Il Fucino visto dallo spazio

Un'immagine scattata dallo spazio rivela che la piana del Fucino è la valle più fertile d’IItalia.

Il caffè se inquina che piacere è?

E mentre le pubblicità ci raccontano di aromi sensuali e di luoghi di degustazione simili a boutique francesi, non ci rendiamo conto che preferendo la capsula alla moka non solo paghiamo un caffè 7 volte di più, ma contribuiamo ad inquinare l’ambiente.

La forza dell'uomo è nella verità

Alcuni vorranno toglierci la parola: il manganello può sostituire il dialogo, ma le parole non perderanno mai il loro potere, perchè esse sono il mezzo per giungere al significato e, per coloro che vorranno ascoltare, sono l'affermazione della verità.

PIL:una misura di sviluppo?

Ho sempre pensato che sviluppo e benessere inteso come qualità della vita andassero di pari passo...dunque il PIL è utile nella valutazione della qualità della vita?

mercoledì 27 gennaio 2010

La denuncia di Enel

Questa mattina stavo sfogliando AltraEconomia e molto velocemente mi cade l'occhio su "Enel denuncia Greenpeace". Chiaramente l'articolo coglie la mia attenzione e stimola la mia curiosità, così inizio a leggerlo. Alla vigilia della Conferenza sul clima di Copenhagen, l'Enel (quotata in Borsa, ma controllata dal Ministero dell'Economia) chiede a Greenpeace la bellezza di 1,6 milioni di euro. Il motivo? Le azioni di protesta che l'organizzazione ambientalista ha effettuato a partire dal 2006 presso le centrali a carbone di proprietà della multinazionale (Centrali di Brindisi, Genova, Civitavecchia e Porto Tolle).

Voglio saperne di più e così vado dritta dritta al sito di Greenpeace...Urca è proprio vero!
"Se Enel pensa di intimidirci o mettere pressione perchè abbassiamo il tono della nostra campagna su quella che è la principale questione ambientale globale, i cambiamenti del clima, si sbaglia di grosso"- dichiara Giuseppe Onufrio, direttore di Greenpeace Italia, e prosegue-Chiedere soldi a Greenpeace per aver protestato è come chiedere soldi al sindacato quando c’è uno sciopero, abbiamo il diritto di protestare, a maggior ragione quando chiediamo misure per proteggere il pianeta, che è di tutti“.

Questa notizia non dovrebbe sorprendermi più di tanto, dopotutto vivo in Italia, il Paese in cui vengono fatte leggi contro il diritto a manifestare la propria contrarietà a ciò che si ritiene dannoso (inceneritori, centrali nucelari), eppure mi turba...ho nuovamente conferma che andiamo incontro a giorni scuri e neppure ce ne rendiamo conto.

Speriamo che dopo questo post, l'Enel non denunci anche me con l'accusa di essere solidale con Greenpeace...mica per altro: dove li prendo 1,6 milioni di euro? Male che va istituisco un fondo, da cui attingere, ho già in mente il nome "vittime del libero pensiero".

Fonte: AltraEconomia, Greenpeace

martedì 26 gennaio 2010

Addio all'addio al nucleare

Spesso, in tema di nucleare, ho guardato con favore alla Germania: il Governo 'rossoverde (socialdemocrazia ed ecologisti) al potere tra il 1998 e il 2005 con il cancelliere Gerhard Schroeder e il suo vice Joschka Fischer, aveva decretato l'addio all'uso civile dell'energia atomica, fissando le date di chiusura dei 17 reattori ancora in servizio. Ora un'altra Germania fa un passo indietro: dopo negoziati con i produttori di energia, il governo Merkel ha deciso - scrive l'autorevole quotidiano conservatore Die Welt, molto vicino all'esecutivo - che per il momento tutti i 17 reattori nucleari resteranno in esercizio.

La decisione finale verrà presa in autunno ed insieme verrà presentata la strategia energetica che il Paese intende adottare, ma la strada che si è scelto di percorre è già ben definita e a conferma di ciò arriva silenziosa la decisione di lasciare accesi i due reattori, Biblis A e Neckarwestersheim I, che dovevano esser spenti ad aprile e maggio 2010.

E così, come in tutte le battaglie, da una parte si hanno i vinti e dall'altra i vincitori, in questo caso i vincitori si chiamano Eon, Rwe, Vattenfall, EnBW, grossi produttori di energia e Siemens, primo tra i colossi industriale del Paese che sembrano avere un punto di forza nella produzione, fornitura ed esportazione di centrali nucleari della nuova generazione.

Fonte: Repubblica.it

domenica 24 gennaio 2010

Chi vuole un pezzo di Amazzonia?

L'ONU ha dichiarato il 2010 anno della biodiversità..... mentre ci si prepara a spendere "fior fior di quattrini" in conferenze, seminari e iniziative di vario genere volte a sensibilizzare riguardo a questa tematica, la biodiversità, quella vera, quella reale, quella a cui dedichiamo l'anno 2010, continua a scomparire a poco a poco.
In un post precedente vi ho parlato di Grand Inga una seria minaccia per la foresta congolese, ora invece vi racconto cosa accadrà il 9 aprile del 2010, anno della biodiversità: il governo del Perù aprirà un'asta. Oggetto della vendita? Amazzonia!
L'asta è stata annunciata da Daniel Saba, direttore della compagnia petrolifera Perupetro dopo diversi mesi di rimando. Lo scorso maggio in Perù gli indigeni amazzonici erano insorti contro una legge che permetteva di cedere le loro terre alle compagnie minerarie e petrolifere. Anche Survival ha lanciato l'allarme: le nuove operazioni petrolifere in foresta rischiano di scacciare e uccidere gli ultimi indios rimasti incontaminati.

Vi segnalo un meraviglioso dicumentario della durata di 50 minuti: GREEN-Il respiro della foresta. Il film è diretto dal regista del regista Moez, e racconta, attraverso i ricordi di un orango in fin di vita, l'eccezionale vitalità delle foreste pluviali dell'Indonesia, e l'avanzare della loro distruzione per fare spazio alle piantagioni di acacia e palma da olio, per la produzione di carta e biodiesel. Immagini forti e poetiche di una tragedia dimenticata.

Il film è disponibile, gratuitamente sul sito
 http://www.greenthefilm.com/
BUONA VISIONE A TUTTI

Fonte: (salvaleforeste.it)

venerdì 22 gennaio 2010

2010: anno della biodiversità



L'ONU ha dichiarato il 2010 anno internazionale della biodiversità. Lo fa 'per aumentare la consapevolezza delle molte funzioni che la biodiversita' svolge per assicurare la vita sulla Terra'.
 
Un bambino mi ha chiesto "cos'è la biodiversità?" ho risposto "la varietà di specie vegetali e animali presenti sul nostro pianeta", ma è una risposta che non mi soddisfa è incompleta e ridotta alla semplicità, tuttavia come faccio a spiegare a un bimbo cos'è la biodiversità? Essa è qualcosa di profondo in cui io stessa a volte sento di perdermi, in un certo senso la considero il "motore" del pianeta. Noi abbiamo la presunzione di pensare che l'ambiente sia qualcosa di amorfo che circonda l'uomo, in realtà così come il motore di una macchina, l'ambiente è un sistema complesso il cui funzionamento è garantito dalle sue diverse componenti, dai diversi processi ciclici portati avanti dai sistemi viventi, uomo incluso. E' grazie all'esistenza di tanti sottosistemi (biodiversità) che l'ecosistema funziona: se un impatto esterno blocca la funzione di un sottosistema, gli altri intervengono con funzioni ausiliari. Ma se il sistema ha una bassa diversità, può essere facilmente destabilizzato. Questo è il motivo per cui la biodiversità va protetta, la biodiversità è la vita che che muove la vita stessa.

L'ONU ha dichiarato il 2010 anno della biodiversità;...rubo ora una frase dal sito criticamente.it "anche l'ONU come molti altri organismi internazionali sembra avere una testa pensante e un corpo governato da istinti economici". Mi piace molto questa frase, è' schietta, è vera.

Nell'anno della biodiversità nella Repubblica Democratica del Congo si vuole compiere uno scempio ambientale di nome "Grand Inga", una diga alta 150 metri, con 50 turbine in grado di produrre 40 mila MW di energia. In Congo esistono già due grandi dighe, Inga I e Inga II, in realtà non hanno mai funzionato a piena capacità, poichè nel Paese manca un sistema di distribuzione dell'energia a bassa tensione che possa garantire l'accesso all'energia della popolazione congolese, (solo il 6% accede al servizio), il resto viene trasferita verso il Katanga. Con Grand Inga la situazione non cambierà, infatti questo nuovo progetto non prevede un piano di distribuzione alla popolazione congolose. La diga sembra pensata per distribuire energia ad altri Paesi, come Egitto, Italia, Turchia ed infatti dietro il finanziamento del progetto (80 miliardi di dollari) ci sono le grandi multinazionali con la Banca Mondiale in testa. L'opera viene proposta come fonte di energia pulita, per la cui costruzione le imprese puntano ad ottenere i certificati per la riduzione di CO2 grazie al meccanismo dei CDM del protocollo di Kyoto. A noi energia e crediti di carbonio, ai cittadini del Congo costi ambientali e sociali (esternalità). La linea di trasmissione dell'elettricità che dovrà raggiungere le coste del Mediterraneo attraverserà la foresta tropicale del Congo, seconda al mondo per estensione e biodiversità e grande serbatotio di contenimento delle emissioni di CO2 mondiali; qui vivono l'okapi, l'elefante della foresta, il pavone congolese, l'antilope bongo e almeno 10 mila specie di piante. Ad esser minacciate saranno anche tutte le popolazioni locali e i popoli indigeni come i pigmei, che dipendono dalla foresta per la propria sopravvivenza, saranno ancora una volta lesi i diritti umani economici e sociali delle popolazioni coinvolte. Secondo diversi esperti i rischi ambientali, e le perdite hanno un costo superiore ai profitti economici che si potrebero ottenere dalla realizzazione del progetto.

Gli economisti definiscono il capitale come la ricchezza usata per sostenere il commercio e creare nuova ricchezza, ma la nostra esistenza, e la nostra economia dipendono totalmente dal capitale naturale: sole, aria, acqua, suolo, animali, minerali processo di purificazione naturale, varietà culturale....

Come si può difendere la biodiversità se i Governi e i mercati non sanno fare una scelta morale tra oggetti e politiche?

Fonte: I cinque progetti che devasteranno il pianeta-altraeconomia

mercoledì 20 gennaio 2010

Il vero affare sta nel costruirle

Ieri il tg trasmetteva un servizio in cui alla domanda "perchè è necessario il nucleare in Italia?" la Marcegaglia rispondeva: "E' necessario per affrontare la crisi economica; circa il 70% dei fondi stanziati può andare alle imprese per la costruzione delle centrali nucleari". Bhè, da una che costruisce inceneritori non potevo aspettarmi altro, se non una risposta insoddisfacente ma allo stesso tempo illuminante per chi sa leggere fra le righe.
Effettivamente l'unica argomentazione a favore del nucleare sono i soldi che "qualcuno" deve prendere; il giro d' affari viene ben celato dalle parole "zero emissioni di CO2", "minori costi della corrente elettrica", "fabbisogno di energia", tutte argomentazioni che rendono il nucleare socialmente accetabile. Ma quanto c'è di vero in tutto questo?

Innanzi tutto vorrei invitarvi a non confondere energia con energia elettrica: quest'ultima è solo una piccolissima quota dell'energia che noi utilizziamo. La maggior parte di energia che consumiamo non è elettrica (pensamo ai trasporti) e il nucleare affronta solo tale questione (pari al 12% del problema totale).

Inoltre non è vero che il nucleare non produce CO2; questa affermazione fuorviante è valida solo se si considera la centrale isolata dall'intero contesto del ciclo di vita. Se si vanno a considerare le varie fasi, dall'estrazione dell'uranio alla produzione di energia fino al deposito dei rifiuti radioattivi (dalla culla alla tomba), si vedrà che è falso affermare che la centrale nucleare produce il 50% in meno di emissioni rispetto ad una centrale a fonti fossili; e il bilancio è negativo anche in termini di energia. Estrarre uranio consuma energia (e vita aggiungerei io, pensiamo a quello che sta succedendo in Nigeria o in Congo), trasportare l'uranio fino alla centrale consuma energia, stoccare i rifuti consuma energia, costruire una centrale consuma energia...per costruire una centrale e metterla in funzione, ci voglioni dai 12 ai 15 anni, in tutta questa fase usiamo energia fossile che produce CO2. Secondo quanto scrive il Prof. Tamino per ammortizzare l'emissione di Co2 ci vorranno almeno 35 anni, troppo tempo, il problema dei cambiamenti climatici deve essere affrontato prima.

In molti sanno che quello del nucleare è un fallimento sanitario, ambientale, energetico ed economico; la Germania ha deciso che le centrali nucleari che si esauriscono non veranno sostituite; in America non si propongono nuove centrali dal 1979, Bush aveva provato a dare degli incentivi a chi voleva costuirne, ma Obama li ha aboliti, i costi del deposito rifiuti nucleari sono troppo grandi.

Allora perchè qualcuno le vuole? Involontariamente la Marcegaglia ci ha dato la risposta: il vero affare sta nel costruirle!

Fonte: Gianni Tamino - Tera e Acqua

lunedì 18 gennaio 2010

I consumi divorano il pianeta

Riporto di seguito un articolo di Antonio Ciaciullo:

I bambini inglesi riconoscono più facilmente i diversi Pokémon che le specie di fauna selvatica; i bambini americani di due anni non sono in grado di leggere la lettera M, ma molti riconoscono gli archi a forma di M dei ristoranti McDonald's; due cani pastore tedeschi consumano più risorse in un anno di un abitante medio del Bangladesh. E un dato d'assieme: i 500 milioni di individui più ricchi del mondo (circa il 7 per cento della popolazione globale) sono responsabili del 50 per cento delle emissioni globali di anidride carbonica, mentre i 3 miliardi più poveri sono responsabili di appena il 6 per cento delle emissioni di CO2.

Sono alcune delle cifre contenute nello State of the World 2010, il rapporto del Worldwatch Institute (appena uscito negli Stati Uniti, in Italia sarà pubblicato da Edizioni Ambiente) dedicato quest'anno soprattutto a un'analisi dei consumi. Ingozzarsi di cibo e di merci non fa bene né ai singoli né all'ambiente. Dal punto di vista della salute individuale c'è da notare che molti degli individui più longevi consumano 1.800-1.900 calorie al giorno, cibi poco trattati e pochissimi alimenti animali, mentre l'americano medio consuma 3.830 calorie al giorno. Dal punto di vista della salute globale c'è da rilevare che tra il 1950 e il 2005 la produzione di metalli è sestuplicata, il consumo di petrolio è aumentato di otto volte e quello di gas naturale di quattordici; un europeo medio usa 43 chilogrammi di risorse e un americano 88; a livello globale ogni giorno si prelevano risorse con le quali si potrebbero costruire 112 Empire State Building. Circa il 60 per cento dei servizi offerti gratuitamente dagli ecosistemi - regolazione climatica, fornitura di acqua dolce, smaltimento dei rifiuti, risorse ittiche - si sta impoverendo.

E la corsa a divorare il pianeta diventa sempre più veloce: negli ultimi cinque anni i consumi sono saliti del 28 per cento. Nel 2008, globalmente, si sono acquistati 68 milioni di veicoli, 85 milioni di frigoriferi, 297 milioni di computer e 1,2 miliardi di telefoni cellulari. Non sono aumenti dovuti solo all'incremento demografico: tra il 1960 e il 2006 la popolazione globale è cresciuta di un fattore 2,2, mentre la spesa pro capite in beni di consumo è quasi triplicata.

Non mancano comunque segnali positivi che mostrano l'irrobustirsi di fenomeni di controtendenza. Il rapporto americano cita, tra gli altri, due casi italiani. Il primo è il "piedibus", un sistema per mandare i bambini a scuola con accompagnatori che organizzano un percorso a piedi, con "fermate" per far aggregare al gruppo altri studenti. A Lecco ogni giorno 450 alunni delle scuole elementari raggiungono a piedi le classi seguendo 17 percorsi, accompagnati da un "conducente" e genitori volontari. Dalla loro creazione, nel 2003, questi "piedibus" hanno evitato circa 160 mila chilometri di spostamenti con veicoli a motore. Oltre a ridurre l'impatto ecologico, questo modo di andare a scuola insegna la sicurezza stradale e favorisce l'esercizio fisico.

Il secondo segnale positivo italiano segnalato dal Wordlwatch Institute riguarda le scuole romane. Il 67,5 per cento del cibo servito nelle scuole della capitale è biologico e in buona parte proviene da catene specializzate in prodotti del territorio o ha un certificato "equosolidale" o è stato prodotto da cooperative sociali che lavorano terra confiscata alla mafia.

Voglio segnalarvi questo bellissimo POST dal blog Ecomondo dell'amico MAX T

Scopri la differenza