Tralasciando il discorso non poco importante delle scorie nucleari e del loro smaltimento, si può affermare con certezza che in un libero mercato il nucleare non esisterebbe. Infatti negli Stati Uniti l'atomo viene pagato 5 centesimi di dollaro a chilowattora e ogni anno il Congresso, su spinta di G.Bush, chiede un aumento dei sussidi: solo nel 2008 sono stati chiesti 30 miliardi di dollari".
Nel 2007 Cina, Spagna e Stati Uniti hanno generato più elettricità con l'eolico che con il nucleare in tutto il mondo. Questo dovrebbe farci riflettere e, guardando al solo aspetto economico, forse è il caso di dire che il mercato crede molto di più alle rinnovabili. Il solare, l'eolico e in generale tutte le fonti energetiche definite dall'"Economist" come micropower oggi forniscono un sesto dell'elelettrictà mondiale. Investire in questi piccoli impianti è molto meno rischioso ed è più affidabile che investire negli impianti termici siano essi nucleari o alimentati da altro combustibile.
Nel 2007 Cina, Spagna e Stati Uniti hanno generato più elettricità con l'eolico che con il nucleare in tutto il mondo. Questo dovrebbe farci riflettere e, guardando al solo aspetto economico, forse è il caso di dire che il mercato crede molto di più alle rinnovabili. Il solare, l'eolico e in generale tutte le fonti energetiche definite dall'"Economist" come micropower oggi forniscono un sesto dell'elelettrictà mondiale. Investire in questi piccoli impianti è molto meno rischioso ed è più affidabile che investire negli impianti termici siano essi nucleari o alimentati da altro combustibile.
Fonte: Corriere della Sera; Gaia
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