martedì 12 febbraio 2008

Francia: ancora nucleare

Flamanville (Normandia): su una scogliera alta 70 mt e sui terreni dove da 20 anni sono già presenti altre due centrali nucleari, sono iniziati i lavori per una nuova centrale nucleare (Gruppo EDF): la più grande al mondo, con i suoi 1600 Mw può assicurare l’elettricità ad una città di un milione e mezzo di abitanti.
La centrale dovrebbe entrare in funzione nel 2012.
Gli abitanti di Flamanville guardano con positività a questo progetto, la stessa positività con cui 20 anni fa accolsero le altre due centrali, e questo perché queste opere hanno portato nel loro territorio progresso e benessere economico.

Data la notizia, andiamo avanti con la riflessione: Si può parlare realmente di benessere?
Per valutare i pro e i contro dell’energia nucleare dobbiamo innanzitutto capire come funziona un impianto come questo. La fissione nucleare è una trasformazione in cui due isotopi con grandi numeri di massa, come l’uranio-235 o il plutonio-239, vengono scissi in nuclei più leggeri quando sono colpiti da neutroni. Questo procedimento rilascia due o tre neutroni e libera energia. Ciascuno di questi neutroni a sua volta può causare ulteriore fissione. Tutto questo scatena una reazione a catena che produce un’enorme quantitativo di energia, la quale può essere convertita in calore utilizzato a sua volta per produrre vapore ad alta pressione che fa girare delle turbine e produrre così elettricità.

Vantaggi: grandi riserve di combustibile, basso impatto ambientale (senza incidenti) e rispetto al carbone emette solo 1/6 di Anidride carbonica.

Svantaggi: innanzitutto gli elevati costi di mantenimento degli impianti, la bassa produzione di energia netta; l’elevato impatto ambientale in caso di incidenti (ricordiamo Chernobyl). Secondo la stima dell’Accademia Nazionale delle Scienze, gli impianti nucleari causano 6000 morti premature e 3700 difetti genetici all’anno. Secondo gli scienziati del Department of Energy (DOE), questi impianti a partire dalla fine degli anni ’50 hanno rilasciato enormi quantità di particelle radioattive nell’aria e gettato tonnellate di rifiuti radioattivi e di sostanze tossiche nei ruscelli, nei mari, nei pozzi e tutto questo senza informare il pubblico. Ed eccoci alla situazione rifiuti: Uno dei principali problemi legati al nucleare è proprio il loro smaltimento.
Si producono due tipi di rifiuti:

1) rifiuti di basso livello, che emanano piccoli quantitativi di radiazioni e devono essere immagazzinati in modo sicuro per circa 100-500 anni affinché decadano a livelli non pericolosi;

2) rifiuti di alto livello, che emettono grandi quantità di radiazioni ionizzanti per un breve periodo di tempo e piccole quantità per un lungo periodo. Questi rifiuti devono essere immagazzinati in modo sicuro per almeno 10.000 anni

Vi siete chiesti che fine fanno quotidianamente questi rifiuti? Dove vengono portati? E come vengono smaltiti? Questo argomento lo tratteremo in maniera più approfondita in nuovo post. Ciò che posso dire, però, è che a farne le spese sono sempre le povere persone, quelle che o per ignoranza o per povertà non sono in grado di contrastare il problema.

Ciò che molti esperti chiedono, e alle cui voci unisco anche la mia è questo: sospendere i finanziamenti governativi a questi impianti e utilizzare questi fondi per lo sviluppo di tecnologie che portino a un miglioramento dell’efficienza energetica ed economica e come sempre ad un minor impatto ambientale: un esempio sarebbe la produzione di energia da gas naturale (geotermia) o altre fonti rinnovabili.

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