Nel 2002 ho iniziato a vaccinarmi per allergia alla polvere, inutile dire che per due anni ho speso un sacco di soldi (il vaccino è costoso); la vaccinazione sarebbe dovuta durare ancora un anno poi per motivi personali ho dovuto interromperla. Tuttavia rimane il fatto che da quei due anni di braccia gonfie, soldi spesi e mattine perse a far la fila in ospedale non ho tratto alcun beneficio, neppure miglioramento, l’allergia c’è e per non soffrirne devo solo spolverare la mia camera o i luoghi dove passo molto tempo. Questo in parte mi ha portata a dire “i vaccini non servono a nulla”. Tuttavia poco fa riflettevo sul fatto che i vaccini hanno migliorato le condizioni di vita delle persone, e sono sicuramente uno strumento potente che la medicina ha per evitare malattie gravi nella popolazione,mi viene in mente il vaiolo ad esempio. Però credo sia anche giusto vagliare attentamente qualunque ipotesi di rischio derivante dalla somministrazione dei vaccini per la salute di chi li riceve. Quello che mi ero prefissa di fare all’inizio era di informare affinchè le persone potessero farsi una loro opinione e non seguire la mia. Non so se con il mio scrivere posso influenzare le persone, è possibile che forse io abbia ragione, ma può darsi anche che io mi stia sbagliando…credo dunque che il giusto atteggiamento debba essere quello di offrirvi la possibilità di crearvi un idea del tutto libera dal mio punto di vista.
Riporto di seguito una parte del comunicato stampa di Giuseppe Remuzzi e Silvio Garattini, dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri
Ci dobbiamo vaccinare e da chi cominciare? Il vaccino dobbiamo averlo perché potrebbe servire ma potrebbe essere imprudente cominciare prima che siano finiti gli studi ormai avviati dal governo americano ai primi di agosto e disegnati per capire se il vaccino è efficace, come somministrarlo e che effetti eventualmente negativi abbia. L’atteggiamento di prudenza è giustificato da due considerazioni: a) i vaccini contro l’influenza – questa o quella stagionale o altre che emergeranno - non sono così efficaci come quelli contro la maggior parte delle altre malattie virali. Ogni volta che ci si deve vaccinare per l’influenza bisogna mettere sul piatto della bilancia i potenziali rischi a fronte di benefici che non riguardano solo qualcuno di quelli che si vaccinano. b) il virus che circola adesso dà una forma lieve d’influenza, la maggior parte delle persone guariscono in pochi giorni e il rischio di complicanze semmai è maggiore per l’influenza stagionale. Il virus potrebbe mutare e farsi più pericoloso, in quel caso però non è detto che il vaccino che è stato preparato in queste settimane funzioni ancora (anche se qualche studio recente suggerisce che il vaccino preparato contro l’influenza H1N1 che circola adesso potrebbe proteggere anche da eventuali forme mutate, ma sono considerazioni teoriche, per adesso (non sappiamo se muterà e tantomeno che mutazioni ci saranno). E’ importante invece organizzarsi per monitorare la diffusione del virus e la sua gravità. Se ci fosse evidenza che il virus si diffonde rapidamente e cominciassero a manifestarsi complicazioni si dovrebbero cominciare a vaccinare gli operatori della salute o chi è maggiormente a contatto col pubblico. Acquisiti i dati: sicurezza, efficacia - dagli studi in corso (quelli dei governi e dell’industria) e sulla base dell’esperienza con le prime vaccinazioni - si deciderà a quali categorie eventualmente estendere la vaccinazione tenendo presente la grande organizzazione che è richiesta da una vaccinazione di massa. In particolare è impossibile dare al momento qualsiasi indicazione per la eventuale vaccinazione dei bambini.
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