Vengono chiamate cartoline sociali. Si tratta di un'idea di Antonio Oddi, fotografo marsicano professionale e stimatissimo. "Sette giovanissime immortalate mentre sono a lavoro nei campi del Fucino, dove la presenza di donne impegnate nelle coltivazioni appartiene al passato. Immagini che vogliono riportare l'attenzione sui tanti problemi che oggi vive questa terra, che rappresenta tuttora una delle principali fonti economiche dell'altopiano della Marsica, e che saranno trasformate in cartoline: quattromila copie per riaccendere l'interesse delle nuove generazioni verso il mestiere che fu dei loro nonni e che oggi difficilmente qualcuno ama intraprendere". (da Abruzzo24 ore)".
Quando ho letto la notizia su uno dei nostri quotidiani locali sono rimasta sorpresa, non certo in positivo, e avevo lasciato un commento all'articolo in cui esponevo le mie ragioni. A quel commento ne sono seguiti molti altri e grosso modo tutti condividevano i miei pensieri. Con grande gentilezza ha risposto anche il signor Nonni, il quale, difendendo giustamente la sua iniziativa, ha illustrato come questa poteva in qualche modo contribuire a rivalorizzare le sorti del Fucino, la nostra pianura agricola afflitta da tantissime piaghe economiche, ambientali e sociali. A questo punto ho concesso il beneficio del dubbio, augurandomi di aver torto io e ragione loro...ma ieri sera ho visto uno scorcio di VIDEO e alcune foto...e mi sono resa conto che il mio primo pensiero era quello giusto. A dire il vero resto molto delusa, come donna, come ragazza che ama la sua terra e come persona consapevole.
Ciò che critico non è l'iniziativa in sè, ma il messaggio che si è voluto passare, la "giustificazione" che si è cercata: "miss contadine per risollevare le sorti del Fucino". Giuseppe Pantaleo nel suo blog dice una cosa sacrosanta: "Un’opera (quadro, foto, scultura, poesia, spartito, performance) non va giustificata a nessuno".
L'iniziativa di Antonio Oddi è puramente mediatica e fine a se stessa e come tale andava presentata: in questo modo sarebbe stato un gioco simpatico a cui ci si poteva prestare. Ma è ingiusto farla passare per ciò che non è.
Nell'intervista una delle miss-modelle-contadine dice: "Questo problema mi tocca in prima persona, in quanto si vede chiaro come la luce del sole che è un problema grande che va affrontato" - Personalmente mi domando se la modella sia realmente consapevole dei problemi che riguardano il Fucino, io qualche dubbio ce l'ho, e poi aggiunge - "noi oggi siamo qui, delle miss, siamo qui per valorizzare questa terra così importante anche ironizzando e giocando con il nostro corpo. L'ho detto a mia nonna e a mio nonno che da quasi 90 anni lavorano questa terra e nessuno meglio di loro può capire quale beneficio noi oggi stiamo portando a questa terra".
Praticamente sono 7 ragazze in shorts, camicette aderenti e calze autoreggenti a portare beneficio alla terra del Fucino? "Giocare con il nostro corpo per valorizzare questa terra" ...un gioco...viviamo la vita dei reality show. Perché non proporre alla Rai il Fucino per la prossima edizione dell'isola dei famosi? A me si drizzano i peli sulle braccia!!!
Il ruolo della donna nell'agricoltura è fondamentale, se ne è discusso lo scorso anno a New York durante un vertice mondiale della FAO, feci un post a riguardo, ma per valorizzarne il ruolo non servono le autoreggenti in cartolina, occorre garantire alle donne piena ed equa partecipazione nella gestione delle risorse agricole e nei processi decisionali a tutti i livelli.
Riporto di seguito il mio commento lasciato all'articolo in cui si parlava dell'iniziativa delle miss Contadine. Sono state parole scritte di getto dopo averlo letto e non potrei usarne altre, perché sono nate in quel momento da un sentimento che non so neppure descrivere: delusione, rabbia, sconforto o resa, non saprei...l'unica cosa che so è che il sentimento è tornato a farmi visita dopo aver visto quei soli due minuti di video.
Per valorizzare il lavoro nei campi del Fucino, non servono le "miss", ma occorre ripristinare la legalità (non siamo una terra estranea alle infiltrazioni di stampo mafioso) occorre dare dignità ai braccianti, a coloro che sudano e faticano sotto il sole e sono vittime del caporalato che vige forte nei nostri campi. Serve fornire agli agricoltori gli strumenti e le risorse economiche necessarie a migliorare la propria produzione, serve valorizzare il patrimonio agricolo salvaguardando l`ambiente rurale evitando di costruire discariche sopra falde acquifere (vedi discarica di valle dei fiori) dighe e centrali idroelettrcihe (vedi proposta di sbarramento del fiume giovenco) serve monitorare contro discariche abusive e smaltimento illegale dei rifiuti, serve evitare l`impatto di inceneritori a biomasse. Serve una equità sociale, economica e ambientale.
Non critico le modelle né il lavoro di Antonio Oddi. La critica alla presente iniziativa viene dal fatto che si pensa di poter risollevare le sorti del Fucino facendo un servizio fotografico con modelle "travestite" da contadine, ragazze che come me sicuramente non conoscono il significato della parola fatica. Le contadine del Fucino sono ben altro, sono donne piegate sotto il sole che hanno le mani ruvide a causa della terra, sono donne che spesso dimostrano più della loro età, perchè il lavoro duro porta via anche il tempo da dedicare alla propria vanità. Sono donne che dopo una giornata di lavoro devono rientrare a casa e dedicarsi alla famiglia. E` vero se ne vedono sempre meno, spesso sono nascoste all`interno dei capannoni dei lavaggi, e al loro posto nei campi ci sono altre braccia, venute da terre lontane in cerca di fortuna e spesso pagate 2,80€ l'ora senza neppure i contributi. Se si vuole migliorare la qualità dei lavori nei campi allora perché non andare a fotografare il sudore che scende dalla fronte di chi davvero in quei campi passa il suo tempo? Perché non fotografare i sorrisi o le fronti aggrottate delle persone che ogni mattina si svegliano all`alba e vanno alla terra? Perchè non fotografare i canali violentati dalla noncuranza di chi disprezza la stessa terra che ci da da mangiare? Questo si dovrebbe fare per valorizzare il lavoro nel fucino...fotografare e denunciare lo stato delle cose. Sono ben altre le immagini che potrebbero fare qualcosa.
Nell'intervista Antonio Oddi dice: "speriamo che con questa iniziativa - questa delle miss contadine in cartolina - si mobilità qualcosa, perchè noi abbiamo bisogno del Fucino e il Fucino ha bisogno di noi".
Caro Antonio, puoi stare tranquillo: Fucino o non Fucino di una cosa sono certa, guardando queste bellissime ragazze, queste contadine-lolita, qualcosa si mobiliterà di sicuro!
3 commenti:
Cara Sefora, sono perfettamente d'accordo su tutto ciò che scrivi...
Basta coi "Grande Fratello", "Isola dei Famosi" e la mercificazione della donna! Stiamo assistendo passivamente al degrado ed alla perdita della dignità... Non riusciamo quasi più ad indignarci ed occorre veramente reagire ed indignarci per riacquistare e ridare dignità. Il potere del denaro e del guadagno a qualunque costo "usando la donna", svilisce quel "dignitoso lavoro" nei campi che ha il sapore, l'odore e la fragranza del pane. Quel pane atteso a fine giornata, frutto del sudore e fatica di chi, chinato, VEDE SOLO quanto ancora gli rimane di energia e tempo per arrivare alla fine del solco, ma non è "VISTO, GUARDATO E DESIDERATO" da nessuno. Riprendiamoci la nostra dignità e condanniamo chi specula, per proprie finalità, facendo leva sugli istinti e le apparenze che non hanno nè sapore, nè odore, nè storia.
Per risolvere i problemi del Fucino vanno comprese e riflettute le cause che le hanno generate. Mentre qui si vuole far passare l'idea che per la risoluzione dei problemi non serve piu' andare in profondita' con lo studio ma basta la semplice immagine piatta di una bella miss e tutto come per magia diventa bello e armonioso. Eppure per portare i prodotti agricoli sulla tavola della gente sono indispensabili le mani callose dei braccianti agricoli. Le unghie curate delle miss sicuramente ci farebbero morire di fame.
l'idea di Miss Contadine è una provocazione ovviamente; al di la di tutto punta una grossa lente d'ingrandimento sul territorio fucense, cosa da non poco conto...
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