mercoledì 19 marzo 2008

Quando le piante chiedono aiuto

Sfogliando la rivista "Gaia" ho trovato un interessante articolo scritto da Giovanni Caprara. La notizia risale a circa due anni fa, ma credo che in molti non ne siano a conoscenza, quindi eccomi qui a condividerla con voi.

Due scienziati, Massimo Maffei, dell'Università di Torino, e Wilhelm Boland, del Max polank Institute di Jena (Germania), hanno scoperto una strana ed efficace strategia di difesa messa in atto dal "fagiolo di Lima", il Phaseolus lunatus. Quando c'è un pericolo, la pianta lo avverte e reagisce. I due scienziati hanno notato che quando un bruco si appoggia sulla foglia, appena questa percepisce la saliva dell'invasore, i geni della pianta entrano in azione favorendo la generazione di una sostanza volatile dal profumo simile a quello di lavanda, che viene poi espulsa attraverso gli stomi delle foglie. Le vespe richiamate da questo odore accorrono aggredendo i bruchi, pungendoli e iniettando nel loro corpo delle uova. Le uova delle vespe, crescendo all'interno del corpo del bruco, finiscono per farlo esplodere. Ma non è tutto: questo profumo di lavanda che aleggia nell'aria diventa un segnale di allarme per le altre piante che, attivandosi a loro volta, lanciano lo stesso odore richiamando gli insetti. I ricercatori, estendendo le loro indagini, hanno riscontrato lo stesso comportamento difensivo anche nel mais, nei fagioli borlotti, Phaseolus volgaris, di cui tutti ci cibiamo e altre specie vegetali.
Questo studio è molto importante, non solo perchè aiuta a comprendere parte di quei meccanismi che hanno consentito l'evoluzione vegetale, ma perchè il valore di queste ricerche è legato alle varie applicazioni che ne possono derivare. Indagare i meccanismi di protezione delle piante e riuscire a governarli, vuol dire decifrare quegli aspetti che potrebbero favorire la difesa naturale delle piante e quindi delle coltivazioni senza dover ricorrere alle sostanze chimiche e ai fitofarmaci.

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