Nell'assetto dell'Aquila, il centro storico ricopre un ruolo di fondamentale importanza. Fino agli anni 50 la città coincideva con il perimetro del centro storico ed anche il polo sportivo realizzato durante gli anni del fascismo era stato costruito in stretta aderenza con la città storica. Fino al terremoto del 6 aprile scorso, il centro storico del capoluogo rappresentava il cuore funzionale della comunità: qui si trovavano più di 800 attività commerciali, studi professionali, sedi di rappresentanza delle istituzioni, enti pubblici e più di 16000 abitanti tra residenti e studenti fuori sede. Appare chiaro dunque che se riparte il centro dell'Aquila, riparte tutto il comune e tutta la provincia, ecco perchè lascia sgomenti l'assenza di qualsiasi strategia di ricostruzione e della scelta di orientarsi verso le new town del piano C.A.S.E. che vanno ad intaccare profondamente il tessuto urbanistico della città. Quanto può sopravvivere un sistema urbano senza "city", senza centro simbolico e funzionale?
Vi rimando a Eddyburg.it , qui potrete scaricare (in formato pdf) il dossier L'Aquila, un'opera di Frisch (curatore), De Lucia, De Marco e Liberatore: si tratta di una attenta e profonda analisi sulla ricostruzione post-terremoto a L’Aquila e si pone come documento di riflessione. Oltre ad evidenziare le criticità presenti nelle operazioni della ricostruzione dal punto di vista urbanistico, sociale, economico, sottolinea con forza un elemento che scorre sotto traccia in questa vicenda: quella mancanza di trasparenza, quel rifiuto del confronto su basi scientificamente documentate, che, pur complesso, è l’unico strumento politicamente ammissibile in una democrazia degna di questo nome.
Fonte: Eddyburg.it
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